Il team diretto dal professor Ilker Isik dell’Università di Selcuk ha portato alla luce una serie di vasi funerari contenenti resti scheletrici di bambini senza testa, collocati in prossimità del teatro romano di Savatra. Le urne funerarie, perfettamente conservate, avevano coperchi decorati con teschi di cani, un dettaglio che ha subito attirato l’attenzione degli studiosi. Gli scavi, iniziati nel 2021, hanno rivelato una stratificazione culturale che va dal primo Impero romano fino alla tarda antichità, e si concentrano non solo sui resti umani, ma anche su scheletri di animali come volpi, cavalli, bovini e asini, ritrovati in aree funerarie vicine. Questo solleva interrogativi sul ruolo degli animali nelle pratiche religiose e funerarie dell’antica Anatolia.
La sepoltura di neonati insieme a cani o con i teschi di questi ultimi potrebbe suggerire una connessione con credenze magiche o spirituali. In particolare, la presenza di cani nei rituali di sepoltura ricorda alcune pratiche associate alla dea Ecate, la cui iconografia spesso include la figura canina. Ecate, divinità ambigua e poliedrica, ha una lunga storia di legami con l’oltretomba e i riti funerari, in particolare quelli relativi a bambini morti prematuramente.
Chi era Ecate?
Ecate era una divinità della mitologia greca associata alla notte, alla magia, ai crocicchi e alle anime dei defunti. Le sue origini risalgono al mondo pre-greco, ma col tempo assunse un ruolo sempre più centrale nel pantheon greco-romano, soprattutto come dea dei passaggi tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Le sue manifestazioni più comuni la vedevano rappresentata con tre volti, simbolo del controllo sui tre regni – cielo, terra e inferi – e accompagnata spesso da cani, che si credeva fossero in grado di percepire la presenza degli spiriti.
Il culto di Ecate era diffuso nelle zone rurali e nei luoghi liminali, come crocevia e confini della città, dove si credeva fosse più forte il contatto con l’aldilà. I crocicchi in particolare erano considerati luoghi sacri alla dea, e qui si celebravano sacrifici in suo onore, noti come deipna, spesso accompagnati da offerte di cibo e talvolta da sacrifici animali, inclusi cani. Il cane, oltre a essere un animale simbolicamente legato alla sorveglianza e alla guida delle anime, era anche associato alla protezione e alla purificazione, rendendolo un elemento chiave in rituali di passaggio. Ecate era anche legata alla magia nera. Non è improbabile che streghe e guaritrici attingessero al serbatoio di credenze, collegato a Ecate.
Sepolture di bambini e cani: legame con Ecate?
Nell’antichità, la sepoltura di bambini con animali, soprattutto cani, è stata documentata in vari contesti, molti dei quali legati al culto di divinità connesse alla morte prematura e alla protezione nell’aldilà. I bambini che morivano prima di raggiungere l’età adulta erano spesso considerati particolarmente vulnerabili, non avendo completato il loro ciclo vitale. Per questo motivo, erano accompagnati da animali considerati protettivi, come i cani, che avrebbero potuto agire da guide verso l’aldilà.
In Italia, come riportato da Stile Arte, alcune sepolture con animali, in particolare con cani, sono state attribuite al culto di Ecate, una tradizione che sembra riecheggiare nelle tombe infantili ritrovate a Savatra. La presenza di teschi di cani sopra i vasi contenenti i resti dei bambini suggerisce una connessione rituale significativa, potenzialmente legata alla volontà di garantire una protezione speciale nell’aldilà o di placare gli spiriti inquieti. La mancanza della testa nei resti dei bambini potrebbe essere un ulteriore indizio di pratiche rituali connesse alla magia o alla purificazione, come indicato da alcuni studiosi.
Le implicazioni delle scoperte a Savatra
Le sepolture di Savatra, con la loro combinazione di resti umani e animali, rappresentano un raro esempio di pratiche funerarie altamente simboliche. Sebbene non sia ancora possibile affermare con certezza che siano direttamente collegate al culto di Ecate, la configurazione dei resti e il ruolo dei cani come intermediari tra il mondo dei vivi e quello dei morti suggerisce un potenziale legame con credenze magico-religiose simili a quelle associate alla dea.
La presenza di altri animali nei siti di sepoltura – volpi, cavalli, bovini e asini – apre ulteriori domande sul significato simbolico di ciascuno di essi all’interno dei rituali funerari dell’epoca. La scoperta di un secondo sito di sepoltura vicino al primo, con ulteriori resti sia umani che animali, potrebbe rivelare schemi più complessi e offrire ulteriori prove a favore dell’ipotesi di un culto articolato e radicato nelle credenze locali.