“Guarda, sembra un cavatappi!”. Trovano uno strano oggetto romano del II secolo. Cos’è? A cosa serviva? Cosa rappresenta? Studi in corso. Le ipotesi degli archeologi

La sua forma è sconcertante. E’ emerso dalla terra e dal fango dell’antica città romana, a livello stratigrafico del II secolo. E’ di bronzo. Presenta un’asola metallica e una sorta di trifoglio che potrebbe ricordare anche una parte anatomica maschile. Gli archeologi stanno cercando di capire a cosa servisse e cosa rappresentasse a livello simbolico.

Durante i recenti scavi archeologici a Carlisle, un’antica città romana nota come Luguvalium, – in Inghilterra – è stato riportato alla luce uno strano oggetto in bronzo databile al II secolo d.C. Per i moderni, la sua forma evoca quella di un cavatappi, ma questo strumento era certamente destinato a tutt’altro uso. Secondo il direttore dello scavo, Frank Giecco, l’oggetto potrebbe aver fatto parte di finimenti per cavalli. Tuttavia, la sua esatta funzione rimane incerta, lasciando spazio a varie ipotesi tra cui l’idea che potesse trattarsi di un peso per una gualdrappa o una tenda. E i simboli? Cosa rappresenta? Ce ne occupiamo in questo articolo.

Storia di Carlisle e del sito di scavo

Carlisle si trova nel nord-ovest dell’Inghilterra, non lontano dal confine con la Scozia. Durante il periodo romano, questa città, chiamata Luguvalium, svolgeva un ruolo strategico cruciale come avamposto militare vicino al Vallo di Adriano. Fondata intorno al I secolo d.C., Carlisle divenne rapidamente un importante centro urbano e militare, vista la sua vicinanza al confine settentrionale dell’Impero Romano in Britannia. La città era protetta da una robusta fortificazione e, grazie alla sua posizione, divenne un nodo di collegamento tra i territori romani e le terre oltre il Vallo di Adriano.

Le terme romane, scoperte nei pressi di Carlisle, testimoniano la ricchezza e l’importanza della città. Gli edifici termali erano fondamentali nella vita romana, non solo per scopi igienici, ma anche come luoghi di socializzazione e relax. Gli scavi in corso stanno rivelando sempre nuovi dettagli sull’architettura e l’organizzazione delle terme romane di Carlisle, dando agli archeologi una finestra su come vivevano e si svagavano i romani di quel periodo.

Gli scavi e il reperto in bronzo

Il reperto rinvenuto è di particolare interesse perché arricchisce le conoscenze sui finimenti per cavalli utilizzati dai romani. A giudicare dalle sue caratteristiche, l’oggetto presenta una struttura robusta e segmentata, con una cavità a un’estremità che potrebbe essere stata utilizzata per agganciarlo a qualche tipo di cinghia o corda. Gli archeologi ipotizzano che tale oggetto potesse essere utilizzato come parte di degli ornamenti dei finimento di un cavallo o di un sistema di pesi per bilanciare o stabilizzare ornamenti decorativi come i drappi sulle bardature dei cavalli, che in alcuni casi erano riccamente decorati.

Gli scavi in corso a Carlisle hanno portato alla luce numerosi reperti che illustrano la varietà di funzioni e oggetti presenti in un insediamento romano. Frank Giecco e il suo team stanno analizzando ogni dettaglio del reperto, anche con l’ausilio di moderne tecnologie che possono rilevare tracce di usura o residui che potrebbero confermare il suo utilizzo.

Ipotesi sul suo utilizzo

Il misterioso oggetto in bronzo potrebbe dunque essere stato utilizzato:

  1. Come parte dei finimenti per cavalli: Questa è l’ipotesi avanzata dal direttore degli scavi. L’oggetto potrebbe essere stato legato a una cinghia o a una parte delle bardature, fungendo da elemento decorativo o da peso per mantenere stabile il finimento durante il movimento.
  2. Come peso per gualdrappe o tende: Alcuni archeologi suggeriscono che l’oggetto potrebbe essere servito a stabilizzare tessuti pesanti, come le gualdrappe per i cavalli da parata o le tende che proteggevano i soldati. Questo tipo di oggetto era utile per impedire che il tessuto venisse sollevato dal vento, mantenendolo stabile.
  3. Come elemento decorativo: Non si esclude che l’oggetto avesse una funzione puramente estetica, una sorta di ornamento metallico aggiunto ai finimenti.

Raffronti con oggetti simili

In altre località dell’Impero Romano, oggetti simili sono stati rinvenuti e studiati per comprenderne la funzione. Online e nei cataloghi archeologici esistono immagini di finimenti di cavalli romani con dettagli metallici simili. Tuttavia, la forma particolare di questo reperto rimane piuttosto rara, e il confronto con oggetti di altre regioni potrebbe fornire ulteriori indizi. Analogie con decorazioni o pesi utilizzati su altri materiali come tende o stendardi suggeriscono che l’oggetto potrebbe non avere una funzione univoca.

Un triscele romano? Analisi della forma dell’oggetto

La forma dell’oggetto, con i suoi tre rigonfiamenti sferici collegati a una cavità, solleva un’interessante ipotesi: potrebbe rappresentare una sorta di triscele. Il triscele è un simbolo antico costituito da tre elementi curvati che si uniscono in un punto centrale. La sua origine risale a diverse culture, ma è particolarmente noto in contesti greci e celtici, e talvolta appare anche in ambiti romani come motivo decorativo.

Il triscele è associato a simbolismi complessi, spesso legati al movimento perpetuo, alla ciclicità, alla forza e alla simmetria. In particolare, nella cultura celtica, che aveva una presenza significativa nelle regioni a nord del Vallo di Adriano, il triscele simboleggiava poteri soprannaturali e legami con il mondo spirituale. Nei contesti romani, un simbolo simile potrebbe essere collegato a popolazioni celtiche romanizzate o a romani di vecchia data, come i Galli, che non avevano comunque rinunciato ai simboli collegati alla propria origine.

In Inghilterra i Galli di Francia e Belgio o Cenomani di Lombardia costituirono truppe scelte e fedeli.

Simbolismo e ipotesi funzionali

Se l’oggetto rinvenuto a Carlisle fosse effettivamente ispirato a un triscele, ciò aprirebbe a diverse interpretazioni:

  1. Simbolo decorativo connesso ai Celti romanizzati: Poiché Carlisle si trova nella Britannia settentrionale, una regione che ospitava una miscela culturale di popolazioni celtiche e romane, è possibile che l’oggetto fosse destinato a un pubblico che apprezzava simboli locali reinterpretati secondo lo stile romano. Questo adattamento culturale è visibile in vari manufatti della Britannia romana, che univano elementi di design romano con iconografie indigene.
  2. Oggetto cerimoniale: Il simbolismo del triscele potrebbe indicare che l’oggetto avesse una funzione rituale o di buon auspicio. Potrebbe essere stato utilizzato in eventi cerimoniali legati alla cavalleria romana o come decorazione distintiva su equipaggiamenti militari, conferendo un’aura di protezione o prestigio al cavallo e al cavaliere.
  3. Peso per tenda o gualdrappa di particolare pregio: Se il triscele era percepito come simbolo di protezione o di buon auspicio, l’oggetto potrebbe essere stato utilizzato come contrappeso per una gualdrappa, un mantello o una tenda decorata, destinato forse a un ufficiale di alto rango. La forma a tre estremità sferiche, simile a una struttura triscele, potrebbe aver distribuito il peso in modo uniforme, evitando che il tessuto si sollevasse o si sbilanciasse.

Un triscele fallico? L’ipotesi di un simbolismo unito alla virilità

L’idea che l’oggetto possa combinare la forma del triscele con elementi fallici apre una nuova prospettiva interpretativa, che merita di essere esplorata. Nell’antica Roma, il simbolo del fallo era ampiamente diffuso come emblema di protezione e prosperità, considerato un potente amuleto contro il malocchio e le forze negative. Questa simbologia era spesso visibile negli oggetti decorativi e negli accessori, nonché nelle iscrizioni e nei rilievi architettonici, soprattutto in contesti militari o nei territori di confine come la Britannia.

L’integrazione di un motivo a triscele con simbolismo fallico potrebbe suggerire che l’oggetto avesse una funzione sia pratica sia protettiva, arricchita da un messaggio di forza, virilità e potere. In un contesto romano, queste caratteristiche sarebbero state particolarmente valorizzate, soprattutto nelle aree militari e nelle guarnigioni.

Significato del simbolismo fallico nel mondo romano

Nella cultura romana, l’uso di simboli fallici rispondeva a credenze profonde legate alla protezione e alla fertilità. Questi simboli erano spesso inseriti nei contesti domestici, nelle case, nelle stalle e sui carri, ma anche sugli equipaggiamenti militari. La presenza del fallo era considerata una garanzia di buona sorte e una difesa contro le avversità, e per i soldati romani rappresentava un segno di protezione divina.

Inoltre, il simbolismo fallico era legato anche alla fertilità e alla virilità, qualità associate alla potenza fisica e spirituale dell’uomo. La diffusione di questi simboli lungo il confine settentrionale dell’Impero, come presso il Vallo di Adriano e in Britannia, dimostra come il potere apotropaico del fallo fosse integrato nelle pratiche religiose e culturali anche lontano da Roma.

L’ipotesi di un triscele fallico a Carlisle

Se l’oggetto di Carlisle combina effettivamente la forma del triscele con il simbolismo fallico, questa scelta potrebbe avere un significato specifico nel contesto dell’equipaggiamento militare o dei finimenti per cavalli. L’aggiunta di un elemento fallico avrebbe potuto rafforzare l’aspetto apotropaico dell’oggetto, proteggendo il cavallo e il cavaliere da forze negative e avversità. In un contesto militare, tale simbolo sarebbe servito a infondere coraggio e determinazione ai soldati, attribuendo loro forza e resistenza.

L’ipotesi che l’oggetto sia stato utilizzato come amuleto nei finimenti del cavallo è coerente con la pratica romana di decorare gli animali da guerra con simboli protettivi. In questo modo, il cavallo, prezioso in battaglia e simbolo di potere e velocità, avrebbe goduto di una protezione speciale, derivata dall’unione di due simboli potenti: il triscele, rappresentante equilibrio e continuità, e il fallo, simbolo di virilità e difesa contro il malocchio.

Paragoni iconografici e confronto con reperti simili

Il simbolismo dell’oggetto di Carlisle trova paralleli in altri reperti romani che integrano simboli fallici in contesti militari e di confine. Ad esempio, sono stati rinvenuti diversi amuleti con simboli fallici lungo il Vallo di Adriano e nelle aree limitrofe, spesso destinati a fini protettivi. In alcune raffigurazioni, i simboli fallici sono combinati con altre figure geometriche o animali per rafforzarne l’efficacia protettiva.

L’uso di un simbolo che integra il triscele e il fallo potrebbe quindi non essere casuale, ma piuttosto una scelta intenzionale di sintesi tra la protezione della ciclicità, la stabilità e la forza della virilità. Altri oggetti di epoca romana, come i tintinnabula – piccole campanelle o amuleti fallici appesi nelle case o ai carri – potrebbero offrire un confronto interessante per comprendere meglio il ruolo e il significato dell’oggetto di Carlisle.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa