Pregare o dimenticare? Nessuno potrà mai dirci con certezza cosa volessero dimenticare l’uomo o la donna della romanità che persero un anello con una gemma blu sulla quale era intagliata una scena semplice e misteriosa: un roditore – un ghiro, un topo? – che si avventa su una capsula di semi di papavero. Il ghiro va in letargo; il papavero induce il sonno. Perché dimenticare? Perché addormentarsi? Cosa significa esattamente quell’incisione? Potremmo pensare che la proprietaria o il proprietario di questo anello avesse abbandonato la propria città, forse per una delusione (d’amore?) per una perdita (un lutto?) e si fosse avventurata qui, al nord della Britannia? Arruolarsi o partire come ausiliari per dimenticare un grande dolore? Forse una piccola storia che si intreccia con la grande storia, lasciando di sé una traccia che pulsa.
Durante la campagna di scavo 2024 – appena conclusa – sono stati infatti portati alla luce altri gemme, che testimoniano storie personali. Ne dà notizia Anna Giecco, responsabile di comunicazione degli scavi e delle ricerche di Carlisle, cittadina romana nei pressi del Vallo di Adriano, che ospitava notevoli terme. “Il primo intaglio – dice Anna Giecco – mostra Silvanus, dio della campagna selvaggia e del bosco che tiene un coltello curvo da potatura (falx) e un ramo ed è accompagnato da un segugio”.
“La seconda gemma è collocata in un anello di ferro che mostra un ratto/topo che mordicchia una testa di papavero. Oltre a questi due intagli completi, abbiamo altri due frammenti”.
Anello e pietre si trovavano probabilmente negli ambiti delle aree di scarico associati alle antiche terme della città, un contesto che potrebbe suggerire la caduta accidentale degli oggetti in acqua. Qui ne furono perdute decine e decine, di gemme. Il motivo era il distacco della pietra provocato soprattutto dai bagni nei calidarium che potevano dilatare il metallo dell’anello e ammorbidire la pece utilizzata per rinsaldare la tenuta della pietra. Anche il passaggio improvviso dal caldo al freddo poteva creare instabilità alla pietra. Ciò che resta, oggi, è il meraviglioso repertorio di “pensieri” dei nostri antenati, intagliati nelle pietre dure. La varietà dei soggetti è notevole.
Fatti salve le raccomandazioni agli Dei maggiori, molti di loro si rivolgevano a una divinità particolare o a un pensiero-impresa che diventava progetto di vita. Gli anelli servivano per raccordarsi con questi pensieri ed erano, al tempo stesso, elementi di identità individuale. Le figure venivano utilizzate per sigillare la corrispondenza, ad esempio, per chiudere contratti, come elemento di dichiarazione di identità personale.
La città romana di Carlisle e i ritrovamenti
Carlisle, nota nell’antichità come Luguvalium, era un’importante città romana situata vicino al confine settentrionale dell’Impero, non lontano dal Vallo di Adriano. Le terme, un luogo centrale per la vita sociale e religiosa, sono state il contesto di numerosi ritrovamenti, tra cui gemme intagliate, monete e oggetti votivi. Gli scavi hanno rivelato come questa città fosse un nodo cruciale per il commercio e il culto religioso, dimostrando la varietà culturale della popolazione romana che vi risiedeva. I sigilli raccontano le storie individuali. Pulsano, quasi volessero attrarre l’attenzione di chi guarda verso l’unicità della persona che le indossava.
Le ultime due gemme ritrovate. Significato
Splendida e integra la gemma dedicata a un dio minore. Silvano, noto come Silvanus nella mitologia romana, era il dio dei boschi, delle campagne e della natura selvaggia. La sua figura rappresentava una divinità protettrice dei contadini e dei pastori, spesso associata alla fecondità della terra e alla protezione degli alberi e degli animali. Rappresentato come un uomo robusto e barbuto, a volte con un falcetto o un ramo di cipresso, Silvano era venerato in contesti rurali e boschivi, luoghi dove si credeva potesse intervenire per assicurare la fertilità dei campi e la protezione delle coltivazioni.
Il culto di Silvano si sviluppò probabilmente a partire da influenze italiche pre-romane, ma con l’espansione dell’Impero Romano, questa divinità trovò ampi paralleli nelle culture celtiche della Gallia. In molte regioni galliche, il dio romano fu associato o identificato con divinità locali legate alla natura, come Sucellus o Cernunnos, anch’essi considerati protettori dei boschi e della fauna. Silvano, come Sucellus, spesso simboleggiava la fertilità e l’abbondanza, mentre la figura di Cernunnos, con le sue corna e la sua connessione agli animali selvatici, era affine all’iconografia naturalistica e protettiva del dio romano.
In alcune aree, i Romani integrarono Silvano nei pantheon locali, e la sua iconografia si mescolò a elementi tipici della mitologia celtica, come animali totemici o strumenti tipici. Così, la fusione tra Silvano e divinità galliche riflette il sincretismo religioso tipico delle province romane, dove la popolazione locale incorporava le divinità romane all’interno delle proprie credenze, dando vita a una versione provinciale e sincretica del culto di Silvano, capace di rispondere ai bisogni culturali e spirituali sia dei Romani che delle popolazioni galliche.
Il ghiro-topo e il papavero. Possibili significati
La scena si riferisce probabilmente a un piccolo roditore – un ghiro? – che si avvicina a un frutto. La capsula dei semi potrebbe essere quella del papavero da oppio. Sia il ghiro che il papavero sono simbolicamente legati al sonno e al risveglio. Al dormire per risvegliarsi rinnovati, in Primavera, grazie a Demetra. Demetra che garantisce l’eterno ritorno delle stagioni e il superamento della morte. Ma per rigenerarsi è necessario dimenticare, passare attraverso la fase del sonno, che è una morte simulata. E voi che ne pensate di questa immagine?
Soggetti ricorrenti nelle gemme di Carlisle
Carlisle ha prodotto numerosi esempi di gemme intagliate, molti dei quali raffigurano figure mitologiche o simboliche. Tra i soggetti più comuni nelle gemme rinvenute in questa città figurano:
- Ercole: Simbolo di forza e coraggio, spesso rappresentato con la clava e la pelle di leone.
- Mercurio: Dio dei commerci e della comunicazione, con il caduceo e i sandali alati.
- Venere: Simbolo di bellezza e fertilità.
- Divinità sincretiche: Figure che mescolano attributi di dei romani e locali, adattate alla fede e ai bisogni della popolazione provinciale.