Quelle strane pietre forate furono la base di un balzo tecnologico per le donne e per l’umanità, 12mila anni fa.
E l’invenzione, come tante, è tutta loro. Il problema era sostituire con un meccanismo rotatorio la funzione delle mani che, per aumentare la produttività, dovevano muoversi con molta rapidità. Ma nulla può essere più rapido di un peso che ruota su se stesso. Così, per la filatura tessile, furono inventate le fusaiole rotanti, simili a trottole. Per intenderci. La lana e le fibre tessili sono batuffoloni di pelo informi. I peli sono poi corti ed è necessario attorcigliarli ad altri peli affinché diventino un filo. E la torsione deve essere regolare, anche nel prelievo di materia prima, se vogliamo evitare che si produca un filo con enormi gobbe, in alcuni punti, e sottile fino alla rottura. Per ricavare un vestito o una coperta da una nuvola di lana è necessario, come tutti ben sappiamo, ricavare da essa un filo – operazione di filatura – che poi, può essere tessuto.
E’ chiaro che se la filatura avviene in modo rapidissimo, si possono ricavare numerosi prodotti tessili in più e, con essi, un surplus produttivo che consentiva di andare ben al di là delle necessità familiari e di aprirsi al mercato.
Un recente studio, pubblicato su PLOS ONE, ha analizzato il ruolo di antiche pietre perforate, risalenti a circa 12.000 anni fa, nel processo di filatura e produzione tessile delle comunità neolitiche. Questi ciottoli forati sono emersi da scavi in Israele, evidenziando le capacità artigianali di popolazioni che stavano transitando verso un’economia agricola e stanziale.
Metodi di filatura: un’innovazione pratica
Le pietre perforate sono state usate nei metodi di “filatura supportata” e “filatura a goccia,” due tecniche sperimentate da Yonit Kristal, come dimostrato nelle immagini dell’articolo scientifico. In questi processi, il movimento rotatorio della pietra aiuta a raccogliere il filato, dimostrando come le pietre potessero essere utilizzate per incrementare la produttività tessile, facilitando, poi, la creazione di indumenti e materiali per lo stoccaggio e lo scambio commerciale.
Curiosità sulla somiglianza con le ruote antiche
Sorprendentemente, i ricercatori hanno riscontrato somiglianze tra queste pietre perforate e le prime forme di ruote. Anche se i ciottoli non erano vere e proprie ruote, la loro funzione dimostra una comprensione del movimento rotatorio controllato, un’innovazione che avrebbe condotto alla creazione del tornio e, successivamente, della ruota del carro. Questo studio apre quindi prospettive interessanti sulle origini della tecnologia rotazionale.
Esperimenti e ricostruzioni: i test sul campo
Per verificare la loro teoria, i ricercatori Talia Yashuv e Leore Grosman hanno riprodotto digitalmente e fisicamente i ciottoli forati per testarli in contesti reali di filatura. Utilizzando modelli 3D, sono riusciti a comprendere meglio la funzionalità degli strumenti antichi. La filatura sperimentale ha dimostrato che i ciottoli, se combinati con un fuso, potevano raccogliere il filato con efficienza, supportando la loro ipotesi che queste pietre siano state usate come primordiali strumenti tessili.
Implicazioni tecnologiche e culturali
Le fustelle analizzate riflettono una profonda comprensione del movimento rotatorio, una pratica che, pur essendo semplice, ha influenzato il progresso tecnologico umano. Le pietre perforate non rappresentano solo un esempio di innovazione tecnica, ma testimoniano la creatività delle società neolitiche che cercavano soluzioni pratiche per migliorare la vita quotidiana.
Lo studio di Yashuv e Grosman invita a rivalutare la storia dell’innovazione umana, in particolare il ruolo della rotazione come elemento chiave nella produzione artigianale. Ulteriori ricerche potrebbero approfondire l’uso di altri piccoli strumenti circolari che, fino a ora, potrebbero essere stati trascurati o catalogati in modo errato.
Per approfondimenti, è possibile leggere l’articolo completo su PLOS ONE.
Immagine: Talia Yashuv con Yonit Kristal mentre sperimenta le tecniche di filatura usando i ciottoli perforati presso Nahal Ein Gev II, Israele.