“Cosa sono quei grani di ferro, per terra?” Stop. Nel giardino dei bambini arrivano gli archeologi. Sono del I secolo? A cosa servivano? E com’era la gamma completa?

Sembrano grani di pepe maturo, ma da vicino, la loro natura è presto chiarita. Sono grumi di ferro, ben lavorati, però. Non semplici rifiuti di fusione. Gli archeologi ora indicano il bordo dell’oggetto da cui erano attorniati. Ora tutto appare più chiaro.

Durante uno scavo in un’area giochi per bambini adiacente al campo militare romano di Haltern am See, nella Germania settentrionale, archeologi dell’Associazione Regionale di Westfalia-Lippe (LWL) hanno appena portato alla luce reperti risalenti al I secolo d.C. Tra questi figurano una calzatura chiodata – ecco, è lei, l’oggetto misterioso – un pezzo da gioco in vetro e tracce della cinta muraria in legno e terra del campo.

Gli scavi, iniziati quest’estate, si sono svolti in concomitanza con lavori di costruzione nel parco giochi. La vicinanza al campo militare di Aliso, fortificazione chiave costruita sotto Augusto per la conquista della Germania Magna, rendeva il sito promettente per ritrovamenti archeologici. Quasi tutte le calzature, per esterno erano chiodate. L’altezza dei chiodi dipendeva dalle prestazioni richieste alla scarpa. Chi chiediamo però sulla pietra come funzionassero. Riuscivano a non essere scivolose?

Aliso: baluardo romano nella Germania Magna

Aliso fu edificato durante il regno di Augusto come parte della strategia per creare la provincia di Germania Magna, un territorio che avrebbe dovuto estendersi dal Reno alla Vistola e dal Danubio al Mare del Nord. Questo sogno espansionistico fu però infranto nel 9 d.C. dalla disastrosa sconfitta di Teutoburgo, dove tre legioni romane furono annientate da Arminio, leader della tribù germanica dei Cherusci e alleato traditore di Roma.

Dopo la vittoria, Arminio assediò Aliso, ma la guarnigione romana riuscì a resistere e a fuggire, facendo di Aliso l’ultimo dei sei campi di Augusto a rimanere sotto il controllo romano fino al 16 d.C.

Scavi precedenti avevano già rivelato tracce dell’assedio, tra cui proiettili di fionda in piombo e pietra, punte di freccia e fosse comuni, oltre ai resti delle porte sud, ovest ed est del campo. L’area giochi, situata sulla cinta muraria in legno e terra, ha restituito non solo tracce di pali strutturali, ma anche forni per il pane, fosse di scarto e, in una di queste, il frammento della calzatura.

La calzatura chiodata: una caliga romana

Il reperto più affascinante dello scavo è una calzatura militare, una caliga, caratterizzata dalla presenza di numerosi chiodi nella suola. Il cuoio della scarpa si è completamente decomposto nel terreno sabbioso di Haltern, ma i chiodi, utilizzati per fissare i tre strati di cuoio della suola, sono rimasti intatti.

Secondo il restauratore Andreas Weisgerber, il reperto presenta una piega a 90 gradi nell’area del tallone, indicando che la scarpa potrebbe essere stata gettata perché danneggiata o usurata. Le analisi hanno rivelato che la suola aveva uno spessore di circa 0,8 cm, tenuta insieme da 60 chiodi per ogni piede, con le estremità ripiegate verso l’alto per maggiore stabilità.

Differenze nelle calzature romane: uomini e donne

La scoperta offre l’opportunità di approfondire le diverse tipologie di calzature romane e il loro uso. Le calzature romane erano straordinariamente diversificate, adattandosi a funzioni specifiche e ruoli sociali.

  • Caligae: scarpe militari, robuste e chiodate, indossate dai legionari e ausiliari. Erano aperte, simili ai sandali, e offrivano protezione e trazione sui terreni accidentati delle campagne militari. Non erano usate con calze, poiché i chiodi nella suola avevano un effetto simile a un massaggio, utile per la circolazione sanguigna durante le lunghe marce.
  • Soleae: sandali semplici con suole di cuoio, usati prevalentemente in contesti domestici o nelle regioni più calde.
  • Calcei: scarpe chiuse con lacci, utilizzate da cittadini romani per occasioni formali e in città.
  • Calzature femminili: le donne romane indossavano solitamente sandali e calcei, ma questi si distinguevano da quelli maschili per l’eleganza e i materiali. Le scarpe femminili erano spesso decorate con ornamenti metallici, ricami o tinture in colori vivaci come il rosso o il giallo. Alcune avevano suole sottili e morbide, ideali per ambienti interni, mentre altre erano più robuste per usi all’aperto.

La distinzione di genere nelle calzature rifletteva lo status sociale e il ruolo culturale attribuito a uomini e donne nell’Impero romano. Le scarpe da donna potevano essere un segno di raffinatezza e spesso venivano fabbricate con materiali pregiati, come pelli finemente lavorate e tessuti decorati.

Una finestra sulla vita quotidiana

Questa caliga, sebbene apparentemente umile, racconta molto della vita quotidiana nel campo di Aliso: la durezza delle marce, l’importanza della resistenza e l’ingegnosità dei romani nell’adattare gli strumenti della vita quotidiana alle esigenze militari. La sua scoperta, insieme agli altri reperti, arricchisce la nostra comprensione di un momento cruciale della storia romana, dove l’ambizione di espansione si scontrò con le insidie dei confini nordici.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa