Nel suo insieme lo scavo rinvia a qualcosa che sta tra l’archeologia e l’arte contemporanea. Forme che fanno apparire questi resti come un’istallazione rigorosa sotto il profilo formale. Qualcosa che potrebbe andare bene alla Biennale. In realtà è l’integrazione tra un intervento antico e lo scavo compiuto dagli archeologi.
Gli scavi condotti dall’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) sotto l’Avenida Chapultepec, a Città del Messico, hanno portato alla luce i resti di questo, che è un porto preispanico. Un’importante scoperta che arricchisce la conoscenza della capitale azteca, Tenochtitlán. Questo porto si trovava originariamente sulle rive della penisola ai piedi della collina di Chapulín, in una zona strategica per la navigazione e il commercio. E lì sotto, gli archeologi, hanno trovato anche oggetti, che esamineremo in fondo all’articolo.
La città, come una Venezia nel lago. Distrutta dagli spagnoli
Tenochtitlán, la leggendaria capitale dell’impero azteco, era stata fondata nel 1325 su una serie di isole nel lago Texcoco, un vasto bacino lacustre che dominava la valle centrale del Messico. La città, pianificata con straordinaria precisione, si distingueva per la sua rete di canali, ponti e chinampas (isole artificiali per l’agricoltura). Al centro sorgeva il Templo Mayor, dedicato alle divinità Huitzilopochtli e Tlaloc, simbolo del potere spirituale e politico dell’impero.
Tenochtitlán divenne rapidamente una delle città più grandi e influenti del mondo precolombiano, con una popolazione che si stima abbia superato i 200.000 abitanti. Il suo mercato principale, Tlatelolco, era un vivace centro di scambio dove si commerciavano beni provenienti da tutto il Mesoamerica, come cacao, piume di quetzal e ossidiana.
Nel 1521, dopo un lungo assedio guidato da Hernán Cortés e dai suoi alleati indigeni, Tenochtitlán cadde sotto il controllo spagnolo. La città fu poi rasa al suolo e sulle sue rovine sorse Città del Messico, simbolo del dominio coloniale. Con il passare dei secoli, il lago Texcoco fu gradualmente prosciugato per creare spazio all’espansione urbana, trasformando radicalmente il paesaggio naturale della regione.
Nonostante la distruzione fisica, l’eredità di Tenochtitlán sopravvive nella cultura messicana odierna, attraverso i suoi simboli, le tradizioni e le narrazioni storiche. Il ricordo della sua grandiosità si riflette anche nelle scoperte archeologiche, come il porto preispanico recentemente riportato alla luce, che offre nuove prospettive sulla complessità della città e sulla vita quotidiana dei suoi abitanti.
Scavi e scoperte principali
Durante le recenti indagini archeologiche, sono stati identificati resti di un molo e di un antico canale che collegava un corso d’acqua al lago Texcoco, epicentro della vita economica e sociale dell’Anáhuac prima della conquista spagnola. Secondo gli esperti, il sito ha subito significativi cambiamenti nel corso dei secoli, trasformandosi in un canale navigabile in epoca preispanica, poi in conduttura durante il periodo coloniale e infine nell’acquedotto di Chapultepec nel XVIII secolo.
Tra gli elementi più suggestivi scoperti ci sono 40 pali di legno d’abete, utilizzati per consolidare il molo e le pareti del canale. Questo legno, noto per la sua resistenza all’acqua, ha permesso al sito di conservarsi parzialmente nel tempo. Inoltre, sono stati rinvenuti resti botanici, come semi e radici, che suggeriscono una dieta composta da zucca, pomodori e altre piante locali.
Gli oggetti trovati sul fondo del bacino
Gli archeologi hanno trovato ceramiche rituali con simboli solari, incensieri e manufatti coloniali come macuquinas (antiche monete coniate). Questi oggetti rivelano la continuità culturale e l’adattamento del sito dopo l’arrivo degli spagnoli. La mappa di Santa Cruz, una rappresentazione del XVI secolo di Città del Messico, conferma l’importanza del canale: mostra canoe e piccole imbarcazioni che attraversano l’area, evidenziando il ruolo cruciale del porto per la mobilità urbana e il commercio.
Implicazioni archeologiche e urbanistiche
La scoperta si inserisce nel contesto del progetto di riqualificazione dell’Avenida Chapultepec, volto a restituire spazio ai pedoni e a celebrare il patrimonio culturale della città. La nuova area, che integra verde urbano e percorsi pedonali, rappresenta un’opportunità per ricordare il passato preispanico della capitale e stimolare la riflessione sulla sua evoluzione storica.
Questa scoperta non solo illumina il passato di Tenochtitlán, ma rafforza anche il ruolo del patrimonio archeologico come strumento per comprendere le radici storiche di una città dinamica come Città del Messico