Prese la spada, la spezzò… Indagini su una spada del X secolo trovata nel fiume. Chi la gettò? Che significava spezzare le armi? Rispondono gli archeologi

L’ha vista guizzare sul fondo, come guizzano illusoriamente, a causa del fluire luminoso della corrente e delle ombre delle onde, le immagini dei tronchi sul fondale. La croce dell’elsa non gli ha lasciato dubbi. Così, rapidamente, è avvenuto il recupero. Spada spezzata. Chi la gettò? Fu un cavaliere come San Galgano – a rendere inoffensiva la propria arma? O fu un uomo che vinse un duello e che gettò, là sotto, la spada del nemico appena trafitto?

Un tesoro storico di grande rilevanza è recentemente entrato a far parte, in questi giorni (2024) delle collezioni del Muzeum Wojska di Białystok, in Polonia. Si tratta di quellaspada risalente al IX-X secolo, appartenente al tipo utilizzato dai Vichinghi e probabilmente legata alle popolazioni baltiche. Avanzano, frattanto le ipotesi per le quali – le vedremo più sotto, nell’articolo – la spada fu deliberatamente spezzata. Analizzeremo tutte le possibili ragioni per le quali le armi venivano, nel passato prossimo o remoto, ritualmente neutralizzata. L’arma, scoperta nel 2022 nelle acque del fiume Supraśl da un dipendente del museo, rappresenta uno degli esemplari più rari e meglio conservati del suo genere in Polonia.


Un colpo di fortuna in un fiume millenario

Il manufatto è stato rinvenuto da Szczepan Skibicki, dipendente del museo, durante un’immersione subacquea estiva nel fiume Supraśl, situato nella regione di Podlachia. Un cambiamento nel flusso del fiume aveva rimosso uno strato di sabbia, portando alla luce il reperto. Una volta individuata, la spada è stata prontamente messa in sicurezza in un ambiente umido per preservarla dall’esposizione all’ossigeno, che avrebbe accelerato il processo di degrado.

Il ritrovamento è stato descritto come un evento eccezionale. “È stato come vincere la lotteria,” ha dichiarato Skibicki ai giornalisti. La spada è stata accompagnata da frammenti di ceramica, chiodi e altri piccoli manufatti metallici, suggerendo la possibilità che l’area fosse un antico punto di attraversamento o un sito di scontro armato. Secondo gli storici, l’arma potrebbe essere stata persa durante una battaglia o una traversata fluviale, forse appartenuta a un guerriero caduto in quelle acque.


La conservazione: una sfida tecnologica

Dopo il ritrovamento, la spada è stata affidata all’Istituto di Archeologia dell’Università Nicolaus Copernicus di Toruń, dove ha subito un delicato processo di restauro durato cinque mesi. Gli specialisti hanno lavorato in ambiente umido per evitare che la spada si disidratasse e per mantenere intatte le sue caratteristiche originali. Il restauro ha incluso:

  • Rimozione delle incrostazioni minerali, senza danneggiare la struttura originale;
  • Analisi dei materiali per identificare le leghe metalliche e le componenti organiche ancora presenti sulla spada, in particolare sulla guardia e sull’impugnatura.

Secondo il dottor Ryszard Kazimierczak, che ha supervisionato il progetto, la spada è unica per forma, struttura e stato di conservazione. Particolarmente interessante è il mantenimento di elementi organici sull’impugnatura, che offrono un prezioso spaccato sulla tecnologia e sull’artigianato del periodo.


Caratteristiche della spada

Questa spada presenta caratteristiche tipiche delle armi vichinghe del tardo IX e del primo X secolo. Tra gli elementi distintivi:

  • Forma della lama: lunga, a doppio taglio, con una larghezza uniforme che suggerisce una progettazione per colpi potenti e precisi.
  • Impugnatura decorata: segni residui di materiali organici indicano una possibile ricopertura in legno o pelle, mentre la guardia potrebbe essere stata arricchita con incisioni o intarsi metallici.
  • Segni di utilizzo: La lama mostra microfratture e graffi, evidenziando il lungo uso in combattimento.

Secondo il direttore del museo, Robert Sadowski, armi di questo tipo sono estremamente rare in Polonia: esistono solo tre o quattro esemplari simili in tutto il Paese.


Contestualizzazione storica: un’arma tra Vichinghi e Baltici

La spada è attribuita alla cultura vichinga o alle popolazioni baltiche, entrambe presenti nell’area nel primo Medioevo. Nel IX-X secolo, queste regioni erano attraversate da importanti rotte commerciali e militari, in cui i Vichinghi giocavano un ruolo cruciale come mercanti, guerrieri e colonizzatori.

La presenza di manufatti vichinghi in Polonia non è sorprendente: le cronache e le evidenze archeologiche indicano una fitta rete di scambi tra le popolazioni locali e i navigatori scandinavi, che utilizzavano fiumi come il Supraśl per muoversi tra il Mar Baltico e l’Europa centrale.


Le armi venivano spezzate in passato per diverse ragioni, molte delle quali legate a credenze religiose, rituali funerari o pratiche culturali. Ecco un’analisi dettagliata di questi motivi:


1. Offerta votiva

Spezzare un’arma era un gesto simbolico comune nelle pratiche rituali di molte culture antiche.

  • Atto di consacrazione: Le armi spezzate venivano dedicate alle divinità come offerta votiva, simbolizzando il sacrificio di un oggetto prezioso. Ad esempio, nel mondo celtico e germanico, le armi distrutte venivano gettate in fiumi, laghi o paludi, luoghi considerati sacri.
  • Deprivazione funzionale: Rompendo un’arma, si garantiva che fosse esclusivamente dedicata agli dèi e non potesse essere riutilizzata.

2. Simbolismo funerario

Le armi spezzate accompagnavano spesso i defunti nelle tombe come parte di un rituale funerario.

  • Fine della funzione terrena: Spezzare l’arma simboleggiava che il suo proprietario non ne avrebbe avuto più bisogno nel mondo dei vivi.
  • Trasferimento al regno dei morti: In alcune culture, si riteneva che l’oggetto, reso inutilizzabile, avrebbe seguito il guerriero nell’aldilà in una forma spirituale.
  • Onore al defunto: Distruggere un’arma preziosa ne enfatizzava il valore e l’importanza della perdita per la comunità.

3. Sanzione postuma

In alcuni casi, le armi venivano distrutte intenzionalmente come punizione simbolica per il loro proprietario, magari perché sconfitto in battaglia o disonorato.

  • Segno di disonore: Spezzare l’arma di un nemico sconfitto significava privarlo della sua dignità e della sua capacità di combattere.
  • Fine della minaccia: Distruggendo l’arma di un avversario, si eliminava ogni possibilità che potesse essere usata di nuovo contro i vincitori.

4. Rituali di passaggio

La distruzione delle armi poteva segnare momenti importanti nella vita di una persona o di una comunità.

  • Fine di un conflitto: Spezzare armi al termine di una guerra simboleggiava la fine delle ostilità e un impegno per la pace.
  • Rituali di iniziazione: In alcune società, la distruzione di un’arma poteva rappresentare il passaggio da una fase all’altra della vita, come l’entrata nell’età adulta.

5. Distruzione intenzionale per evitare il riutilizzo

Quando un esercito o un gruppo si ritirava, poteva distruggere le proprie armi per impedire che cadessero nelle mani del nemico.

  • Strategia militare: Spezzare spade, piegare lame o bruciare scudi assicurava che il nemico non potesse trarne vantaggio.

6. Motivazioni ideologiche o religiose

In alcuni contesti storici, le armi venivano spezzate per esprimere una scelta ideologica.

  • Rinuncia alla violenza: In periodi di conversione religiosa, come con la diffusione del cristianesimo, alcuni gruppi distruggevano armi per segnare l’abbandono del loro passato bellicoso.

Esempi archeologici

  • Depositi celtici: Numerosi depositi votivi celtici in Europa centrale contengono armi spezzate, spesso piegate o intenzionalmente danneggiate.
  • Tombe vichinghe: In Scandinavia, le spade trovate in tombe vichinghe sono spesso spezzate o piegate, probabilmente per simboleggiare il loro trasferimento nell’aldilà.
  • Cimiteri romani: In alcune necropoli romane, le armi spezzate accompagnavano i soldati, indicando un legame simbolico con il loro status di guerrieri.

Conclusione

Spezzare le armi era un gesto carico di significati simbolici, che variavano a seconda del contesto culturale e storico. Non solo rappresentava un atto pratico o rituale, ma comunicava messaggi profondi legati alla devozione religiosa, all’onore personale e alle dinamiche sociali. Questo fenomeno offre oggi agli archeologi una finestra unica per comprendere le credenze e i valori delle antiche civiltà.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa