Questo blocco di peperite fu prelevato a un chilometro lontano da questo punto e portato qui. Aveva una precisa funzione monumentale. Quale? La risposta viene dal sollevamento del blocco, grazie a resistenti corde e alla benna della ruspa.
Nel contesto dell’ampliamento dell’autostrada A75, vicino a Clermont-Ferrand, un’importante indagine archeologica è stata condotta sul sito neolitico di Pontcharaud e ora l’Inrap presenta i risultati, anche alla luce dei test di laboratorio. Situato lungo la riva sinistra del torrente Artière, affluente dell’Allier, il sito occupa una piccola altura sabbiosa che domina le pianure alluvionali della Limagne, con il vicino vulcano Puy de Crouel come potenziale fonte di materiali litici.
Un insediamento plurimillenario
Pontcharaud si è rivelato un luogo di occupazione umana continuativa per circa 4000 anni, coprendo quasi interamente il periodo neolitico. Le indagini hanno portato alla luce 285 strutture, tra cui oltre 50 sepolture, evidenziando una commistione di spazi domestici e funerari che si sono alternati nel tempo. Le datazioni al radiocarbonio hanno permesso di delineare diverse fasi cronologiche, offrendo un quadro dettagliato dell’evoluzione culturale e delle pratiche funerarie nella regione dell’Alvernia. Risulta notevole assistere all’interno di questo spazio allo sconvolgente arrivo della pratica dell’incinerazione, evidentemente collegata ai progressi tecnologici e tecnocratici che avvengono con la scoperta della produzione del rame e con la nascita delle fucine.
Le tombe più antiche
Le sepolture di Pontcharaud rappresentano una straordinaria varietà di pratiche funerarie. La maggior parte delle tombe risalenti al Neolitico medio consiste in semplici fosse dove i defunti venivano deposti su un fianco in posizione flessa, spesso senza corredo funerario. Una delle sepolture più antiche, identificata come la tomba 5085 e datata tra il 4456 e il 4332 a.C., presenta un corpo accompagnato da oggetti simbolici e pratici:
- Un oggetto in legno di cervo con una perforazione, forse un simbolico scettro.
- Due tige in osso di cervo, interpretate come spille per abiti.
- Una difesa di cinghiale attorno al braccio sinistro, forse un bracciale completato da materiali organici ormai scomparsi.
- Un vaso in ceramica deposto ai piedi del defunto, apparentemente sacrificato prima dell’inumazione.
Architetture funerarie in pietra
Accanto alle tombe più semplici, il sito testimonia l’uso di architetture funerarie in pietra:
- Tomba 5130: datata tra il 4344 e il 4061 a.C. aC, la sepoltura 5130 si presentava sotto forma di una lastra di peperite distesa, la cui rimozione ha messo in luce quattro lastre di bordo che formano una cassa principale e altre lastre a ovest che formano un tronco secondario. La tomba fu destinata a contenere il corpo di un bambino
- Tomba 5201: la più elaborata, con un pavimento lastricato in pietra e un perimetro murato in encorbellement, probabilmente originariamente coperto da un tumulo. Questa tomba ospitava tre individui, tra cui uno datato tra il 4344 e il 4061 a.C.
Evoluzione delle pratiche funerarie
A partire dal IV millennio a.C., emerge l’uso della cremazione, con due tombe che attestano questa pratica. In una di queste, una cremazione è stata trovata accanto a un grande recinto funerario, segnalando un cambiamento nelle tradizioni rituali. Parallelamente, si osserva la persistenza di inumazioni, spesso caratterizzate da elementi in ceramica di stile regionale, come il Chasséen di tipo “Champ-Madame”.
La relazione tra l’incinerazione e l’avvento dell’età dei metalli è un tema che ha affascinato studiosi di archeologia e antropologia per decenni. Sebbene non esista una connessione universale e deterministica, ci sono alcune correlazioni culturali, tecnologiche e simboliche che meritano di essere esaminate.
Incinerazione e tecnologia metallurgica
L’incinerazione come pratica funeraria si diffonde in modo significativo durante l’età dei metalli, in particolare nel Bronzo Medio e Tardo. Questo potrebbe essere legato alla crescente padronanza delle tecniche di manipolazione del fuoco, essenziale per la fusione e lavorazione dei metalli. La conoscenza necessaria per creare e mantenere alte temperature, utilizzata inizialmente per fondere metalli come rame, bronzo e, successivamente, ferro, potrebbe aver influenzato anche le pratiche rituali e funerarie.
- Controllo del fuoco: La capacità di mantenere un fuoco ad alta temperatura per la cremazione è simile a quella richiesta per le fornaci metallurgiche. Ciò suggerisce che le competenze tecniche sviluppate per la metallurgia potrebbero essere state applicate anche nei riti funerari.
- Simbolismo del fuoco: Il fuoco, che trasforma i metalli grezzi in oggetti raffinati, potrebbe aver assunto un ruolo simbolico di purificazione e trasformazione dell’anima dei defunti.
Incinerazione e cambiamenti culturali
L’avvento dei metalli portò profondi mutamenti sociali ed economici, che influenzarono anche i sistemi di credenze e i rituali funerari:
- Stratificazione sociale: L’età dei metalli vide l’emergere di élite sociali che utilizzavano oggetti metallici come simboli di status. La cremazione, con l’incenerimento del corpo e, talvolta, dei beni funerari, potrebbe aver rappresentato un modo per “elevare” il defunto al di sopra del mondo terreno.
- Mobilità: Con la crescente mobilità delle società nell’età dei metalli, la cremazione potrebbe essere diventata una soluzione pratica per comunità nomadi o semi-nomadi, in quanto riduceva la necessità di sepolture permanenti e consentiva il trasporto delle ceneri.
Cambiamenti climatici e risorse naturali
Alcuni studiosi hanno suggerito che la diffusione della cremazione possa essere collegata a fattori ambientali e all’uso del legname per la metallurgia:
- Disponibilità di legna: La metallurgia richiedeva grandi quantità di combustibile, spesso legna. È possibile che la competizione per questa risorsa abbia reso la cremazione una scelta più sostenibile rispetto a costruire tumuli o sarcofagi.
- Clima e suolo: In alcune regioni, la conservazione del corpo nel terreno poteva essere meno praticabile a causa di terreni poveri o condizioni climatiche che favorivano la decomposizione rapida. La cremazione assicurava una conservazione rituale più immediata e simbolicamente significativa.
Prospettive simboliche e religiose
Il passaggio all’età dei metalli coincise con un’evoluzione delle credenze riguardanti la vita dopo la morte. Il fuoco potrebbe aver assunto nuovi significati:
- Purificazione e rinascita: In molte culture, il fuoco è visto come un mezzo di purificazione e trasformazione. Nelle società dell’età del bronzo e del ferro, l’incinerazione potrebbe aver rappresentato una metafora della rigenerazione spirituale, un parallelo alla trasformazione del metallo grezzo in oggetto prezioso.
- Connessione con il cielo: L’atto di bruciare i corpi potrebbe essere stato interpretato come un modo per inviare il defunto al regno celeste, un tema comune nelle culture indoeuropee che emerge durante l’età dei metalli.
Conclusione
La relazione tra incinerazione e avvento dell’età dei metalli sembra essere multifattoriale, intrecciando progressi tecnologici, trasformazioni culturali e cambiamenti simbolici. Se da un lato il controllo del fuoco per la metallurgia ha fornito i mezzi tecnici per la cremazione, dall’altro l’evoluzione sociale e spirituale dell’umanità ha favorito la diffusione di questa pratica come espressione di nuove concezioni del rapporto tra vita e morte.