Ritorno ad Alessandria.
L’Ascensione di Francesco Crivelli (1576-1577 ca.) per l’altare maggiore di San Marco –
a cura di Olga Piccolo, Lorenzo Mascheretti, Roberto Livraghi
Alessandria, Palazzo Cuttica di Cassine
16 dicembre 2021 – 6 febbraio 2022
In occasione delle festività natalizie, il Comune di Alessandria organizza, per la prima volta, l’esposizione al pubblico dell’opera “Ascensione di Cristo” di Francesco Crivelli, olio su tela della seconda metà del XVI secolo apparsa come anonima sul mercato antiquario francese nel 2020 e ora restituita alla committenza dei marchesi Cuttica di Cassine, che la ordinarono per l’altare maggiore della chiesa domenicana di San Marco in Alessandria.
La mostra-dossier, curata da Olga Piccolo, Lorenzo Mascheretti e Roberto Livraghi, è il risultato di ricerche archivistiche e documentarie e indagini storico-artistiche che hanno permesso di ricostruire ex novo le vicende di commissione e dispersione del dipinto, realizzato attorno al 1576-1577 dal pittore di formazione lombardo-veneta Francesco Crivelli (1520-1580 ca.).
La paternità dell’opera è attestata dalla firma abbreviata («Frco. Crlo f».) posta nella porzione destra della tela. Durante il restauro è emersa, inoltre, lungo il margine inferiore sinistro, un’iscrizione seicentesca in lettere capitali («[C]ESAR CVTICA / [C]ASSINI MARCHIO») che attesta la commissione da parte del marchese Cesare Cuttica (o Codega) di Cassine. Nella tela questi è ritratto, sotto la scena sacra, assieme alla moglie Tomasa Guasco, alla figlioletta Laura e al neonato Lorenzo.
Nel 1576, Cesare Cuttica aveva, infatti, commissionato la realizzazione di un’ancona con l’Ascensione di Cristo da collocare sull’altare maggiore della chiesa domenicana di San Marco ad Alessandria, trasformata nella nuova cattedrale della città dopo la soppressione (1802) dell’attiguo convento in età napoleonica. Attraverso il rinvenimento di fonti inedite conservate presso l’Archivio di Stato di Alessandria, si è potuto rilevare che l’opera, nel corso del Seicento, ha subito un trasferimento all’interno della chiesa, venendo traslata dall’altare maggiore a un altare laterale vicino al sepolcro della famiglia Cuttica.
I Cuttica dovettero definitivamente ritirare l’Ascensione dopo la soppressione per collocarla nel palazzo di famiglia e deciderne infine l’alienazione attorno al 1812, in seguito ad alcuni rovesci di fortuna. L’esposizione si configura come dono temporaneo alla cittadinanza e si incentra idealmente sul ritorno dell’opera di Crivelli nella città per la quale fu pensata e in particolare nel palazzo della famiglia dei committenti, sito proprio di fronte all’antica chiesa domenicana di San Marco. In occasione dell’esposizione, a ingresso libero, sarà a disposizione del pubblico un depliant esplicativo, di agile accompagnamento alla visita, e sarà acquistabile il volume di Olga Piccolo, Lorenzo Mascheretti, Francesco Crivelli “primo nel fare ritratti”. Appunti per iniziare un catalogo, Scripta Edizioni, Verona 2021.
Francesco Crivelli
Biografia un sintesi
Francesco Crivelli appartiene a una famiglia di orafi: è il figlio minore di Giovanni Battista, milanese ma con frequentazioni a Venezia; suoi fratelli sono Gaspare, gioielliere e astrologo dilettante, e Paolo, a sua volta orafo ed esperto di pietre preziose, poeta e amico di letterati, oltre che animatore a Venezia di circoli letterari e artistici dalle tendenze non del tutto ortodosse.
Da una lettera del 7 novembre 1537 di Pietro Aretino indirizzata proprio a Paolo Crivelli, in cui i familiari del destinatario sono elogiati per i rispettivi meriti professionali, si ricava che Francesco era nato verso il 1520-1521, poiché nel testo è definito di «quindeci anni o sedici». Un’altra missiva del febbraio del 1545 scritta da Lodovico Dolce ancora a Paolo informa che il giovane pittore fu a Roma ove ebbe modo di copiare il Giudizio universale di Michelangelo.
Francesco godette di una larga fama già presso i contemporanei: fu celebrato da Paolo Morigia come «valente nella Pittura, et […] primo nel fare i ritratti» (1619). A Milano, tra i suoi estimatori è da annoverare Giuliano Gosellini, che in alcune Rime lo ricordò come autore di ritratti oggi purtroppo perduti, in particolare di un’effigie del Governatore di Milano, Ferrante Gonzaga, di cui lo stesso Gosellini era segretario.
Nel giugno del 1577 al pittore Francesco Crivelli fu accordata una patente che gli consentisse di raggiungere Alessandria da Milano “con alcune tele et tavole de retratti”. Tra gli incarichi che questi avrebbe svolto in città è da riconoscere quello per i marchesi Cuttica di Cassine, alla cui committenza viene ora ricondotta la tela con Cristo in gloria tra la Vergine e san Giovanni Evangelista con due donatori apparsa recentemente in asta a Parigi come anonima.
Si tratta di una prima aggiunta al catalogo di Francesco Crivelli, artista gravitante attorno a Milano e Venezia e discendente da una nota famiglia di orafi, in stretto contatto con Pietro Aretino e Lodovico Dolce. Le fonti di Cinque-Seicento lodavano Francesco per le sue abilità di ritrattista ed è lui l’autore di un celebrato ritratto di Ferrante Gonzaga, non ancora ritrovato.
Il saggio presenta un primo profilo biografico del pittore, contestualizzato nel panorama della scuola di pittura lombardo-veneta del secondo Cinquecento, e intende agevolare l’aggiunta di altre opere al suo ancora troppo esiguo catalogo.