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All’ex Cartiera Latina di Roma la collettiva di fiber art “Remanso”. Cos’è la fiber art?


All’ex Cartiera Latina di Roma, dal prossimo 9 ottobre, la collettiva di fiber art “Remanso”, a cura di Constanza Villarreal, in collaborazione con Vittorio Beltrami. Dieci artisti nazionali ed internazionali in esposizione che raccontano ed interpretano le mille sfaccettature della manipolazione e sperimentazione della Fiber Art, spingendosi a superare i limiti materiali utilizzati, ognuno con il proprio stile personale ed unico.

La fiber art è una corrente artistica nata nel Novecento i cui artisti usano fibre tessili, tessuti o filati.

In mostra le opere di: Carolyn Angus, Marina Buening, Pasquale Nero Galante, Anita Guerra, Roberto Mannino, Emanuela Mastria, Claudio Orlandi, Sahoko Takahashi, Olga Teksheva e Constanza Villarreal. Come dichiara Vittorio Beltrami: “Grazie ad una felice intuizione della pittrice argentina Constanza Villarreal, prende forma la collettiva di arte contemporanea Remanso, ispirata a quel particolare momento di sospensione che le sue parole felicemente raccontano meglio di qualunque definizione.”

Constanza Villarreal, curatrice della mostra, afferma: “Questa mostra riunisce dieci artisti di Roma di diverse origini che lavorano con la fibra e portano con loro le diversità culturali e la loro visione unica, in un esercizio di trasformazione caratterizzato da collaborazione, comunità e convivialità. La loro arte combinata costituisce un rifugio per la contemplazione, la riflessione e, in definitiva, la trasformazione personale. La mia ispirazione per questa mostra è iniziata con una visione poetica di un paesaggio che chiamo “Remanso”. Questa visione è rappresentata da un fiume che si è stancato di correre, a favore della lentezza. Remanso rappresenta un’oasi o un rifugio che invita a rallentare e a contemplare i propri viaggi; per immergersi nella profondità dell’acqua limpida o nelle stelle che splendono in alto. L’ex Cartiera Latina che ospita questa mostra è lambita da un fiume che storicamente ha utilizzato per trasformare i materiali e questa antica vocazione fa eco ai lavori presentati.”

I dieci artisti coprono un’ampia gamma di stili, concetti e materiali.

L’artista giapponese Sahoko Takahashi, tesse nastri di carta, saturi delle sue immagini familiari, per rivelare il mistero e la natura circolare dietro la vita, la morte e la rinascita.

L’installazione di Olga Teksheva “Tesori nascosti” ci riporta alla sua infanzia, utilizzando fili sospesi e colorati come una capsula del tempo per oggetti ed esperienze di vita che ci invitano ad osservare la complessità che si cela sotto.

Marina Buening ci invita a concentrarci sulla fragilità attraverso i suoi ultimi lavori di porcellana dove incorpora la carta e altri materiali clay “The World is Fragile and So am I” organismi fragili la cui materia e presenza servono a ricordare la bellezza e la fragilità del nostro ambiente.

La fragilità è anche in mostra nelle grandi fotografie di Claudio Orlandi: tessuti simili alla pelle che ricoprono ghiacciai monumentali per impedirne il loro scioglimento.
Anita Guerra, di origine cubana, usa il realismo e il ricamo per costruire un’installazione multistrato che intreccia la mitologia con il paesaggio del presente in un continuum dinamico dello spazio temporale.
I paesaggi sono anche un tema centrale in “Angelica” di Emanuela Mastria, la sua ultima installazione ispirata al personaggio femminile del poema cavalleresco “Orlando furioso”, dove crea un paesaggio amichevole e immaginario attraverso elementi di carta fatta a mano con dettagli botanici e passaggi letterari per fornire un luogo di riflessione e solitudine.

Roberto Mannino esplora i fenomeni sottili e naturali che si verificano durante la trasformazione della materia fisica, come la fibra di cellulosa, per ridefinire i confini e i comportamenti creativi della carta fatta a mano.

Questa attenzione alla manipolazione materica è presente anche nel dittico di Pasquale Nero Galante, l’opera dell’artista salentino, ci fa immergere in un moto che si ripete, si sovrappone e si stratifica, addensandosi sotto il peso di lunghi giorni di lavoro; è tessuto e vissuto, è superficie e fondale che si velano in una coltre di nebbia che sfasa e turba il sentire, come descritto da Vittorio Beltrami.

Altri artisti esplorano i processi organici, come i disegni a matita su carta modellata di Carolyn Angus, che dialogano con il paesaggio circostante dell’Appia Antica.

Nella sua doppia veste di curatrice ed artista, Constanza Villarreal ci presenta il suo ultimo lavoro presentato “Acqua Dolce” realizzato su tessuti di recupero, partendo dal paesaggio circostante per ritrarre il flusso dinamico della vita, consentendo al senso di decadimento dei materiali di recupero di intrecciarsi nella composizione visiva. Stratificato nella narrativa visiva, c’è un invito continuo ad abbracciare la trasformazione e vedere la bellezza in tutte le fasi che ne derivano.

Vernissage Domenica 9 ottobre dalle ore 17.30 alle 20.30, ad ingresso libero. Sarà presente l’azienda Casale del Giglio per una degustazione dei loro prodotti.

La mostra sarà visitabile dal 10 al 22 ottobre dalle 9.30 alle 16.30.


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