Gli scavi sono iniziati da pochi giorni e già riservano sorprese, a Vindolanda, il forte romano in terra britannica, non distante del Vallo di Adriano, grande struttura difensiva realizzata dall'”italico ingegno” durante la conquista della grande isola.
In queste ore, gli archeologi e i loro collaboratori hanno portato alla luce altre scarpe di 2000 anni fa, lacerti di ceramica con figure in rilievo e il decorativo rinforzo metallico della custodia di un pugnale. Il forte ospitava i legionari e, per i gradi superiori, le loro famiglie. C’erano pertanto anche bambini e donne. Matrone, mogli degli ufficiali, ed evidentemente, ancelle che svolgevano servizio.
In realtà il forte non era un accampamento militare transitorio, quanto il nucleo fortificato di una presenza romana destinata a durare nel tempo. Si tendeva così a svolgere una vita normale, al di là degli impegni militari. La straordinaria conservazione di tavolette di legno usate per la corrispondenza consentono di stabilire che le signore si invitavano a vicenda, mantenendo saldi rapporti sociali.
“Vindolanda è ben nota per il suo materiale organico romano, dalle tavolette per scrivere alle tende di pelle. – spiegano gli archeologi – Uno dei tipi più diffusi di oggetti che provengono dal sito sono gli stivali e le scarpe di pelle. Ne abbiamo circa 5.000 in molte forme e dimensioni diverse. Ci raccontano molto sulle persone che vivevano qui quasi 2000 anni fa. L’eccellente stato di conservazione è dovuto al fatto che si sono rimaste in ambienti umidi e privi di ossigeno. Ciò ha impedito la proliferazione di micro-organismi che destrutturano la materia”.
Oltre 400 scarpe uscirono dal fosso Severan nel 2016. Probabilmente si trattava di calzature scartate e stoccate, insieme, in una discarica. Sono scarpe da uomo, da donna, da bambini. Per quanto riguarda alcune calzature femminili, esse presentano, seppur stilizzata, una freccia. Scarpe queste che nella romanità servivano per adescare i clienti. La freccia significava: “Seguimi”.
Camminando per la strada era infatti possibile vedere sotto la suola di chi precedeva. Non è dato sapere se, con il tempo, quella della freccia fosse divenuta una forma di moda più estesa. E applicata anche, in modo civettuolo, dalle signore.
“Vindolanda ospitava da 500 a 1.000 soldati romani in un dato momento dell’occupazione. – dicono gli archeologi del trust di Vindolanda – Abbiamo trovato, così, numerosi stivali da marcia romani. Tra i pezzi più curiosi una scarpa per bambini rinvenuta nel pretorio di Flavius Cerialis e Sulpicia Lepidina. E’ possibile che appartenesse a uno dei loro figli”.
“Di straordinaria eleganza la scarpetta per signora trovata nella casa dei Cerialis”. – proseguono i ricercatori di Vindolanda -.
“È’ l’equivalente di un infradito dall’ottimo design. Doveva essere una calzatura costosa. È stata realizzata in Gallia (l’odierna Francia) da Lucius Aebutius Talete. Lo sappiamo perché ha impresso sulla scarpa il marchio di fabbrica. La scarpa è ulteriormente stampata con foglie di vite e due cornucopie intrecciate su una spiga di grano. Una semplice rottura del lacciolo e lei, la proprietaria, ha buttato via le calzature stesse. Molte altre scarpe del sito mostrano segni di riparazione, ma questa è stata scartata”.