Altri 20 guerrieri di terracotta portati alla luce nelle scorse ore nei pressi della tomba dell’imperatore

Tra i guerrieri di terracotta appena portati alla luce - in perfette condizioni - ci sono una figura di generale e una figura di ufficiale dell'esercito di medio rango. Il ritrovamento nella Fossa 1, dove gli archeologi pensano di trovare altre 6000 statue

Più di 20 guerrieri di terracotta sono stati portati alla luce venerdì scorso da alcune buche appena scavate nella fossa n. 1 dell’Esercito di terracotta, a Xi’an, capitale della provincia dello Shaanxi della Cina nord-occidentale.

L’Esercito di terracotta o Armata di terracotta è un insieme di statue collocato nel mausoleo del primo imperatore cinese Qin Shi Huang. Il primo imperatore cinese visse tra il 260 e il 210 a.C. Per collocare temporalmente il personaggio sulla nostra striscia del tempo possiamo dire che egli nacque e trascorse i primi venti anni di vita quando Roma combatteva la Prima guerra Punica (264 – 241 a.C.)

L’esercito dell’imperatore è composto da riproduzioni di guerrieri di terracotta, vestiti con corazze e dotati di armi, poste di guardia alla tomba dell’imperatore Qin Shi Huang e dislocato in otto fosse scavate circa due chilometri a ovest del sepolcro imperiale. Probabilmente si intendeva rappresentare il gruppo di nobili militari più fedeli all’imperatore stesso.

Gli scavi – ai quale si aggiunge quello della settimana scorsa – hanno portato alla luce – a partire dalla scoperta del sito, avvenuta nel 1974, grazie a un contadino che stava svolgendo lavori in un campo – 100 cavalli di terracotta, 18 carri di legno e circa 8000 guerrieri di ceramica, tra i quali fanti, alabardieri, arcieri e balestrieri.

Tra quei guerrieri di terracotta appena portati alla luce ci sono una figura di generale e una figura di ufficiale dell’esercito di medio rango.

La fossa numero 1 (230×62 metri), dalla quale sono stati portati alla luce anche gli ultimi guerrieri, ospitava le immagini statuarie del principale corpo d’armata con 6.000 guerrieri (di dimensioni variabili a seconda del grado) e due carri da guerra, in bronzo dorato, laccato e dipinto, in scala 1:2. Un pozzo secondario contiene fieno per i cavalli, resti di 600-700 cavalli dell’Armata Reale sacrificati e resti di altri animali (alcuni dei quali inumati in bare di terracotta).

Dalla fossa 1 dipartono undici corridoi della larghezza di 3 metri, pavimentati di mattoni e coperti da un soffitto di legno, sostenuto da pilastri e travi, coperto da uno strato impermeabilizzante di canne e argilla e concluso sopra da uno strato di terra in modo da superare di 2-3 metri il livello del suolo. Secondo una stima ufficiale recente, rimarrebbero ancora 6’000 statue da recuperare, tra soldati e cavalli, nella fossa.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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