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Amore e Psiche in un papiro del II secolo e in un dipinto di Crespi celebrano la giornata del disegno


Istituto papirologico Girolamo Vitelli , che ha sede a Firenze, celebra la giornata mondiale del disegno, pubblicando sui social  il papiro del mese: un bel disegno su papiro databile al II secolo d.C. (PSI CongrXX 20, ritrovato a Ossirinco e conservato al Museo Archeologico di Firenze). “Una donna, forse in piedi, tiene in mano qualcosa che ormai non è piĂą riconoscibile (ma che è probabilmente una lucerna) e guarda un uomo disteso su un letto di cui si scorge parte della struttura lignea e l’arredo tessile. – spiegano gli studiosi – Si tratta del mito di Amore e Psiche, destinati a potersi amare solo se il volto di Amore resta ignoto a Psiche. Qui sembra essere rappresentata la scena in cui Amore, svegliato da una goccia d’olio caduta dalla lucerna, si accorge che Psiche, vinta dalla curiositĂ , non ha rispettato la promessa e ha visto il volto dell’amato. Lo sguardo di Amore, deluso, sembra guardare lontano, ormai certo di dover abbandonare Psiche. Il medesimo momento è riprodotto in un dipinto realizzato all’inizio del XVIII secolo dal pittore bolognese Giuseppe Maria Crespi e oggi conservato alla Galleria degli Uffizi”.

“I papiri – prosegue l’Istituto papirologico Girolamo Vitelli – ci hanno restituito anche disegni e raffigurazioni di altro genere. Talvolta sono frammenti di libri illustrati, nei quali il testo, su rotolo o su codice, poteva essere accompagnato e arricchito da immagini (ad esempio, manuali di ambito tecnico come quelli di geometria o di medicina). Spesso, però, si tratta di esercizi e prove in vista di riproduzioni su altri materiali e supporti (come affreschi, mosaici, stoffe)”.

I papiri di Ossirinco – ai quali l’opera pubblicata appartiene – furono trovati a partire dal 1897, durante una spedizione nel medio Egitto, da due archeologi di Oxford che avevano trovato le discariche di una cittadina fiorente ai tempi dell’Impero romano, Ossirinco, appunto, abitata dai discendenti degli immigrati greci che avevano colonizzato l’Egitto dopo la conquista di Alessandro Magno. Qui furono recuperati 500.000 frammenti di papiro – tanti sono quelli che sono stati catalogati -, testi eterogenei tra i quali capolavori perduti della letteratura greca, lettere private, testamenti, contratti, petizioni, liste della spesa, disegni.


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