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Non entrate in una crisi d’ansia se vi trovate orribili nelle foto scattate al mare o comunque in vacanza. Capita a tutti, invariabilmente. Anche alle donne che stanno in cima alla scala delle bellezze universalmente riconosciute come tali. Il servizio video le mostra sotto la sferza implacabile della quotidianità. Ma non è soltanto una questione di make up, quanto di una serie infinita di errori che commettiamo – o che vengono commessi da chi scatta le “istantanee” – con la macchina.
Se osserviamo attentamente il video impietoso, capiremo il perchè. Sono soprattutto le condizioni della luce e dell’istante a isolare momenti invisibili o impercettibili da parte di chi ci sta accanto. Siamo tutti immersi in quel mare di luce disordinata. Tutti contraggono il volto per attenuare la sferza del sole negli occhi.
Luci verticali o laterali producono, nell’immagine isolata, deformazioni del naso, degli occhi, della fronte e della bocca, potenziate dalla reazione difensiva del viso stesso. Anche se siamo bellissime, accade. Appariamo smunte, senza ciglia e sopraccigli. In spiaggia o sulla neve, gli altri continueranno a percepire la nostra bellezza, eliminando gli elementi di disturbo e inserendola in una continuità naturale dell’azione e in contesto di medietà dell’immagine. La presunta oggettività della macchina non è tale. Essa cerca di adeguarsi il più possibile alla percezione umana, ma forse non sarà mai come il nostro occhio-mente, che agisce correggendo le immagini sbagliate, integrandole o con i dati percettivi in memoria.
Per evitare gli errori più comuni che possono farci entrare in crisi con la nostra identità esterna – perchè non ci percepiamo più come siamo, realmente – guardiamo bene il video e concordiamo che:
Il sole eccessivo è il nemico principale della fotogenia. La fotografia isola un’immagine priva dei contesti tonali allargati e non la inserisce nella continuità naturale della percezione. Scava fossi, ombre. Allunga i nasi.Li rende spioventi: rende i volti lividi. Deformi.
I raggi del sole intenso non devono mai colpire il volto, quando scattiamo una fotografia e comunque devono essere particolarmente controllati da chi fotografa E nemmeno devono giungere lateralmente. ma è necessario che siano diffusi. Leonardo, nel Trattato sulla pittura, imponeva, con risentito vigore a tutti i colleghi, di rispettare la bellezza del volto umano, immergendolo nei valori di luce del cielo coperto dalle nubi. Ecco. La luce di un giorno nuvoloso. Il nostro volto viene memorizzato dagli altri riportando la nostra immagine temporanea al ricordo meno deformato dai valori della luce. Girate sempre, al momento degli scatti, le spalle al sole, se non potete evitare la foto sulla battigia. Spostate leggermente il viso, mostrando il vostro lato preferito. I raggi più potenti del sole vanno invecefermati in un’area compresa tra la nuca e l’orecchio.
Evitare di posare per una foto negli orari centrali della giornata. Sì alle immagini sotto l’ombrellone, che diffonde i raggi, o in un angolo più ombroso, ma sempre con l’avvertenza di spostare la testa in una posizione di parziale controluce. Chiedete a chi fotografa, se è più alto di voi, di accucciarsi e abbassare il punto di vista. E se proprio siete “fotopatiche” – ma capita a tutti, con le “istantanee” – ricorrete al vecchio schermo delle dive. Un bel paio d’occhiali da sole. Rinviando le immagini prese per Faceebook a un orario serale.
Anche se amiamo il vento, evitiamo di posare nelle giornate eccessivamente ventose. Il nostro viso reagisce alle raffiche e alla sabbia, con tensioni alterne dei muscoli facciali. Questa sensibilità all’aria e ai sensi è molto apprezzata, soprattutto dai maschi che ci osservano, ma se viene bloccata da una foto si trasforma in una smorfia.
Le immagini del video o il ricordo di conferenzieri bloccati in una smorfia ci avvertono che in quell’istante è meglio non parlare. Insomma: non parlare mentre si mangia e mentre si fa una foto.
Attenzione anche alle foto notturne con flash. La luce arriva all’improvviso mentre i nostri occhi sono immersi nell’oscurità. Smorfie, sguardi persi, se non disallineati. Se volete vedervi come siete, fotografatevi di sera, ma senza flash. O abbiate l’accortezza di cercare di prepararvi secondo l’immagine che avete di voi stesse. Che, in linea generale, coincide con l’immagine che gli altri hanno di voi, anche se specularmente ribaltata.
Anche le dive odiano le istantanee. Ecco il video dei confronti. E i consigli fotografici per essere belle nei clic al sole. Al di là del make-up
Sono soprattutto le condizioni della luce e dell'istante a isolare momenti invisibili o impercettibili da parte di chi ci sta accanto. Siamo tutti immersi in quel mare di luce disordinata. Tutti contraggono il volto per attenuare la sferza del sole negli occhi. Luci verticali o laterali producono, nell'immagine isolata, deformazioni del naso, degli occhi, della fronte e della bocca, potenziate dalla reazione difensiva del viso stesso. Anche se siamo bellissime, accade. Appariamo smunte, senza ciglia e sopraccigli. In spiaggia o sulla neve, gli altri continueranno a percepire la nostra bellezza, eliminando gli elementi di disturbo e inserendola in una continuità naturale dell'azione e in contesto di medietà dell'immagine. La presunta oggettività della macchina non è tale. Essa cerca di adeguarsi il più possibile alla percezione umana, ma forse non sarà mai come il nostro occhio-mente, che agisce correggendo le immagini sbagliate, integrandole o con i dati percettivi in memoria. Per evitare gli errori più comuni che possono farci entrare in crisi con la nostra identità esterna - perchè non ci percepiamo più come siamo, realmente - guardiamo bene il video e concordiamo che...