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Aperta un’urna cineraria romana, sigillata con piombo. Trovato nel contenitore il tubo per le libagioni. Uomo o donna



Specialisti del Parco Archeologico di Ostia Antica hanno aperto, nei giorni scorsi, una grossa urna cineraria scoperta durante gli scavi nella Necropoli della Via del Mare. L’urna cineraria, emersa durante gli scavi, è stata oggetto di un intervento congiunto da parte del Servizio di Antropologia, guidato da Paola Francesca Rossi, e del Servizio Restauro, sotto la guida di Tiziana Sòrgoni. L’obiettivo principale dell’intervento era quello di aprire l’urna e investigare il suo contenuto.

“Al momento del ritrovamento, l’urna presentava un sigillo di piombo intatto, con il coperchio ancora saldamente attaccato al corpo. Sia il coperchio che lo strato di piombo rivestente mostrano un foro passante e un tubulo per le libagioni. Nel complesso, lo stato di conservazione dell’urna e del coperchio è buono.” dicono gli archeologi. Di fatto, durante le cerimonie funebri il vino veniva versato nel foro dell’urna che emergeva dalla tomba.

Durante l’operazione, è stato rilevato che tra il coperchio e il corpo dell’urna c’era uno strato di terriccio, che è stato delicatamente rimosso con un bisturi per consentire l’apertura. Sorprendentemente, il contenuto dell’urna si è rivelato ancora intatto. Frammenti di ossa incinerati erano compattati da terra di infiltrazione. Un primo esame condotto dal Servizio di Antropologia suggerisce la possibile presenza di un individuo di sesso femminile, ma ulteriori analisi di laboratorio saranno necessarie per confermare queste supposizioni.