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Archeologia a colpo d’occhio. Cos’è questo cilindro rastremato di 28mila anni fa. Di cosa è fatto. Ipotesi d’uso. Gestione delle pulsioni


\Il cilindro rastremato alla cima e dotato di una linea di demarcazione, poco sotto il culmine, rappresenta secondo gli archeologi, un’antichissima replica di una parte anatomica umana. Risale a 28mila anni fa ed è stato trovato nella grotta di Hohle Fels nel sud-occidentale della Germania e costituisce una delle più antiche rappresentazioni conosciute di queste parti. maschili. Intagliato in siltite, rocce sedimentarie appartenenti alla categoria delle rocce clastiche, in particolare delle cosiddette Peliti o Lutiti, l’oggetto fu sottoposto ad un’abrasione fine e a una lucidatura che lo rendono liscio e che, in caso d’uso,, non avrebbe provocato alcun fenomeno abrasivo. Il cilindro – trovato nella grotta, durane il 2005 – misura poco meno di 20 centimetri. La base, lavorata, costituisce l’ impugnatura. Secondo gli archeologi, il reperto non era solo un elemento rappresentativo, ma potrebbe aver avuto un significato rituale e, probabilmente, costituisce uno dei primi elementi di gestione programmata delle pulsioni.

L’ Hohle Fels, luogo del ritrovamento, è una grotta nel Giura svevo della Germania che ha restituito una serie di importanti reperti archeologici risalenti al Paleolitico superiore . I manufatti rinvenuti nella grotta rappresentano alcuni dei primi esempi di arte e strumenti musicali preistorici mai scoperti. La grotta si trova appena fuori dalla città di Schelklingen , nello stato del Baden-Württemberg , vicino a Ulm . A causa degli eccezionali reperti archeologici e del loro significato culturale, nel 2017 il sito è entrato a far parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO Grotte e arte dell’era glaciale nel Giura Svevo. Oltre all’oggetto che abbiamo presentato, sono stati trovati diversi esemplari di scultura preistorica come un uccello d’avorio e una figura ibrida uomo-leone simile alla statuetta di Löwenmensch ma alta solo 2,5 cm, una Venere di Hohle Fels – datato a circa 35.000-40.000 anni fa, considerata la prima statuetta di Venere conosciuta e il primo esempio indiscusso di arte figurativa espressamente umana – un flauto d’osso, due frammenti di flauti d’avorio nelle grotte vicine. I flauti risalgono ad almeno 35.000 anni fa e sono alcuni dei primi strumenti musicali mai ritrovati, una zanna forse utilizzata per le corde.