Archeologia a colpo d’occhio. Scoperto nel Galles. E’ romano. Cos’è e chi lo produsse. Che significa la scritta

ANTICA ROMA / DALL’ IMPERO ROMANO – Il team dell’Università di Chester (Heneb: il Trust for Welsh Archaeology, regione Clwyd-Powys), e il Portable Antiquities Scheme hanno scoperto importanti testimonianze strutturali e materiali risalenti all’epoca romana e, secondo le prime indicazioni, al primo periodo medievale, durante uno scavo in un sito vicino alla fabbrica romana di laterizi e ceramiche di Holt, a Wrexham.

Numerosi i materiali alla luce tra i quali reperti romani e, negli stessi luoghi, i resti di una sala probabilmente dell’alto medioevo. L’edificio sorgeva nello stesso punto in cui, secoli prima, c’erano insediamenti romani.

Nonostante le condizioni geologiche sfavorevoli, le indagini, che comprendevano la magnetometria ad alta risoluzione, hanno rivelato un contorno chiaro di un insediamento a griglia e di un sistema stradale, così come strutture rettangolari distinte appena fuori dai confini dell’insediamento.

Tra i materiali è stato rinvenuta parte di un embrice, cioè una tegola piatta romana, un laterizio bollato.

Il reperto fittile reca l’iscrizione Leg – legione-. Quindi era materiale lavorato da una legione romana – e vedremo esattamente da quale – o da un produttore di laterizi a latere della legio stessa, che giungeva con gli eserciti dall’Impero.

Le tegole avevano il marchio della legio sia per sottolineare l’autonomia operativa della legione stessa, evidenziandone in modo imperituro la presenza sul territorio, che – probabilmente – per motivi di natura contabile ed economica.

Il bollo impediva appropriazioni illecite di materiali edilizi o la vendita degli stessi da parte di personale infedele. Inoltre costituiva una sorta di pubblicità della manifattura militare.

I Romani, oltre all’Inghilterra – come ben sappiamo – occuparono l’intero Galles, dove costruirono strade, forti e miniere per l’estrazione di oro,  e praticarono il commercio. Ma non fu uno sfruttamento intensivo attraverso piani residenziali di colonizzazione, a causa della complessa orografia del territorio e della scarsità di terreni coltivabili. Ed è per questo motivo che la maggior parte delle costruzioni romane e dei centri di origine romana, nel Galles, sono riferibili direttamente ad antichi forti, come Deva (Chester), Issca Silurum (Caerleon), Segontium (Caernarfon) e Maridunum (Carmarthen). L’unica vera città fondata come tale dagli occupanti, nel Galles, fu Venta Silurum (Caerwent)), che sopravvisse fino ad oltre un secolo dopo il ritiro delle Legioni di Roma.

In tal senso, risulta raro, sul territorio gallese, il ritrovamento di ricchi edifici residenziali romani, così numerosi in Inghilterra, segno di un’occupazione profonda del territorio, grazie ad affidabili – dal punto di vista di Roma – cittadini dell’impero, ex militari o alleati che là si trasferivano.

Lo scavo archeologico, iniziato all’avvio dell’estate, fa parte di un progetto più ampio finanziato dall’Università di Chester – città che, come abbiamo visto, è nata dalla fortezza romana -. che investiga la vicina Wrexham romana. L’operazione è iniziata con la scoperta dei resti – rarissimi – di una villa romana.

Il team, che includeva studenti dell’Università di Chester e volontari locali, sembra aver trovato anche una longhouse del primo periodo medievale – un edificio lungo e stretto destinato alla residenza comunitaria -. Nell’area sono stati trovati segni dell’occupazione romane tra i quali strutture edilizie, materiali da costruzione, ceramiche, la tegola legionaria bollata e il frammento di una fibula.

L’embrice romano con la scritta Leg fu prodotto in loco da una manifattura legata all’esercito, probabilmente operativa poco dopo l’occupazione militare dell’area – 48 d. C. La presenza di fornaci romana a Holt, nei pressi Wrexham, non lontano dal forte di Deva – oggi città di Chester -, sede, per circa 300 anni, della Legio XX Valeria Victrix lascia intendere che l’embrice della legione sia giunto proprio da lì. Il comando romano scelse un punto che offriva buona argilla e che fosse interconnesso al sistema con strade e fiumi. E lì costruirono le fornaci. Inizialmente il materiale prodotto veniva utilizzato per trasformare l’accampamento fortificato in una vera e propria fortezza.

L’abbreviazione epigrafica utilizzata per identificare la Legio era la seguente

Leg(io) (vicesima) V(aleria) V(ictrix)

La Legio XX Valeria Victrix era una delle legioni dell’esercito imperiale romano, con una lunga e significativa storia militare. Le origini del nome della legione non sono completamente chiare, e varie teorie sono state proposte al riguardo. Una delle ipotesi è che la legione abbia ottenuto il titolo “Valeria Victrix” in onore di una vittoria significativa durante la Grande rivolta illirica, sotto il comando del generale Marco Valerio Messalla Messallino.

Il cinghiale, simbolo della legione, è un’ulteriore testimonianza della sua identità distintiva.

La fondazione della Legio XX Valeria Victrix risale probabilmente all’epoca dell’imperatore Augusto, poco dopo il 31 a.C.

La legione si distinse particolarmente durante l’invasione della Britannia nel 43 d.C., guidata dall’imperatore Claudio, come una delle quattro legioni coinvolte. Partecipò anche alla sconfitta del leader britannico Carataco nella battaglia di Caer Caradoc e, dagli anni ’50 d.C., fu accampata a Camulodunum (l’odierna Colchester), con distaccamenti a Kingsholm, Gloucester.

Verso il 55 d.C., sotto il comando di Manlio Valente, la legione si trasferì a Usk nel tentativo, non riuscito, di pacificare i Siluri, una tribù particolarmente resistente al dominio romano in Galles. Dopo una sconfitta subita dalla legione, Valente fu sostituito come legato. Nel 60 o 61 d.C., la Legio XX Valeria Victrix contribuì a reprimere la rivolta della regina Boudica, per poi partecipare alla seconda invasione romana di Anglesey, durante la quale furono annientati i druidi celtici e le loro pratiche religiose. Nel 66 d.C., la legione fu trasferita nella più pacifica Viroconium (oggi Wroxeter) e potrebbe aver occupato Gloucester (Glevum) durante questo periodo.

La legione costruì il castrum di Deva Victrix, oggi Chester, e rimase di stanza nella Britannia romana fino all’inizio del V secolo. Tra il 78 e l’84 d.C., la Legio XX partecipò alle campagne di Gneo Giulio Agricola nella Britannia settentrionale e nella Caledonia, stabilendo una base a Inchtuthill. Nell’88 d.C., la legione tornò a sud e occupò nuovamente Castra Deva, dove rimase per almeno due secoli.

La Legio XX Valeria Victrix fu anche coinvolta nella costruzione del Vallo di Adriano e del Vallo Antonino, come attestano gli altari in pietra trovati in Caledonia, che commemorano il loro lavoro.

Probabilmente, la legione partecipò a una campagna in Gallia nel 196 d.C., sotto Decimo Clodio Albino, dove subì pesanti perdite prima di ritornare in Britannia.

Questa legione ha suscitato grande interesse storico, tanto che almeno 250 dei suoi membri sono stati identificati attraverso le iscrizioni sopravvissute, fornendo preziose informazioni sulla sua composizione e attività.

Il progetto archeologico è stato guidato da Chris Matthews di Heneb, dalla Dott.ssa Caroline Pudney dell’Università di Chester e da Steve Grenter, ex archeologo della contea e Responsabile dei Servizi del Patrimonio presso il Consiglio della Contea di Wrexham, con il supporto della Dott.ssa Susie White, Responsabile del Portable Antiquities Scheme (PAS Cymru).

Un breve documentario sugli scavi e sulle scoperte verrà prodotto entro la fine dell’anno.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa