Archeologia. Cosa sono queste ossa enormi ritrovate sotto terra? Cosa rivelano e perché si trovano lì?

Immaginate di trovarvi davanti a un mistero sepolto nel terreno: ossa gigantesche, zanne imponenti e antichi strumenti che raccontano una storia incredibile di sopravvivenza e ingegno umano. Una storia che ci riporta indietro di 25.000 anni, quando i nostri antenati affrontavano le sfide dell’Era Glaciale con straordinaria abilità.

Questa non è fantasia, ma l’emozionante scoperta fatta da un team di archeologi dell’Austrian Academy of Sciences (ÖAW) guidati dal Dr. Marc Händel dell’Istituto Archeologico Austriaco. “Quello che abbiamo trovato ha superato ogni nostra aspettativa“, racconta Händel con entusiasmo, “non sono solo ossa isolate, ma intere aree dove questi giganti preistorici venivano sistematicamente lavorati“.

Dove? Il teatro della scoperta

Nel cuore della Bassa Austria, a Langmannersdorf an der Perschling, gli archeologi hanno portato alla luce qualcosa di straordinario: i resti di almeno cinque mammut, distribuiti in due aree distinte separate da soli 15 metri. Un vero e proprio sito di caccia e lavorazione preistorico!

Un viaggio nel tempo

Immaginate la scena: la Valle del Perschling, oggi tranquilla campagna austriaca, era allora un crocevia vitale per le migrazioni dei mammut. I cacciatori preistorici, molto più astuti di quanto potremmo pensare, conoscevano perfettamente i ritmi di questi giganti, trasformando questa conoscenza in una strategia di sopravvivenza perfetta.

Resti di mammut smembrati e utensili in pietra nell’area di scavo 2. © ÖAW-ÖAI/Marc Händel

I tesori ritrovati:

  • Un’area dedicata alla macellazione di due mammut
  • Una seconda zona con i resti di altri tre esemplari, comprese zanne complete
  • Strumenti in pietra finemente lavorati
  • Prove della lavorazione dell’avorio per creare punte di lancia e utensili

Una storia nel cassetto

La storia di questo sito è altrettanto affascinante della scoperta stessa. Tutto iniziò nel 1904, quando un curioso episodio attirò l’attenzione degli archeologi: un abitante del posto venne scoperto mentre vendeva misteriose ossa giganti a una fabbrica di sapone! Questo portò alle prime indagini archeologiche, seguite da scavi più sistematici nel 1919-1920, quando furono scoperti due accampamenti di cacciatori.

Tecnologia al servizio della storia


Oggi, il progetto europeo MAMBA utilizza tecnologie all’avanguardia per svelare i segreti di questo sito straordinario:

  • Analisi del DNA per scoprire i legami genetici tra i mammut
  • Studio degli isotopi stabili per ricostruire l’ambiente dell’epoca
  • Datazione radiometrica ultra-precisa
  • Modelli paleodemografici per capire come vivevano questi giganti

Presto, questi reperti straordinari troveranno casa nel Museo di Storia Naturale di Vienna, mentre alcuni pezzi verranno esposti nel Museo di Storia Locale di Perschling, permettendo a tutti di ammirare queste testimonianze uniche di un passato affascinante.

La ricerca, che si estende anche in Polonia e Repubblica Ceca, continua a svelare nuovi dettagli di questa straordinaria storia di sopravvivenza, ingegno e adattamento umano nell’era dei giganti.

Le strategie di caccia al mammut nell’era preistorica

Nel cuore dell’Era Glaciale, quando i mammut dominavano i paesaggi europei, i nostri antenati svilupparono ingegnose strategie di sopravvivenza che dimostrano una straordinaria capacità di adattamento e organizzazione sociale. La caccia a questi giganti della preistoria non era solo una questione di forza bruta, ma un’impresa che richiedeva intelligenza, pianificazione e una perfetta coordinazione di gruppo.

Luoghi strategici e analisi del comportamento delle prede

I cacciatori paleolitici avevano sviluppato una profonda comprensione del comportamento dei mammut. Studiavano attentamente le loro rotte migratorie, come dimostra il recente ritrovamento nella Valle del Perschling in Austria, dove i nostri antenati avevano stabilito veri e propri centri di caccia e lavorazione. Questi luoghi strategici venivano scelti con cura, spesso vicino a vallate naturali o zone paludose che potevano fungere da trappole naturali.

Le fasi della caccia

La caccia iniziava con una meticolosa preparazione. I gruppi, composti da almeno sei cacciatori esperti, si organizzavano in squadre con ruoli ben definiti. Alcuni si occupavano di scavare profonde fosse lungo i percorsi abituali dei mammut, camuffandole abilmente con rami e fogliame. Altri preparavano le armi: robuste lance con punte in pietra, accuratamente lavorate per penetrare la spessa pelle di questi giganti.

L’uso del fuoco giocava un ruolo fondamentale nella strategia di caccia. I cacciatori accendevano incendi controllati per guidare le mandrie verso le trappole preparate o per spingerle in zone paludose dove i pesanti animali rimanevano intrappolati. Questa tecnica richiedeva una perfetta conoscenza del territorio e delle condizioni del vento.

Per avvicinarsi a questi animali dall’olfatto finissimo, i cacciatori svilupparono tecniche di mimetizzazione sorprendenti. Si coprivano di fango per mascherare l’odore umano e si muovevano sempre controvento, comunicando tra loro attraverso segnali silenziosi precedentemente concordati.

Durante il Paleolitico superiore, l’evoluzione delle tecniche di caccia raggiunse livelli ancora più sofisticati. I primi canidi addomesticati iniziarono ad affiancare l’uomo nelle battute di caccia, mentre gli strumenti si perfezionarono con l’introduzione di arpioni e propulsori che aumentavano la gittata e la potenza dei colpi.

Una volta abbattuto un mammut, iniziava un’operazione altrettanto complessa: la macellazione. Come dimostrano i recenti ritrovamenti archeologici, esistevano aree specificamente dedicate a questa attività, dove le zanne venivano lavorate per ricavarne utensili e armi, mentre la carne veniva distribuita tra i membri del gruppo.

Questa capacità organizzativa aveva però un prezzo per la popolazione dei mammut. Circa 30.000 anni fa, la crescente efficienza delle tecniche di caccia, combinata con i cambiamenti climatici, contribuì significativamente alla riduzione del numero di questi magnifici animali.

La caccia: un’impresa sociale

La caccia al mammut rappresentava molto più di una semplice attività di sussistenza: era un’impresa sociale che richiedeva cooperazione, pianificazione e trasmissione di conoscenze tra generazioni. Le prove archeologiche, come quelle recentemente scoperte in Austria, ci raccontano di una società preistorica molto più organizzata e sofisticata di quanto si potesse immaginare, capace di coordinare gruppi numerosi per cacciare alcune delle creature più imponenti mai esistite sulla Terra.

Questa straordinaria capacità di adattamento e organizzazione dei nostri antenati non solo garantì la loro sopravvivenza in un ambiente ostile, ma pose anche le basi per lo sviluppo delle prime forme di società complesse, segnando un capitolo fondamentale nella storia dell’evoluzione umana.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa

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