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Archeologia e scoperte. Cos’è e cosa nasconde questo oggetto romano. Cosa doveva apparire (in più) nella notte di nozze. Segreto svelato



di Redazione
Stile arte è un quotidiano di cultura, arte e archeologia fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz
La testata ha un proprio Centro di ricerca che si occupa di iconografia e iconologia riferite al mondo classico e rinascimentale, con particolare riferimento al Cinquecento. Da anni ha in corso studi su figure ambigue e composite, che caratterizzano l’arte romana antica e il Rinascimento

Brescia, 17 dicembre 2023 – Uno studio sulle immagini composite ha portato a evidenziare, nelle scorse ore, da parte dell’équipe del Centro studi di Stile arte, la funzione iconografica della lucerna romana trovata in Anatolia e ora esposta al Getty Museum di Los Angeles.

I presupposti
E’ evidente che lo splendido reperto, che misura 3,6 x 11,1 x 40 cm, nasce da un preciso studio sugli effetti ottici ottenuti inscrivendo e unendo tre immagini di virilità nello spazio di un triangolo. Come sappiamo se preso singolarmente ogni segmento con le due sfere attigue raggiunge una propria identità formale, che si perde quando unito ad altri elementi identici, divenendo un gioco rotante di decorazioni. Ma ciò che evidenzia Stile arte è un altro aspetto.

La scoperta
La lucerna – che veniva caricata di olio dal foro centrale  dotato di coperchietto per la chiusura, poi smarrito, e che veniva e accesa a livello degli altri tre  fori  –  era strutturata per un effetto notturno di grande suggestione.

La fusione delle immagini in ambiente notturno può essere simulata attraverso la riduzione della grandezza della fotografia che crea la sintesi di elementi colti dal nostro occhio in condizione di relativa distanza dall’oggetto osservato o in un ambiente parzialmente oscuro. Eccola, qui sotto.

L’insieme di simboli virili  ha creato una giovane donna sdraiata, colta durante la nascita del figlio. L’effetto evocativo doveva essere straordinario, di notte, e quando, ancora, esisteva il coperchietto – forse tondeggiante o a campana . che rappresentava il ventre prominente della figurina, il cui volto spiava poco sopra questo impedimento visivo. Siamo pertanto alla presenza di una lucerna epitalamica, probabilmente utilizzata come dono di nozze. Un augurio esplicito di gioie dei sensi e un augurio, implicito, finalizzato alla nascita dei figli. Un piccolo, grande capolavoro.

Come fu costruito
l’inganno ottico

Alla base della parte superiore del cannello è stata realizzata una decorazione con approfondimento della base, in alcuni punti, in grado di suggerire la presenza di occhi.

Captando la presenza di un occhio, alla distanza o nella semioscurità o nella dardeggiante e discontinua luce della fiamma, la nostra vista percepisce perfettamente la figura. In ciò siamo aiutati dalla realizzazione, da parte dell’antico artigiano, di una decorazione che suggerisce la presenza della capigliatura. Occhi più capelli costituiscono un volto. Quando il nostro cervello percepisce, contemporaneamente, elementi che sembrano occhi incorniciati da una capigliatura, vediamo un volto. Immediatamente il volto ci dice che siamo di fronte a una figura umana. Così anche tutto il resto muta, nelle correlazioni delle forme. E vediamo – in questo caso – una donna che dà alla luce un bambino. Rivediamo, ancora la fotografia, in distanza, nell’immagine qui sotto. Se vuoi vedere altre sorprendenti figure nascoste o composite – soprattutto nella pittura rinascimentale post rinascimentale – puoi cliccare qui.