Archeologia. Impressionante. “Ma quello sepolto nella tomba cos’è? Un carro?”. Archeologi portano alla luce a San Valentino Torio, in Campania un’integra “capsula del tempo” del VII secolo avanti Cristo

Così, il tempo si è fermato. Per il guerriero e per lo spazio che le sue ceneri occupavano. Scoprendo questa tomba gli archeologi si sono trovati davanti a una scena composita, ad un contenitore del tempo che ha fatto arretrare calendario di 2700 anni circa. Dovette essere un funerale glorioso. In quei secoli, s’usava accumulare tutto ciò che il defunto avrebbe desiderato, per il viaggio. Si ricostruiva un ambiente. In Gallia, ad esempio, si seppellivano più cavalli, per il capotribù, come fossero un tiro composito e glorioso.

Alla nostra destra, le ruote del carro, accanto a contenitori del corredo

Il ritrovamento di grande rilievo archeologico è avvenuto nel territorio comunale di San Valentino Torio, in provincia di Salerno, dov’è stata portata alla luce una tomba monumentale risalente al VII-VI secolo a.C. La sepoltura, individuata durante lavori edilizi grazie ai controlli della Soprintendenza di Salerno e Avellino, custodiva i resti di un eminente personaggio dell’aristocrazia locale, accompagnato da un ricco corredo funerario e da un carro cerimoniale, simbolo del suo alto rango e del suo ruolo di comando nella comunità. Numerosi i contenitori che dovettero dotare il defunto di tutto il necessario per un lungo viaggio.

La scoperta è stata documentata in un servizio di Rai 3 Campania, che ha trasmesso immagini del cantiere e interviste alle esperte coinvolte nello scavo. La soprintendente ai beni archeologici per Salerno e Avellino, Raffaella Bonaudo, e l’archeologa Nadia Villani hanno illustrato l’importanza del ritrovamento, sottolineando il valore eccezionale della tomba e degli oggetti in essa contenuti. L’analisi dei reperti, ancora in corso, permetterà di ricostruire meglio la storia del guerriero e il contesto in cui visse.

Il corredo funerario: tra ricchezza e significato rituale

La scoperta si distingue per l’eccezionale presenza di un carro cerimoniale, un elemento che connota l’elevato status del defunto. I carri di questo tipo, ampiamente documentati in contesti aristocratici dell’Italia preromana, erano utilizzati in processioni rituali e funebri, sottolineando il potere e la prestigiosa posizione sociale del defunto. Insieme al carro, la tomba conteneva numerosi vasi destinati probabilmente a offerte e un morso di cavallo in bronzo, un raffinato esempio di lavorazione metallica, probabilmente impiegato in cerimonie di prestigio.

La presenza di tali oggetti suggerisce che l’uomo sepolto non fosse solo un membro dell’aristocrazia, ma rivestisse anche un ruolo di comando all’interno della società del tempo. Gli studi in corso potranno fornire dettagli più precisi sulla sua origine e appartenenza etnica, contribuendo a delineare il contesto storico e culturale della comunità di San Valentino Torio nell’età del Ferro.

I carri cerimoniali nell’antichità

I carri cerimoniali erano veicoli utilizzati dalle élite aristocratiche e guerriere per scopi rituali, militari e funebri. Diffusi in diverse culture antiche, dall’Etruria alla Grecia, questi carri rappresentavano non solo mezzi di trasporto, ma veri e propri simboli di prestigio e potere. In ambito funerario, erano spesso deposti accanto al defunto per enfatizzarne il rango e la sua appartenenza a una casta dominante.

In Etruria e nell’Italia centrale, i carri funebri potevano avere decorazioni in bronzo e ferro, con raffinate incisioni e inserti in avorio. Alcuni esemplari rinvenuti mostrano una struttura complessa, con ruote robuste e un asse rinforzato, suggerendo che potessero essere usati anche in parate solenni prima di essere sepolti. La scoperta del carro di San Valentino Torio conferma la presenza di questa tradizione nella Campania arcaica, inserendosi in un quadro più ampio di scambi culturali con il mondo etrusco e greco.

Chi era il guerriero di San Valentino Torio? Tra Sarrastri ed Etruschi

Una delle domande più affascinanti che il ritrovamento pone riguarda l’identità culturale del defunto. Si trattava di un Sarrastro o di un Etrusco di Campania? La storia di questi territori è profondamente intrecciata con le antiche popolazioni pelasgiche, come attestano le fonti classiche.

Secondo lo storico Marco Onorato Servio, nei suoi Commentarii in Vergilii Aeneidos Libros, i pelasgi provenienti dal Peloponneso giunsero nel Sud Italia, stabilendosi lungo il fiume che chiamarono “Sarro” e autodefinendosi “Sarrastri”. Questo popolo, a lungo dominante nella regione, fondò città come Sarno, Nocera e Poggiomarino, costruendo insediamenti che oggi emergono dagli scavi archeologici.

Eforo di Cuma, un altro storico dell’antichità, confermava la stretta relazione tra i Sarrastri e l’area dell’Agro nocerino-sarnese, documentando la loro presenza già nel XV secolo a.C. Reperti dell’Età del Bronzo e del Ferro, rinvenuti nelle vicinanze di Poggiomarino e Longola, testimoniano l’esistenza di un’organizzazione sociale avanzata, con villaggi perifluviali complessi, come la cosiddetta “Venezia Protostorica” del IV secolo a.C.

Un territorio ricco di storia ancora da esplorare

Le necropoli e i reperti archeologici della regione confermano la stratificazione storica e la vivace presenza di popoli che hanno plasmato la Campania preromana. Scavi precedenti a Striano, Sarno e nei centri limitrofi hanno restituito ceramiche e manufatti in bronzo e legno, fornendo prove dell’importanza culturale e commerciale di questa area.

Il ritrovamento della tomba del guerriero di San Valentino Torio si inserisce in questo contesto e rappresenta una straordinaria opportunità per approfondire le conoscenze sulle aristocrazie locali e le loro connessioni con il mondo etrusco e pelasgico. Gli studi futuri, condotti dagli archeologi della Soprintendenza, saranno cruciali per svelare l’identità del defunto e ricostruire le dinamiche politiche e sociali del tempo.

Resta ora da vedere se ulteriori scavi permetteranno di portare alla luce nuovi reperti e strutture che possano arricchire il quadro storico di una delle aree più affascinanti della Campania antica.

Fonte Rai Campania

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa

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