Sopra, mucchi di sassi. Ma la forma è visibile. A punta, con versanti inclinati. Siamo solo all’inizio perché sotto ci sono delle cavità e sta iniziando a emergere materiale già dagli strati superiori.

Una straordinaria scoperta archeologica nel deserto della Giudea sta facendo luce su un periodo poco documentato della storia della regione. Una gigantesca struttura a forma di piramide, risalente a circa 2.200 anni fa, è emersa dalle sabbie di Nahal Zohar grazie a una missione congiunta dell’Israel Antiquities Authority e del Ministero del Patrimonio, con la collaborazione di volontari provenienti da tutto il paese. La scoperta ha già portato alla luce documenti su papiro, monete, armi, tessuti e manufatti in legno in condizioni di conservazione straordinarie.

Dove si trova la struttura?

Il sito dello scavo si trova nel deserto della Giudea, una regione arida e affascinante che si estende tra le alture della Giudea e il Mar Morto. Questa zona, caratterizzata da paesaggi aspri e canyon profondi, è ricca di siti archeologici risalenti a diverse epoche storiche, tra cui insediamenti e rifugi utilizzati nel corso dei secoli da eremiti, ribelli e mercanti.

Nahal Zohar si trova nella parte settentrionale del deserto della Giudea, non lontano dalla città di Arad e dalle rive del Mar Morto. La sua posizione strategica suggerisce che la piramide potesse avere una funzione militare o commerciale, forse come punto di controllo lungo un’importante via di comunicazione.
Una scoperta straordinaria
Secondo Matan Toledano, il Dr. Eitan Klein e Amir Ganor, direttori dello scavo per conto dell’Israel Antiquities Authority, “quello che abbiamo qui è uno degli scavi più ricchi e intriganti mai condotti nel deserto della Giudea. La struttura piramidale è imponente, costruita con pietre tagliate a mano del peso di centinaia di chilogrammi ciascuna. Già nella prima settimana, i volontari hanno trovato documenti storici eccezionali, vascelli in bronzo e resti di mobili antichi. Questo sito si sta rivelando una miniera di informazioni, e siamo ansiosi di scoprire cosa ci riserveranno le prossime settimane.”
Lo scavo rientra in un ampio progetto avviato otto anni fa per salvaguardare i reperti archeologici del deserto della Giudea, spesso minacciati da saccheggi e scavi illegali. Finanziata dal Ministero del Patrimonio e dal Dipartimento di Archeologia della Giudea e Samaria Civil Administration, questa iniziativa ha permesso di esplorare circa 900 grotte lungo 180 chilometri di scogliere. L’uso di tecnologie avanzate e metodi di documentazione innovativi ha portato al recupero di migliaia di oggetti rari, tra cui antiche pergamene, utensili in legno, armi e monete.
Chi erano i Tolomei?
La dinastia tolemaica fu una delle più potenti dell’epoca ellenistica. Dopo la morte di Alessandro Magno nel 323 a.C., il suo vasto impero venne diviso tra i suoi generali, noti come Diadochi. Uno di questi, Tolomeo I Sotere, divenne il sovrano dell’Egitto e fondò la dinastia tolemaica, che governò la regione per quasi tre secoli. I Tolomei erano di origine macedone, ma adottarono molte usanze egizie e favorirono la cultura greca, dando vita a un’epoca di grande prosperità economica e culturale.
Durante il dominio tolemaico, la Terra d’Israele si trovava al centro delle dispute tra i Tolomei e i Seleucidi, un’altra dinastia ellenistica che governava la Siria e la Mesopotamia. Questi conflitti portarono a frequenti cambi di potere nella regione, fino a quando Antioco III di Siria non sconfisse definitivamente i Tolomei e incorporò la Giudea nel suo regno seleucide.
Un enigma da decifrare
“Questo scavo sta riscrivendo la storia del sito”, affermano Toledano, Klein e Ganor. “Inizialmente si pensava che la struttura risalisse al periodo del Primo Tempio, ma le prove suggeriscono una costruzione più recente, risalente all’epoca ellenistica, sotto il dominio dei Tolomei. La funzione della piramide resta un mistero: era una torre di guardia a protezione delle rotte commerciali? Oppure un monumento o una tomba di importanza storica? Siamo di fronte a un enigma affascinante e siamo felici di avere il pubblico al nostro fianco nella ricerca delle risposte.”
Un’opportunità per i volontari
Eli Escusido, direttore dell’Israel Antiquities Authority, ha sottolineato l’importanza del progetto: “Il sondaggio nel deserto della Giudea è una delle operazioni archeologiche più significative nella storia dello Stato di Israele. Le scoperte sono entusiasmanti e il loro valore per la ricerca è inestimabile. In questo periodo dell’anno, poco prima di Pasqua e con la primavera alle porte, invitiamo tutti a unirsi agli scavi. L’esperienza di lavorare nel deserto della Giudea è profondamente arricchente.”
Per accogliere i volontari, l’Israel Antiquities Authority ha allestito un campo attrezzato con alloggi, pasti e acqua, oltre a un programma di lezioni serali sull’archeologia della regione. Lo scavo continuerà per altre tre settimane, con la speranza di portare alla luce ulteriori indizi su questo enigmatico sito.