Nel silenzio di una terra ricca di storia, gli archeologi hanno trattenuto il respiro. Davanti ai loro occhi si apriva un corridoio sepolto da millenni, che conduceva a una camera funeraria dalla forma insolita a “T”. Le pareti, ancora solide dopo secoli, custodivano un tesoro di informazioni sul passato. Ma ciò che ha lasciato stupefatti gli esperti non è stata solo la struttura monumentale: era la storia di un luogo sacro che ha continuato a richiamare fedeli per generazioni, molto dopo la sua costruzione.

La città dei prigionieri troiani
La scoperta è avvenuta nei pressi dell’antica città di Tenea, nel territorio di Corinth, in Grecia. Una città leggendaria che, secondo il mito, fu fondata dai prigionieri troiani con il permesso di Agamennone stesso. Posizionata strategicamente a circa 15 chilometri a sud-est di Corinth e 20 chilometri a nord-est di Micene, Tenea era un importante crocevia di commerci e culture.

Una tomba che racconta secoli di storia
La struttura funeraria, che risale al periodo ellenistico (323-30 a.C.), presenta caratteristiche architettoniche straordinarie. Un corridoio d’accesso di 2,80 metri per 1,20 metri conduce alla camera principale, che si estende per 2,75 metri in larghezza e 7,40 metri in lunghezza. L’ingresso era originariamente sigillato con una lastra rettangolare, testimonianza della cura con cui fu progettata.

Il tesoro nascosto nella camera funeraria
All’interno della camera principale, gli archeologi hanno rinvenuto sei tombe, tra cui spicca un sarcofago monolitico contenente i resti ben conservati di una donna adulta. Le altre cinque tombe rettangolari, disposte lungo le pareti, mostravano segni di precedenti aperture. Tra i preziosi oggetti ritrovati: un anello d’oro con pietra semi-preziosa raffigurante Apollo e un serpente, due monete d’oro modellate sulle monete di Sikyona e una moneta d’argento con l’effigie di Filippo III Arrhidaeus.

Da tomba a luogo di culto: una trasformazione millenaria
La scoperta più affascinante riguarda l’evoluzione dell’uso di questo spazio sacro. Nel sarcofago e nell’area circostante sono state trovate ossa di animali domestici e persino un guscio di tartaruga, insieme a vasi ceramici del V-VI secolo d.C. Questi reperti rivelano che il sito divenne luogo di banchetti rituali chiamati perideipna, cerimonie celebrate in onore dei defunti durante il periodo romano tardivo.
Il mistero del culto della guarigione
A nord della tomba, un recinto di notevoli dimensioni (6,50 x 4,10 metri) ha restituito piccole statuette votive con fori per la sospensione e frammenti di braccia in argilla. Questi oggetti suggeriscono un legame con pratiche di guarigione e culti religiosi, trasformando questo luogo in un importante centro spirituale che ha mantenuto la sua sacralità per secoli.

Le offerte votive trovate nella tomba di Tenea forniscono indizi preziosi sulle pratiche religiose e culturali dell’epoca:
Oggetti votivi e loro significato
Piccole statuette di argilla con fori per sospensione:
- Questi oggetti svolgevano probabilmente una funzione protettiva o devozionale.
- I fori suggeriscono che potessero essere appesi o indossati, forse come amuleti o offerte simboliche.
Anello d’oro con Apollo e un serpente:
- Apollo, oltre ad essere il dio della luce e delle arti, era anche associato alla guarigione (come Apollo Medicus).
- Il serpente, simbolo di rigenerazione e guarigione, rafforza il legame con culti curativi, come quello di Asclepio, figlio di Apollo.
Animali domestici e un guscio di tartaruga:
- Le ossa di animali e il guscio di tartaruga potrebbero essere offerte per banchetti rituali (perideipna), celebrazioni in onore dei defunti.
- La tartaruga, in particolare, potrebbe simboleggiare longevità o protezione.
Vasi di ceramica (V-VI secolo d.C.):
- Questi oggetti suggeriscono che il sito sia stato usato per rituali anche in epoca romana tardiva.
- Potrebbero essere stati utilizzati per contenere cibo, bevande o altre offerte votive.
Il contesto rituale
- Le offerte indicano che il sito non era solo un luogo di sepoltura, ma anche un luogo sacro continuamente visitato per devozione e pratiche rituali.
- La presenza di oggetti associati a culto della guarigione suggerisce che il sito potesse essere legato a un santuario o a un culto specifico, forse dedicato a una divinità guaritrice come Apollo o Asclepio.
- La trasformazione del sito in un luogo di banchetti rituali (perideipna) durante il periodo romano tardivo dimostra che mantenne la sua importanza spirituale per secoli.
Le offerte votive rivelano un luogo di devozione complessa, dove il culto dei defunti e la ricerca di guarigione si intrecciavano. La presenza di oggetti di grande valore (come l’anello d’oro) e di simboli legati alla guarigione suggerisce che il sito fosse di grande rilevanza spirituale per le comunità locali, attirando fedeli e pellegrini per generazioni.