Redazione

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa

Il mio pittore preferito. Ele-fantin-Latour. Carinissimo, dipinge immagini portafortuna. Video

Potrebbe essere battezzato Ele-fantin-Latour in ricordo di un celebrato maestro della pittura ottocentesca Ignace Henri Jean Théodore Fantin-Latour (Grenoble, 14 gennaio 1836 – Buré, 25 agosto 1904), grande indagatore di fiori, piante e nature morte,. Tenerissimo è questo cucciolone, mentre, con precisione dipinge, alla prima - cioè senza disegno sosttostante - , direttamente con il colore, un albero con frutti e due elefanti che camminano pacifici nella piana. Un esercizio al quale, negli ultimi anni, sono stati addestrati, in località turistiche orientali, molto elefanti, animali miti e molto intelligenti. D'una tale mitezza che la loro immagine fu, nei bestiari medievali, simbolo di Cristo. Vorremmo sottolineare la dolcezza flessuosa della proboscide che appone il colore. Un gesto d'amore durante il mestiere

Nostalgia, malinconia, decadenza. Prima e dopo. Cosa resta? Rifiuti eloquenti nei dipinti di Toral

Ottimo artista post-moderno e citazionista, dotato di una tecnica solidissima e di una non comune capacità di rileggere, in chiave di decadenza e nostalgia - come una vanitas - i capolavori o le suggestioni pittoriche del passato, Cristobal Toral è nato a Cadice nel 1940. E' accademico onorario della Accademia Reale di Belle Arti Santa Elisabetta d'Ungheria e Andalucía. Emilio del Moral. Le sue opere sono caratterizzate da un uso antico dei colori ad olio, che consente di ottenere gli stessi effetti dei maestri del passato ma, come fece Magritte con il ritratto di Madame Récamier -trasformando il bel corpo, in una bara - egli opere anche su capolavori, come quelli di Velazquez cogliendo la stessa stanza centinaia d'anni dopo. Così con D'après Las Meninas (1975, olio su tela, 278 x 237 cm) entra nella stessa stanza. Tutti sono scomparsi, esclusa la figura che guarda enigmatica dal fondo della scala, proiettata in una dimensione di alterità e di distanza sovrannaturale. Il resto è accumulo. Un magazzino, valigie, scarti abbandonati come rifiuti. Egli percorre così un tema tanto caro alla pittura classica spagnola come quello della vanitas, della brevità della vita, inserendo elementi grotteschi quali l'immersione dei luoghi aulici nella società dei consumi e delle dimenticanza

Fai clic e visita con noi, da qui, la casa di campagna di Michelangelo, messa in vendita nel 2018

Si chiama Il Torrino di Michelangelo. E' la casa di campagna di Buonarroti, il grandissimo artista toscano dominato, nel campo economico, da una devastante ansia di accumulo. Egli cercava il massimo del guadagno, anche in modo spericolato., conducendo, peraltro,  una vita piuttosto misera. Teneva il denaro in nascondigli dello studio. In parte lo depositava poi in banca, in parte lo utilizzava per acquisti di edifici e campi, che avrebbe lasciato al nipote, avendo a cuore le sorti del nome della propria famiglia, che doveva competere con i potenti dell'epoca, grazie alla figura dell'artista stesso e di tanti "posti al sole" del proprio amato erede. Fu proprio l'artista ad acquistare, a Castellina nel Chianti, questo edificio di belle proporzioni, in pietra viva, cresciuto, nei secoli, attorno a una sorta di casa torre dell'XI secolo, pagandolo per l’esattezza 2.630 fiorini. L'artista, che aveva 74 anni, rilevò il bell'immobile da Simona Guicciardini, vedova di Pierantonio di Giovanfrancesco de’ Nobili, vissuto per tanti alla corte dei Medici. Nel 1973 l'edificio, in parte cadente, venne acquistato dalla famiglia Busoni, che lo recuperò. La famiglia ha posto in vendita l'edificio, nel 2018 per una somma di 7 milioni e 470mila euro

Come procedono i lavori del castello di Guédelon nel 2018, costruito ex novo con tecniche antiche

E' un esempio unico in Europa. Una "banda di amici", appassionati del Medioevo e dell' archeologia sperimentale sta realizzando un grande castello, in Francia, tutto con materiali, mezzi di trasporto e tecniche pre-industriali. Il suggestivo edificio cresce di anno in anno ed è meta di numerose comitive e scolaresche che seguono i lavori o partecipano ai laboratori didattici istituiti dal gruppo di "castellofili". Qui vediamo i lavori del 2018

Tori e minotauri nell’arte e in Picasso. Il significato religioso, politico, psicologico ed erotico del mito

Picasso crebbe con la corrida nel sangue. Adorava questo cruento spettacolo e ogni forma di tauromachia. Ne traeva forza e vigore. Nel toro vedeva la violenza bruta e la bellezza sublime delle forme. Singolarmente il toro stesso, che ha una costruzione ossea e muscolare come se fosse "assemblata" a blocchi geometrici, si prestava a una lettura cubista e primitiva dell'animale. Le stesse tavole disegnative delle enciclopedie che illustrano le parti del bovino dovettero ispirare il maestro, nelle suddivisioni schematiche tra parti. E' evidente che il vitalismo di Picasso lo porta ad identificarsi con l'uomo-toro e, al tempo stesso, con l'uomo che uccide il toro

Cleopatra, le scene sexy-kitsch di Liz Taylor nel film in cui rischiò di morire e in cui accadde di tutto

Il film fu una sorta di Rinascimento di "plastica" e cartone che accolse,e rilanciò, in pieno boom economico, i sogni storici esotici dell'Occidente,attraverso il recupero dell'Egitto ellenizzato. La lavorazione del film fu particolarmente complicata: le riprese incominciarono nel 1960 sotto la regia di Rouben Mamoulian, ma dopo poche settimane dovettero essere interrotte a causa della polmonite che portò Elizabeth Taylor vicina alla morte (le fu praticata una tracheotomia di urgenza). Dal momento che il rigido clima inglese non avrebbe permesso alla Taylor di guarire, l'intero set dovette essere smantellato e completamente ricostruito a Roma. La produzione riprese nel 1961 con la regia di Joseph L. Mankiewicz e il film fu distribuito nel 1963. Nato come un progetto da 2 milioni di dollari, alla fine raggiunse l'esorbitante cifra di 44 milioni, che, rapportati all'inflazione, corrispondono a 323 milioni nel 2012: si tratta del film più costoso della storia del cinema.

In vendita il castello di Dracula. Visitiamo le stanze e i cunicoli segreti. Il video

Riconsegnato ai legittimi proprietari, dopo la lunga dittatura comunista, il castello di Bran, in Transilvania, luogo nel quale letteratura e leggende collocano la presenza di Dracula, sarebbe in vendita. Non ci occupiamo qui della vicenda immobiliare, ma dei contenuti storici e architettonici di questa fortezza, successivamente trasformata in un edificio residenziale. Del forte, infatti,, l'edificio ha mantenuto la compattezza che comprime gli spazi abitativi, riducendoli in piccole stanze. Sulla presenza di Dracula poi, si aprono diverse scuole di pensiero. C'è chi infatti chi dice che il principe sanguinario sia stato qui prigioniero, mentre il suo vero castello di residenza, quello di Poenari, sulle rive del fiume Ares è andato distrutto

Debbie Korbel, ogni rifiuto può diventare bellezza. Le sculture del riutilizzo poetico. Le sirene. Il video

Debbie Korbel è una scultrice americana, che utilizza rifiuti per realizzare sculture molto poetiche e creative. Come si fa? Bisogna disporre di un luogo nel quale poter lasciare senza problemi i materiali. Poi si parte da una forma che ci suggerisce qualcosa e lavorare, assemblando attorno ad essa, ciò che abbiamo. E' un'educazione alla creatività molto utile per tutti. Perchè ci si abitua a risolvere in modo costruttivo tanti problemi

Wilson Bentley, il fotografo ottocentesco che scoprì le infinite varietà dei fiocchi di neve. Il video

Professione: artista-cacciatore di fiocchi di neve. Fu lui, secondo gli annali, a scoprire la grande creatività del cielo, quando nevica. Wilson Alwyn Bentley (Jericho, 7 febbraio 1865 – Jericho, 23 dicembre 1931) fotografò 5000 fiocchi di neve. Nessun microelemento di ghiaccio era uguale a un altro, come scrisse nel libro Snow Crystals del 1931. Il suo metodo per catturare la neve era molto semplice: consisteva nel farla posare su un vassoio ricoperto di velluto e di posizionare i cristalli sul vetrino del microscopio usando un sottile strumento metallico