Mosè Bianchi (Monza, 13 ottobre 1840 - Monza, 15 marzo 1904), allievo di Giuseppe Bertini a Brera, ebbe come compagni di corso Ranzoni, Cremona e Faruffini.Nelle vedute veneziane e scene di genere s'ispira a Tiepolo e Ricci; trascorre lunghi periodi a Gignese, sul Lago Maggiore, dipingendo il paesaggio circostante. Altre opere hanno come tema le strade di Milano
Nell’ambito del progetto Toscana ’900 – Piccoli Grandi Musei, dal 3 ottobre 2015 al 10 gennaio 2016 Villa Bardini a Firenze ospiterà l’esposizione che intende riportare l’attenzione su alcune delle realtà cittadine che accolgono e tutelano collezioni del ’900 normalmente non esposte e accessibili al pubblico
LA MOSTRA, è allestita, fino al 18 ottobre 2015, in Villa Mussolini e Villa Franceschi, e presenta una selezione di 130 opere tra acqueforti e litografie di Joan Miró, realizzate tra il 1962 ed il 1976 e rappresentative di sei importanti serie grafiche complete.
Il progetto dell’opera, realizzata per Lyra – una nota casa produttrice di matite d'alta qualità – è partito dalla ripresa dal vero, con la modella, che in questo filmato, commenta il lavoro. In modo sorprendente, Dascanio opera sulle tonalità dei grigi e sulle trasparenze, in grado di restituire i ricami e la trama del body, in un brano artistico di assoluto virtuosismo. Ciò che appare è la sua capacità, attraverso, toni e semitoni, di evocare un’immagine reale, che perde la colorazione del nero, per diventare pelle pulsante e stoffa raffinata
Artista o drogato irrecuperabile? Qualunque sia la risposta ecco l'"esperimento scientifico" di Saunders che ha ritratto se stesso sotto l'effetto di diverse droghe e sostanze psicotrope. Ogni prodotto muta radicalmente percezione e rappresentazione. Tutta la casistica dei disegni con stati di coscienza alterati, che non migliorano mai la produzione oggettiva
LA MOSTRA - La stagione espositiva autunnale delle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia aprirà, dal 19 settembre al 20 dicembre 2015, con una mostra dedicata al movimento artistico che rivoluzionò la pittura italiana dell’Ottocento: i Macchiaioli.
Il filmato di mostra due fatti imprescindibili per un buon ritratto. Il primo: vanno rilevati perfettamente e trasferiti sul supporto i tratti. Che sia in modo geometrico, come avviene per questo dipinto, che attraverso un disegno tratto dal vero o dalla fotografia. Le proprozioni tra i diversi elementi del volto sono determinanti. Il secondo elemento importante, nell'ambito del ritratto tradizionale, è un pennello che muta colore, ma senza mischiare i colori sulla tela. Per un lavoro così vanno usati più pennelli, pulitissimi. O lo stesso pennello lavato in acquaragia, e ripulito perfettamente con uno straccetto.Vedremo il pittore picchiettare la punta del pennello in più punti, in direzione di una pittura tonale
La mostra Dario Fo dipinge Maria Callas, fino al 27 settembre 2015, presenta le opere realizzate da Dario Fo tra il 2013 e il 2015 e dedicate alla grande soprano, che debuttò nel 1947 proprio all’Arena di Verona. È lo stesso Dario Fo, sala dopo sala, che racconta la mostra e i retroscena che hanno ispirato le sue opere. Attraverso un percorso cronologico che ripercorre di anno in anno gli avvenimenti della vita della Callas, Fo cede alla tentazione di raccontare la Diva, ironica e sarcastica qual era, narrando come nellʼopera I Ravanelli il celebre episodio in cui sul palco della Scala, al termine di una ripresa di Traviata (dicembre 1954), le fu lanciato in segno di disapprovazione un mazzo di ravanelli da un ammiratore della Tebaldi (il soprano italiano allʼepoca egualmente amato)
Neuropsichiatra e specialista di neuroestetica, Luca Ticini ci conduce nei labirinti della mente che presiedono all'emozione dell'arte. Il rapporto tra colore e forma, lo spiazzamento cromatico, il rapporto tra aspettativa del canone e liberazione del colore creano una forza espressiva che libera energie positive e ci consente di superare la visione usurata del quotidiano
"L'immersione nelle acque marine, pur nell'aspetto iconologico che può rimandare a vari sensi legati all'abluzione come pratica rituale, tuttavia non ha inteso avere un aspetto liturgico o rituale, determinando invece il senso della sparizione, dell'annullamento, del naufragio. Appunto in questo naufragare s'è perso per sempre Von Hauser, ma da questa perdita tutta l'azione ha acquistato il senso di linguaggio e di metafora, forma simbolica di una imago destinata alla sparizione sin dal suo primo apparire".