Approda a Milano la retrospettiva dedicata a Giorgio Armani. Per la prima volta le sale della Triennale, trasformate nell’occasione da un allestimento di Robert Wilson, ospitano un’esposizione che omaggia un protagonista della moda mondiale
Lo scultore romagnolo Francesco Bombardi dialoga con gli spazi della storica Rocca Sforzesca di Dozza attraverso “creature” di ferro, legno e plexiglass, che danno corpo ai suoi sogni e voce al suo silenzio
Nella sua pittura fintamente astratta, Franco Mulas raccoglie in sé la forza e la velocità del gesto, centrifugando gli elementi d’una realtà naturaltecnologica che tende ad autodistruggersi, ed in cui è “riassunta” metaforicamente, la crisi profonda del nostro tempo
Gli affreschi di palazzo Schifanoia rappresentano un gigantesco oroscopo che voleva mostrare il perfetto procedere sincronico del Duca Borso d’Este con il piano delle stelle e degli Dei. Una macchina tripartita che esplorava gli influssi celesti su Ferrara. Ecco come leggere i dipinti
Tutti lo conoscono come il più “giapponese” dei Nabis. Poi quel giovane artista, esponente di spicco del movimento dei “Profeti”,
comincia a scalpitare. Dipinge quadri dove il colore lievita dai recinti della forma. La visione del reale si illumina dei lampi della memoria e del sogno, oltre lo spazio e il tempo. Finché Pierre Bonnard se ne fugge lontano dai clamori delle avanguardie,
per dedicarsi anima e corpo alla missione di rendere “vivente la pittura”
Il noto architetto si dedicò anche all’attività pittorica, tra impegno civile e rimandi autobiografici percorsi sovente da un’ironia dolceamara
Il pittore siciliano amato da Sciascia ha fatto della luce strumento di scavo nell’arte e nella vita.
Nelle sue opere gli echi della lezione dei grandi maestri, da Piero della Francesca ad Antonello e Vermeer
“La metarazionalità inseguita da Bonetti è un modo tutto europeo per riaffermare che pittura e poesia sono simili e parallele, non opposte e contrarie. Entrambe gettano nel mondo l’antico soffio della caverna profetica, mettono avanti ciò che l’artista ha inteso e previsto prima di altri”
Una rosa, essenziale come un bassorilievo romanico. Un’autentica scultura policroma, dove i rimandi alla classicità si affiancano al mio amore per talune espressioni formali del contemporaneo.
Chi dipinse i due pannelli provenienti dal palazzo del conte Nicolò Orsini? Secondo Paola Castellini, uno sarebbe di mano del Romanino e l’altro di Altobello, ossia d’una coppia di artisti che Mina Gregori definisce affratellati da “osmosi insidiosa” e “indicibile collimazione”