Maurizio Bernardelli Curuz

Maurizio Bernardelli Curuz

Trovata struttura da torchio per vino che veniva prodotto per i legionari del forte romano

Tra i successi della spedizione di quest'anno, nel forte, c'è anche il ritrovamento di un gran numero di oggetti usati per scrivere e illuminare gli ambienti di lavoro. Grazie a questi ritrovamenti, i ricercatori hanno ricevuto conferma di precedenti ipotesi secondo cui l'edificio scoperto negli anni precedenti fungeva da quartier generale ( principia ), l'edificio più importante di una guarnigione romana

Scoperta una cantina del Quattrocento piena di giochi, scarpe, stoviglie, vetri, bicchieri e…

La conservazione straordinariamente buona dei reperti organici è unica. Ciò è dovuto alle particolari caratteristiche del sedimento di riempimento argilloso-limoso all'interno della struttura lignea in connessione con la vicinanza della falda acquifera. Di conseguenza, è stato possibile recuperare un gran numero di frammenti di cuoio, ma anche scarpe e stivali interi. Sono ben conservati anche resti tessili e vari oggetti in legno.

L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Giorgio Morandi attraverso l’obiettivo. La mostra a Bologna

Il servizio ci restituisce un Morandi non in posa, che non assume atteggiamenti innaturali o forzati, rientrando perfettamente in un genere che De Biasi aveva già sperimentato, quello dei ritratti di personaggi famosi colti nella loro quotidianità, per i quali aveva coniato la definizione: “ritratti in maniche di camicia”.

I Neanderthal rozzi? In cucina no. Una scoperta al di là degli stereotipi. Cucinavano ed ecco cosa

Gli archeologi hanno portato alla luce resti di cibo risalenti a 70.000 anni fa che indicano che gli uomini di Neanderthal - i nostri "cugini poveri", considerati arretrati e meno intellettivamente performanti rispetto ai sapiens - cucinavano gustose focacce aromatizzandole in modo sofisticati. Una realtà diversa rispetto a quella che ci consegna i Neanderthal come brutali consumatori di carne cruda. Lo comunica Liverpool Moores University, segnalando il lavoro svolto da un proprio docente, impegnato nella ricerca di resti di cibo trovati in un antico focolare, nei pressi di un grotta (nella foto), in Iraq.

Antropologa forense italiana ricostruisce il volto della mummia egizia che era incinta di 7 mesi

Si riteneva che quel sarcofago fosse di un sacerdote egizio. Poi si trovò, su di esso, il nome di un alto funzionario, uno scriba: Hor-Djehuti. I ricercatori polacchi del Warsaw Mummy Project avevano invece stabilito che il defunto era in realtà una giovane donna - 20-30 anni - morta con il bimbo che portava in grembo e così mummificata. Si tratta della prima mummia di una donna incinta conosciuta al mondo