Le ossa del roditore trovate nel quartiere servile della villa di Civita Giuliana., lo splendido edificio che era stato oggetto di scavi abusivi, con la realizzazione di tunnel che consentivano di raggiungere l'edificio sotterraneo senza essere visti dall'esterno
Ciò che colpisce è il numero elevato di cantine a servizio di ogni edificio abitativo. L'ipotesi è che qui venissero stoccati i prodotti che poi venivano immessi sul mercato attorno al santuario, alle terme e al teatro. E' chiaro che, specie in certi periodi dell'anno, i pellegrini fossero molto numerosi. Per questo la città doveva essere molto organizzata sotto il profilo dell'accoglienza
Soccol è pittore, architetto e scenografo. Si forma artisticamente negli anni Cinquanta sotto la guida di Ilse Bernheimer e Gennaro Favai e poi di Guido Cadorin. Nel 1956 frequenta la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e si laurea in Architettura nel 1967 con relatore Carlo Scarpa. Nel 1974 succede a Mario Deluigi nella cattedra di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
La sua prima personale si tiene a Trento, alla Galleria Argentario, nel 1969
12x12. Questo il nome del progetto, una vera e propria "art collection" in cui ciascuna delle dodici bottiglie firmate da ogni artista verrà proposta nell'arco dell'anno. 144 opere in totale, un'edizione limitata dell'Amaro Guelfo che rende omaggio all'arte e alla sua città
L'oggetto trovato nel campo è la raffigurazione di un'ampolla. E' dotato di spessore - quindi non è uno stemma - è lievemente convesso, sull'esterno - come un contenitore - ed è sigillato su tutti i quattro lati. Il reperto è in lega di piombo. E' alto 4,98 centimetri, è largo 3,75 ha lo spessore di 1,15 e un peso di 53,29 grammi
Il mausoleo, in cui erano state riposte le sue ceneri, conteneva complessivamente i resti mortali di sei persone, inseriti in altrettante urne cinerarie, una delle quali era di vetro. L'una vitrea era stata utilizzata, dopo il rogo funebre, per accogliere proprio i resti della donna. Qui gli archeologi hanno trovato tracce di una borsa di stoffa nella quale stava l'intatto flacone di cristallo di rocca - contenente il profumo - e tre grani di ambra
All'epoca la somma trovata era pari a 125 anfore di vino o 10 tonnellate di grano, ma il tempo e la storia la rendono oggi un tesoro inestimabile
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La vicinanza alla foce del Tevere e alle saline costiere costituisce il fattore principale che determinò la nascita e lo sviluppo di Ostia (dal latino ostium, “foce”), dapprima in funzione strategico-militare, poi soprattutto commerciale.
Sono questi i primi risultati dello scavo archeologico aperto nel grande complesso da oltre 10mila metri quadrati sotto l’egida della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara, all’interno dell’enorme cantiere edile aperto dalla Provincia di Lucca per i lavori di ristrutturazione, recupero e adeguamento dell’immobile che tornerà ad ospitare studenti e professori del Liceo delle scienze umane ‘Paladini’ e dell’istituto professionale ‘Civitali’ di Lucca.