L'oggetto trovato nel campo è la raffigurazione di un'ampolla. E' dotato di spessore - quindi non è uno stemma - è lievemente convesso, sull'esterno - come un contenitore - ed è sigillato su tutti i quattro lati. Il reperto è in lega di piombo. E' alto 4,98 centimetri, è largo 3,75 ha lo spessore di 1,15 e un peso di 53,29 grammi
Il mausoleo, in cui erano state riposte le sue ceneri, conteneva complessivamente i resti mortali di sei persone, inseriti in altrettante urne cinerarie, una delle quali era di vetro. L'una vitrea era stata utilizzata, dopo il rogo funebre, per accogliere proprio i resti della donna. Qui gli archeologi hanno trovato tracce di una borsa di stoffa nella quale stava l'intatto flacone di cristallo di rocca - contenente il profumo - e tre grani di ambra
All'epoca la somma trovata era pari a 125 anfore di vino o 10 tonnellate di grano, ma il tempo e la storia la rendono oggi un tesoro inestimabile
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La vicinanza alla foce del Tevere e alle saline costiere costituisce il fattore principale che determinò la nascita e lo sviluppo di Ostia (dal latino ostium, “foce”), dapprima in funzione strategico-militare, poi soprattutto commerciale.
Sono questi i primi risultati dello scavo archeologico aperto nel grande complesso da oltre 10mila metri quadrati sotto l’egida della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara, all’interno dell’enorme cantiere edile aperto dalla Provincia di Lucca per i lavori di ristrutturazione, recupero e adeguamento dell’immobile che tornerà ad ospitare studenti e professori del Liceo delle scienze umane ‘Paladini’ e dell’istituto professionale ‘Civitali’ di Lucca.
I resti sono stati trovati in quello che doveva essere un panificio. Due donne e un bambino dovevano aver cercato rifugio in quel luogo o erano i proprietari del forno. I nuovi scavi hanno permesso di portare alla luce, nei pressi dell'atrio di una domus due pareti affrescate sulle quali appaiono Apollo e Dafne, da un lato e Poseidone e Amimone dall'altro
Gli archeologi hanno recuperato un centinaio di monete romane - delle quali 65 in un contenitore - un frammento di un foglio votivo in bronzo, 27 cristalli di rocca e altri oggetti probabilmente offerte alla montagna
I ricercatori polacchi hanno stabilito, grazie a scavi, in un forte romano della Georgia, che i soldati della 10a Legione Fretensis, nota per la loro sanguinaria repressione delle rivolte ebraiche, erano di stanza anche sul Mar Nero, ad Apsaros nella Colchide all'inizio del II secolo d.C., Finora, gli storici non avevano rilevato tracce della loro presenza in un'area così remota. La presenza della X legione "calabrese" è stata stabilita grazie alla presenza di monete contromarcate dalla potente unità militare romana
I Romani chiamavano questa particolare posata cochlear, il cui nome deriva da coclea, cioè chiocciola, intesa come lumaca. I nostri cucchiai devono il nome a questi antenati romani. Il “cochlear”, con pala rotonda - o acuminata - e piatta e manico dritto e appuntito era proprio utilizzato per scalzare il corpo della lumaca dalla conchiglia o dei frutti di mare e portarlo alla bocca.