[U]na morte imprevedibile, l’autopsia, una lettera anonima giunta ai familiari con l’invito a promuovere indagini. Si tinge di giallo e di mistero, che si aggiunge al vasto cordoglio per la morte dell’artista bresciano, la vicenda del pittore Piero tramonta, ottimo artista dell’informale, deceduto in ospedale a Brescia, dopo un mese circa di ricovero.
Tramonta era un uomo vigoroso. Per decenni, aveva alternato l’attività artistica, al tennis, per il quale continuava ad allenarsi. Regolari erano pure le sue passeggiate attorno alla sua Bovezzo, cittadina alle porte di Brescia, ai piedi delle colline tra la Valtrompia e la Valle di Nave. Di fisico asciutto, scattante, Tramonta era un uomo energico, vitale, generoso, sempre pronto ad aderire ad iniziative artistiche e benefiche. “Vado a fare un tagliando” sembra che avesse detto, scherzosamente, ad alcuni amici, prima di entrare in ospedale.
Una fine davvero imprevedibile. Ora tutto è protetto dal più stretto riserbo. I familiari non hanno potuto rivelare il contenuto della lettera anonima, giunta qualche ora dopo la morte del pittore 71 enne. Dell’episodio è stata naturalmente informata la procura, che ha aperto un fascicolo. I familiari nella serata hanno presentato un esposto ai carabinieri, mentre la lettera è stata acquisita dal magistrato, che ha bloccato le procedure per le esequie ordinando l’autopsia.
E’ difficile pensare che Piero – persona pulita, squisita, generosa, promotrice di solidarietà – sia stato raggiunto da un malintenzionato. Piuttosto si ritiene che la lettera anonima sia scaturita a margine dell’ambiente ospedaliero. Dolore che si aggiunge al dolore. Cosa sa chi ha scritto quelle parole?
Nato nel 1951 a Bovezzo – in provincia di Brescia – Tramonta ha svolto una felice ricerca nel punto di contatto tra astratto e figurazione. Tramonta era ricoverato in ospedale da qualche giorno, ma le sue condizioni non parevano gravi. Poi, nelle scorse ore, un improvviso peggioramento e la morte.
La sua formazione artistica è stata generata da una profonda necessità di esprimersi visualmente, mentre le sue capacità espressive sono poi state indirizzate da alcuni corsi di pittura e disegno seguiti alla AAB di Brescia.
Comunque l’instancabile produzione pittorica di Tramonta, nel corso degli anni, lo ha portato ad acquisire una sicurezza tecnica invidiabile: i quadri del suo primo periodo, sempre figurativi, rappresentavano paesaggi surreali nei quali i soggetti erano ora volti, ora sofferte anatomie ora animali.
La caratteristica “figurativa” dell’opera di Piero Tramonta, però, col tempo, si è esaurita e la ricerca artistica si è inoltrata nel campo della sperimentazione e dell’espressione puramente libera.
“Dipingere, creare, sperimentarsi, gioire, emozionarsi, rincorrere affannosamente le visioni del quotidiano, meravigliarsi di se stessi per dar vita al mio folle lavoro”. Ed è stato proprio a partire da quel momento che il lavoro dell’artista è stato seguito con grande interesse dalla critica: dal 1987 a oggi l’opera di Tramonta è stata esposta in 90 mostre personali. La capacità grafica dell’artista è ben testimoniata dai disegni di tappeti e tende prodotti per una nota azienda milanese e disegni di vetri per box doccia, e negli anni passati, dalle vittorie ottenute partecipando a concorsi di pittura e grafica. In questi ultimi anni l’artista ha collaborato e tuttora collabora con alcuni asili e scuole elementari della sua zona tenendo corsi di “Avvicinamento ai mezzi dell’arte”, come lui stesso li definisce, organizzando delle esposizioni di piccoli splendidi lavori che mettono in luce come i bambini sotto una certa età possano creare immagini stupefacenti, liberi da ogni condizionamento.
“Ogni opera contiene una sua verità che cerco di “responsabilizzare. I miei lavori sono specchi in cui tento di inseguire gioie che sono anche le vostre!”