“Avevano paura che tornasse in vita”. Trovata una tomba romana anomala. Legata alla magia?

La singolarità della sepoltura è oggetto di studio ed è probabilmente collegata a un'anomalia del defunto, che fu onorato con depositi votivi, ma sigillato, rispetto ad un possibile ritorno in vita e circondato da chiodi piegati

Una sepoltura romana del II secolo, ritenuta anomala e forse oggetto di magia e di “distanziazione” rituale del defunto – è stata trovata in Turchia, all’interno di un’area cimiteriale culturalmente legata agli italici, nella città di montagna di Sagalassos, nella Turchia sudoccidentale. Quella si Sagalassos è una zona archeologica che si sviluppa a un’altitudine compresa tra i 1.450 e i 1.700 metri sul livello del mare.


L’uomo fu collocato su un letto funebre e i cerimonieri accesero il fuoco. Quando le fiamme si placrono e il corpo era in gran parte combusto, i presenti hanno collocato accanto ai resti della pira 41 chiodi, mai usati, ma alcuni dei quali piegati uno ad uno, a 90 gradi. Non deformati dal fuoco, ma volutamente piegati con martellate. Chi si occupò della sepoltura dei resti, mantenuti nel punto del rogo rituale, dispose i chiodi attorno a ciò che rimaneva del rogo. Nella tomba sono stati inseriti anche una moneta del II secolo, alcuni vasetti in ceramica risalenti al I secolo, due vasi in vetro soffiato e un un oggetto con cerniere. La stratigrafia indica che furono sepolti nella prima metà del II secolo d.C., epoca in cui questi tipi di manufatti sono comuni nelle sepolture.

Quando le braci erano ancora roventi, tutto fu sepolto con 24 mattoni, disposti uno accanto all’altro, così da formare una sorta di piattaforma rettangolare, che presenta ancora – attraverso una riduzione del colore – i segni della vicinanza a una forte fonte di calore. I mattoni sono stati quindi ricoperti da uno spesso strato di calce.
Lo studio delle tomba romana anomala è ora pubblicato dalla rivista Antichity e dall’Università di Cambridge. Gli autori del lavoro, intitolato “Pratiche magiche? Una cremazione imperiale romana non normativa a Sagalassos” sono Johan Claeys, Katrien Van de Vijver, Elena Marinova, Sam Clemans, Patrick Degryse e Jeroen Poblomé.

“Molte migliaia di sepolture sono state scavate in tutto il mondo romano, documentando una varietà di pratiche e riti funerari. – dice l’Università di Cambridge – Le singole sepolture, tuttavia, a volte si distinguono per le loro caratteristiche atipiche. Gli autori riportano la scoperta di una sepoltura a cremazione dell’antica Sagalassos che differisce dai depositi funerari contemporanei. In questo specifico contesto, i resti umani cremati non sono stati recuperati ma sepolti in situ, circondati da una manciata di chiodi volutamente piegati, e accuratamente sigillati sotto una zattera di tegole e uno strato di calce. Per ciascuna di queste pratiche, si possono trovare paralleli testuali e archeologici altrove nell’antico mondo mediterraneo, suggerendo collettivamente che le credenze magiche erano all’opera”.

“I frammenti di carbone rinvenuti – testimoniano gli autori – sono di pino (Pinus), oltre a qualche cedro o abete (Cedrus/Abies ); alcuni resti carbonizzati di carboncino conservano impronte tessili, che potrebbero riferirsi ad abiti o ad un sudario; sono stati recuperati anche frammenti di un oggetto intessuto o intrecciato, forse un cesto o una bara. Analisi archeobotaniche attestano la presenza di mandorlo, noce e uva, oltre a croste non identificabili contenenti chicchi di cereali. I manufatti includono una moneta del II secolo d.C. trovata tra i frammenti cranici, alcuni vasi in ceramica parzialmente ricostruibili (un piccolo unguentarium per olio, un mastos (coppa parabolica), un recipiente per cucinare, un orcio e una coppa decorata) databili al I secolo d.C., un unguentarium in vetro soffiato, la base di un vaso in vetro soffiato e frammenti di un non identificabile oggetto in osso lavorato con cerniere in bronzo. La posizione stratigrafica della sepoltura ed i relativi reperti fanno ipotizzare una datazione nella prima metà del II sec.”

Parte del contenuto della cremazione primaria: moneta del II secolo dC da Konana (particolare a destra); davanti a destra) resti bruciati di un manufatto in osso lavorato non identificato; davanti al centro sinistra, alcune delle unghie di chiodo piegate; al centro, frammenti di una fiaschetta di vetro; intorno, alcuni dei chiodi più grandi rinvenuti attorno al kaustra (© Sagalassos Archaeological Research Project ).

“La stessa natura funeraria del caso oggetto di studio potrebbe anche fornirci un’ulteriore spiegazione. – dicono gli studiosi – Graff (Riferimento Graf1997 : 166) discute due situazioni particolari in cui gli antichi sospettavano il coinvolgimento della magia e, più precisamente, del legame rituale: “malattia o morte improvvisa inspiegabile dal punto di vista medico; e fallimento professionale inaspettato e inspiegabile”. Combattere la magia con la magia è quindi un’interpretazione possibile, sebbene viziata da un ragionamento circolare”.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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