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di Beatrice Avanzi
[I]l suo volto ci è familiare: cognata e musa prediletta di Edouard Manet, Berthe Morisot è ritratta in numerose opere del maestro francese. E’ la giovane donna seduta in primo piano, con un ventaglio, nel celebre “Il balcone” del Musée d’Orsay. Forse non altrettanto nota al grande pubblico è la sua attività artistica: la Morisot fu, con Mary Cassatt, l’unica vera protagonista femminile dell’impressionismo.
Un talento innato, coltivato fin da giovane con passione e grazie a frequentazioni favorite da una condizione sociale agiata. Nata nel 1841 a Bourges da una famiglia dell’alta borghesia che vantava tra i suoi avi Honoré Fragonard, Berthe Morisot cresce in un ambiente colto e raffinato. Dopo aver studiato privatamente disegno e pittura sotto la guida del lionese Guichard (l’Ecole des Beaux-Arts non accetterà donne fino al 1897), la giovane Berthe, con la sorella Edma, fu allieva di Camille Corot, che le insegna a dipingere “sul motivo”, a diretto contatto con la natura, durante lunghe escursioni settimanali. Dal maestro apprende la libertà d’esecuzione, l’attenzione per gli effetti di luce studiati sul vero che costituiscono le premesse fondamentali per la sua adesione alla poetica impressionista.
Berthe, che dal 1864 viene ammessa ai Salon, si dedica alla pittura en plein air con sempre maggior convinzione. Approfondisce la ricerca sul colore e sulla luce nell’atelier costruito nel giardino della casa dei genitori, frequentata in quegli anni da un’élite intellettuale di cui facevano parte personaggi quali Degas, Baudelaire, Fantin-Latour, Tissot, Puvis de Chavannes. Nel 1868 Fantin-Latour le presenta Edouard Manet, influente capofila dei giovani pittori, futuri protagonisti della stagione impressionista, che si battevano per il rinnovamento dell’arte. Ne nasce un rapporto strettissimo, di reciproca stima e ammirazione. Berthe diviene la modella preferita di Manet, che la raffigura in una bellissima serie di ritratti (raccolti a Martigny in una sezione della mostra), tra cui “Le Repos”, “Berthe Morisot con ventaglio”, “Berthe Morisot a lutto”. Nel 1874 Berthe sposa il fratello di Edouard, Eugène, e, nello stesso anno, prende parte alla prima mostra degli Impressionisti presso lo studio di Nadar. Da quel momento, come scrive Wilhelm, “Berthe Morisot è la donna dell’Impressionismo (…) accolta senza riserve e considerata un modello d’indipendenza e di talento oltre che di grazia”. Berthe esporrà a tutte le mostre del gruppo, ad eccezione di quella del 1879 (quando era da poco nata la figlia Julie), contribuirà a sostenerne economicamente le iniziative e a incoraggiare i più giovani talenti, favorendo, ad esempio, l’esposizione della “Grande Jatte” di Seurat all’ultima mostra impressionista del 1886. La sua importanza all’interno del movimento viene subito riconosciuta anche dalla critica, che vede nelle sue opere una delle espressioni più pure della nuova pittura: “Nessuno rappresenta l’impressionismo con un talento più raffinato e con maggiore autorità”, scriverà, nel 1881, Gustave Geoffrey. Strettamente legati alla poetica impressionista sono i temi che ricorrono nella sua opera: marine, paesaggi, ritratti en plein air. Declinati, però, con un’attenzione privilegiata per il mondo femminile, che diviene la cifra caratteristica della sua produzione (dettata anche da ragioni “di convenienza”, poiché a una giovane artista donna, figura assai rara nella società di fine Ottocento, erano preclusi alcuni luoghi tipici della pittura impressionista, quali i caffè). Per cui, come scrisse Paul Valery, “la peculiarità di Berthe Morisot fu di vivere la sua pittura e di dipingere la sua vita”. Studi di donne en plein air o nell’intimità dell’ambiente domestico (tra i più noti, “Giovane donna di schiena alla toilette”) si affiancano alle immagini ispirate al proprio universo familiare: dai ritratti della sorella e della madre (“La culla”, “La lettura”) alle radiose immagini della figlia Julie. Alla serenità delle scene rappresentate si accorda una pittura costruita su toni chiari, con pennellate rapide, intrise di luce, il cui carattere intimista è accentuato dai tagli fotografici, vicini a quelli dell’amico Degas.
Nella fluidità della stesura, nello scorrere della luce, si coglie la volontà (davvero “impressionista”, ma trasportata sul piano dell’emozione passeggera, fugace) di “fissare qualcosa di ciò che passa”. Questa libertà di condotta giunge, nelle opere della maturità, a dissolvere le forme nella luce e nel colore, con esiti innovativi che arrivano ad anticipare le soluzioni di Monet nelle “Ninfee”. Berthe Morisot muore a soli 54 anni nel 1895. Un anno più tardi, la retrospettiva organizzata presso la galleria Durand Ruel da Degas, Renoir, Monet, con prefazione in catalogo di Mallarmé, sarà l’estremo omaggio con cui i più grandi protagonisti dell’impressionismo testimoniano la loro amicizia e la loro ammirazione per il talento della “bella pittrice”.
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