Capolavoro! Lo scudo di parata con disegni di Giulio Romano torna in Europa. Fu depredato dai nazisti

Il Philadelphia Museum of Art rinuncia a pezzo stratosferico del Rinascimento italiano che era entrato nel mercato, dopo la fine della seconda guerra mondiale. La rotella era stata sequestrata dagli uomini di Hitler nel 1943

Il Philadelphia Museum of Art e il National Heritage Institute della Repubblica Ceca hanno annunciato nelle ore scorse un accordo per il quale un importante scudo da parata italiano con decorazione – attribuito a Girolamo di Tommaso da Treviso (1497-1544) sarà restituito alla Repubblica Ceca da Filadelfia, dove è esposto nelle Gallerie delle armi e delle armature del Museo dal 1976 come parte della Collezione Carl Otto Kretzschmar von Kienbusch.

L’elaborata decorazione dipinta dello scudo è attribuita a Girolamo di Tommaso da Treviso (c. 1497-1544), su disegno del pittore Giulio Romano (italiano, 1492/99-1546). Lo scudo è stato realizzato nel 1535 circa in legno, lino, gesso, oro e pigmento ed ha un diametro di 24 pollici. La scena raffigurata all’esterno mostra l’assalto di Nuova Cartagine (209 a.C.) nell’attuale Spagna, un episodio importante della seconda guerra punica (218-201 a.C.) e una grande vittoria del generale romano Publio Cornelio Scipione (237- 183 a.C.). Originariamente destinata esclusivamente a scopi cerimoniali, la decorazione suggerisce un parallelo storico tra le conquiste militari di Scipione, molte delle quali avvenute in Africa, e le vittorie dell’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V (governato dal 1519 al 1556), che stava tornando nel 1535 da una vittoriosa campagna militare contro i pirati musulmani nell’Africa settentrionale. Lo scudo fu probabilmente commissionato per una delle cerimonie che si tenevano in tutta Italia per accogliere in trionfo l’imperatore Carlo V.

“Scudo che mostra la presa di Nuova Cartagine (recto),” prodotto in Italia c. 1535, attribuito a Girolamo di Tommaso da Treviso (italiano, nato c. 1497, morto 1544), su disegno di Giulio Romano (1492/99-1546). Legno, lino, gesso, oro, pigmento, diametro: 24 pollici (61 cm). Lascito di Carl Otto Kretzschmar von Kienbusch, 1977; deadesione 2021. Immagine per gentile concessione del Philadelphia Museum of Art, 2021.

“Scudo che mostra la presa di Nuova Cartagine (verso),” prodotto in Italia c. 1535, attribuito a Girolamo di Tommaso da Treviso (italiano, nato c. 1497, morto 1544), su disegno di Giulio Romano (1492/99-1546). Legno, lino, gesso, oro, pigmento, diametro: 24 pollici (61 cm). Lascito di Carl Otto Kretzschmar von Kienbusch, 1977; deadesione 2021. Immagine per gentile concessione del Philadelphia Museum of Art, 2021.

Lo scudo, prima che fosse depredato dai nazisti, nella collezione dell’arciduca Francesco Ferdinando, l’erede dell’impero austro-ungarico, il cui assassinio nel 1914 segnò l’inizio della prima guerra mondiale. L’arciduca possedeva una delle più importanti collezioni di armi e armature d’Europa, che era esposta nel suo paese residenza, Castello di Konopiště, vicino a Praga. Quando le ex proprietà imperiali asburgiche furono ridistribuite dopo la guerra, il castello e le sue collezioni divennero proprietà del governo della neonata Cecoslovacchia nel 1919. Nel 1939 il governo nazista annesse la parte della Cecoslovacchia dove si trovava Konopiště, e nel 1943 la L’esercito tedesco (Wehrmacht) confiscò la collezione di armature del castello di Konopiště, compreso lo scudo, e la portò a Praga per essere ospitata in un nuovo museo militare. Tuttavia, il curatore di armi e armature di Adolf Hitler, Leopold Ruprecht, presto scremò la crema della collezione, la fece un inventario e la spedì a Vienna, con l’intenzione di fare il meglio per il mega-museo progettato da Hitler a Linz, in Austria. Alla fine della guerra, grandi gruppi di oggetti di Konopiště furono recuperati dagli Alleati e restituiti alle autorità ceche nel 1946, ma tra i 15 oggetti rimasti mancanti c’era uno scudo la cui descrizione era simile allo scudo da parata di cui ci occupiamo

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Maurizio Bernardelli Curuz
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