Carro, armi, spiedi, elmo. Nella tomba del principe-eroe delle Marche che visse 100 anni dopo la fondazione di Roma

Il principe del VII secolo era stato con un corredo ricchissimo in una notevole tomba di una necropoli picena con armi e oggetti simbolo collegati al rango del defunto e alla ritualità funeraria. Corinaldo analizza la figura di quest'uomo , esponendo reperti, immagini, disegni ricostruttivi e fotografie d’autore che hanno documentato le attività di scavo
Elmo in bronzo in corso di scavo – (foto di Pierluigi Giorgi)

A tre anni dalla scoperta archeologica a Corinaldo, dove in località Nevola è stata riportata alla luce una necropoli picena con una tomba principesca risalente al VII sec. a.C., la mostra “Il tesoro ritrovato. La tomba del Principe di Corinaldo” – a cura di Federica Boschi e Ilaria Venanzoni racconta al pubblico la bellissima storia di ricerca, scoperta, studio e valorizzazione che ha caratterizzato il progetto, per presentarne i risultati e le metodologie adottate.

Un momento dello scavo della tomba principesca, campagna 2018 – (foto di Pierluigi Giorgi)

La mostra è promossa dalla Regione Marche e dal Comune di Corinaldo in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche e l’Università di Bologna.

La scoperta e gli scavi
Le ricerche sono state dirette dal Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Ateneo bolognese e si inseriscono nel Progetto ArcheoNevola avviato nel 2017, che studia la Valle del Nevola e le sue antiche dinamiche di popolamento. Questo programma punta su metodi di esplorazione territoriale non invasiva, dando ampio spazio all’analisi aerofotografica, ad esempio attraverso ricognizioni aeree, e alle prospezioni geofisiche per la mappatura del sottosuolo, unite alle modalità di lavoro più tradizionali degli scavi archeologici e ricognizioni di superficie, tutte modalità che sono state utilizzate anche a Corinaldo.

Panoramica della fossa corredo della tomba principesca in corso di scavo – (foto di Pierluigi Giorgi)

La scoperta nasce durante un sorvolo di passaggio lungo la vallecola del fiume Nevola, quando gli archeologi si accorgono di due tracce circolari, esempi di “cropmarks” che richiamano i fossati anulari di celebri necropoli delle Marche meridionali come quelle di Matelica o Fabriano. Una fortunata concatenazione di eventi ha permesso di far partire subito una campagna di indagini non invasive che hanno consentito di ottenere una descrizione dettagliata e puntuale di ciò che era sepolto e di poter programmare con anticipo e consapevolezza le operazioni di scavo.
Sono così tornati alla luce i resti di un originario monumento funerario delimitato da un grande fossato circolare, con una fossa deposito colma di oggetti di corredo, quasi cento elementi che esprimono il rango aristocratico del defunto, connotandolo come un leader politico, militare ed economico dell’ambito culturale piceno di VII secolo a.C.

Le attività di scavo sono state documentate dal fotografo professionista Pierluigi Giorgi, i cui suggestivi scatti saranno esposti in mostra, insieme a immagini, disegni ricostruttivi e a una selezione di reperti, per raccontare le varie fasi della scoperta e del rinvenimento archeologico, oltre al lavoro quotidiano di archeologi, restauratori, specialisti e tecnici, che si sono prodigati con impegno e dedizione in questo progetto.

Veduta dall’alto della porzione restaurata dell’elmo di Corinaldo

I restauri
Anche i restauri sono protagonisti dell’evento, grazie alla prestigiosa partecipazione del Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Bologna a Ravenna e al prezioso lavoro di restauratori professionisti, come Mirco Zaccaria e Paolo Gessani in collaborazione con il Laboratorio di Restauro del Museo Civico Archeologico A. Casagrande di Castellone di Suasa.
I reperti in mostra
Per l’esposizione sono stati selezionati dodici reperti, un numero esiguo rispetto al totale rinvenuto, ma che ben documenta la ricchezza della sepoltura e del personaggio celebrato.

Si tratta di dodici pezzi che meglio esprimono le componenti ideologiche più rappresentative del corredo e della sua molteplicità di significati: un elmo e uno schiniere celebrano la dimensione del potere politico e militare, il carro simboleggia il possesso terriero, la cerimonia del banchetto funebre è rappresentata dai contenitori per accogliere e versare cibi e bevande, e il sacrificio carneo con le pratiche del taglio e della cottura delle carni animali dedicate viene evocato dall’ascia, dagli spiedi e dagli alari.

La ruota destra del carro dopo l’intervento di restauro

Il tesoro ritrovato
La tomba del Principe di Corinaldo

A cura di Federica Boschi e Ilaria Venanzoni
fino al 30 gennaio 2022
Civica Raccolta d’Arte Claudio Ridolfi • Largo XVII Settembre 1860 • Corinaldo (AN)

Orari apertura
Venerdì, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00
Sabato, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00
Domenica, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00

Biglietti
• intero 10.00 €
• ridotto 5.00 € (over 65 – under 18>12)
• gratuito bambini fino a 12 anni e disabili
• con biglietto Consorzio Suasa ridotto 5.00 €
Visite guidate per le scuole il mattino su prenotazione.
Informazioni e prenotazioni Ufficio IAT Corinaldo • Via del Corso 2 • Tel. 071 7978636 – Email iat1@corinaldo.it
Segreteria organizzativa
Artifex International S.r.l.s. – Roma
Email info@artifexarte.it – Tel +39 06 99572979

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Maurizio Bernardelli Curuz
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