Antonio Canova si innamorò di questo dipinto del Moretto e lo acquistò a Roma. Ma dopo la sua morte, il fratello vescovo decise di disfarsene ottenendo due Palma il Giovane da collocare nella rotonda canoviana
Leggi tutto Moretto – La Madonna con “ali di pipistrello” appartenuta a CanovaSalvador Dalì, osservando il quadro in modo ossessivo, rapito da qual momento di silenzio argentato che precede la pienezza della sera e scivolano le ombre sella notte, ne fece un oggetto di ricerca spasmodica. Ad esso dedicò anche un libro " Il tragico mito dell'Angelus di Millet". La radiiografia compiuta dal Louvre nel 1963 avrebbe messo in luce un parallelepipedo compatibile con la forma di un feretro
Leggi tutto Dalì urlò: "Guardate! C’è una piccola bara nascosta nell’Angelus di Millet". Le ricercheNonostante non si fossero mai conosciuti, il ragazzo di Vinci fu cresciuto nell’aura straordinaria del celebre fratello del papà. Al punto che fece propri gli esiti della grazia leonardesca, suscitati da un enorme rispetto per la figura umana e dall’attenzione ai moti dell’anima. Le sue sculture dimostrano un’attenta osservazione dei dipinti di quell’illustre familiare che ne divenne il “padre a distanza”
Leggi tutto Pierino da Vinci rubò allo zio Leonardo volti e sorrisi per le sue statueIl pittore nato a Creta dipingeva cieli percorsi da spiriti alati le cui vesti lasciavano trapelare gambe di donna flessuose e conturbanti. E l’Inquisizione lo chiamò a rapporto…
Leggi tutto El Greco dipinse l'erotismo degli angeli e fu interrogato dagli Inquisitori. Sensi e seduzione degli SpiritiL’arte rupestre appare come l’espressione di un linguaggio primordiale, anche se con differenti dialetti, che può essere letto indipendentemente dall’idioma moderno nel quale una persona pensa e comunica. Gli archetipi sono ancora funzionanti e trasmettono messaggi immediati e profondi
Leggi tutto Il dna degli uomini primitivi: i segni "innati" sopravvissuti nei ritratti moderni. Mosche, farfalle, libellule, stelle…In questa seducente teletta, il giovane spazzacamino è ritratto seduto sul gradino d’ingresso, mentre attira l’attenzione di un corpulento tacchino che spera di ottenere qualche briciola del suo cibo. L’opera, un olio su tela di piccola dimensione (36x27,5 cm), firmata e datata, giungeva in laboratorio presentando un appesantimento chiaroscurale causato dall’ossidazione della vernice protettiva
Leggi tutto Angelo Inganni – Piccoli spazzacamini. A loro è concesso solo il "cibo di strada". Pesce fritto e patatineI Greci avevano concesso l’apoteosi solo a semidei come Ercole, che si era guadagnato quella posizione con dodici fatiche, e non poterono negarla ad Alessandro, anch’egli, a suo dire, figlio di un dio. Romolo, l’ecista divinizzato, avrà, secondo Virgilio (Eneide VI, 786 e ss.) “cento nipoti, tutti celesti, tutti abitatori delle “superne vette” e tra questi evidentemente spiccava Augusto. Architettura, arte, tutto concorreva ad interpretare il desiderio di apoteosi. In Etruria, i templi, normalmente orientati verso Mezzogiorno, rappresentavano la proiezione sulla terra di una divisione sacra del cielo. A Roma si svilupparono raffinate decorazioni simboleggianti il percorso dell’anima, aerea e immortale, verso l’emisfero superiore
Leggi tutto Come l'arte e l'architettura trasformavano uomini esemplari negli Dei. Divinizzazioni e politicaL'attitudine urbana di Francesco Garbelli ha inizio intorno alla metà degli anni '80 del secolo scorso. È importante sottolinearlo, in quanto il suo esordio artistico avviene in controtendenza rispetto al grande ritorno in Europa della pittura (Neoespressionismo in Germania e Transavanguardia in Italia) e in un'epoca in cui l'approccio dell'arte contemporanea verso l'ambiente esterno, in questo specifico caso la città, è rinnovato soprattutto dal graffitismo americano (i cui esponenti più importanti sono senz'altro A-One, Ronnie Cutrone, James Brown, Kenny Sharf e Keith Haring), importato in Italia dal gallerista Salvatore Ala e dalla critica d'arte Francesca Alinovi
Leggi tutto I segnali stradali nell'arte – Le opere di Francesco Garbelli reinventano le icone delle vie e le autoIn diversi ritratti di artisti o autoritratti, che ritraggono i pittori davanti alla tela, appare un utensile che oggi vediamo molto poco, anche se viene usato, pur in modo molto limitato, ancora. Esso è il cosiddetto bastone poggiapolso, prezioso, nel passato, per la pittura analitica, piena di particolari e di velature o, nel campo contemporaneo, in ambito iperrealista
Leggi tutto Cos’è e quale funzione aveva il "bastone dei pittori"?Il personaggio porta, inoltre, un paio di occhiali da vista, oggetto che appare raramente in un quadro, soprattutto se si considera che nella prima metà del Seicento (l’opera è stata realizzata tra il 1638 e il 1640) gli occhiali non erano utilizzati per tutta la giornata, ma solo nelle occasioni in cui davvero erano necessari: e ciò a causa della loro scomodità.
Leggi tutto L'ostentata miopia del cavaliere di Ribera. Status symbol nel ritratto