Fa una certa impressione vedere un varco, sotto terra. E togliere il terreno e osservare una sorta di atrio sotterraneo, che dà accesso ad alcune porte. Ma dove conducono? Gli operai si sono immediatamente resi conto che si trattava di cose antiche e così hanno avvisato gli archeologi. La notizia è stata data nelle ore scorse dalla Fondazione ospedaliera, proprietaria dell’area.
Durante i lavori per l’installazione di una nuova condotta idrica in un parcheggio vicino all’ospedale Mater Dei di Msida, Malta, è stata scoperta infatti una tomba punica risalente a circa 2.300 anni fa. La Soprintendenza per i Beni Culturali di Malta (SCH) aveva da subito istituito un team di monitoraggio per supervisionare gli scavi e proteggere eventuali ritrovamenti. La scoperta si è rivelata straordinaria: un complesso funerario scavato nella roccia calcarea locale, che si sviluppa attorno a un pozzo centrale e include tre camere funerarie. L’architettura della tomba, con il suo pozzo centrale, richiama lo stile funerario punico, tipico delle sepolture di alto rango del periodo.
Quando la prima camera è stata individuata, gli archeologi hanno ampliato l’area di scavo, scoprendo che si trattava di un ambiente più complesso e organizzato. Le tre camere erano sigillate da lastre di pietra intatte, un segno di rispetto verso le sepolture precedenti e di una lunga tradizione di inumazione multipla: ogni camera conteneva infatti numerosi resti umani disposti in modo metodico, suggerendo che i defunti venissero periodicamente ricollocati per permettere nuove sepolture, come consuetudine nell’area mediterranea punica. Oltre alle inumazioni, sono stati ritrovati anche alcuni resti cremati, conservati in urne cinerarie disposte con cura nelle camere.
Il team archeologico e gli osteologi della SCH hanno lavorato per due settimane per scavare il sito in modo dettagliato, documentando ogni frammento e analizzando i reperti. Tra i resti ritrovati ci sono scheletri in buono stato di conservazione, urne cinerarie e alcuni manufatti funerari, probabilmente destinati a facilitare il passaggio nell’aldilà. Gli archeologi hanno contato almeno sei inumazioni nella Camera 2 e nella Camera 3, mentre nella Camera 1 ne sono state trovate almeno due. La presenza di queste tombe multipli suggerisce che la struttura sia stata utilizzata durante un lungo periodo, dall’epoca punica fino a quella romana.
Alcuni degli oggetti rinvenuti sono stati trasportati nei laboratori della SCH per analisi più dettagliate, volte a stabilire l’età, il sesso e lo stato di salute degli individui. Queste ricerche si avvarranno di analisi avanzate, come il test del DNA, con l’obiettivo di comprendere meglio le caratteristiche della comunità che abitava Malta in epoca punica e romana. Secondo le dichiarazioni della Foundation for Medical Services e della SCH, la scoperta rappresenta un’importante finestra sulle abitudini funerarie dell’epoca, offrendo anche la possibilità di confrontare la cultura punica con quella romana, successivamente dominante nell’isola.
La tutela e la conservazione della tomba è ora una priorità per la SCH, che sta pianificando un accesso controllato al sito per permettere un monitoraggio costante e un approfondimento degli studi su questo importante complesso funerario, unico nel suo genere a Malta.
I Punici erano un popolo di origine fenicia, stanziatosi lungo le coste del Mediterraneo occidentale. Di origine semitica, erano grandi navigatori e commercianti, capaci di fondare una rete di città-stato, tra cui la celebre Cartagine, che si sviluppò in una potenza regionale grazie alla sua forza marittima e alle sue capacità diplomatiche e militari. La loro cultura era influenzata dalla religione fenicia e si caratterizzava per pratiche rituali e culti che spesso includevano sacrifici e un sistema di sepoltura stratificato. Le tombe, come quella scoperta a Malta, erano spesso camere elaborate con corredi preziosi, indicativi della loro complessa visione dell’aldilà.
La presenza punica a Malta
La presenza punica a Malta risale al IV-III secolo a.C., quando Cartagine estese la sua influenza sull’isola. La posizione strategica di Malta nel Mediterraneo la rendeva un punto di riferimento essenziale per il commercio e le rotte marittime, permettendo ai Cartaginesi di controllare i traffici tra la Sicilia e l’Africa settentrionale. Malta divenne così un avamposto importante per la diffusione della cultura punica, con templi e necropoli che riflettevano le credenze e i costumi funebri cartaginesi. La recente scoperta a Msida è un esempio significativo dell’eredità punica, evidenziando come l’isola fosse integrata nelle rotte commerciali e culturali del Mediterraneo.
La presenza punica in Italia
In Italia, la presenza punica è testimoniata principalmente lungo le coste della Sicilia e della Sardegna, dove i Cartaginesi instaurarono insediamenti e postazioni commerciali a partire dal VI secolo a.C. In Sicilia, ad esempio, i Punici si scontrarono con le colonie greche in una serie di guerre che si conclusero solo con l’arrivo dei Romani. In Sardegna, invece, la cultura punica si integrò con le popolazioni locali, influenzandone usi e costumi e dando vita a un’interessante fusione culturale.
In seguito alle guerre puniche (264-146 a.C.), la presenza punica in Italia fu gradualmente sostituita dal dominio romano, che sottomise Cartagine, ma non cancellò completamente la sua cultura. Le influenze puniche rimasero per lungo tempo visibili nella toponomastica, nei riti funerari e nei manufatti di alcune aree mediterranee. La scoperta di Malta rappresenta quindi un tassello prezioso per la comprensione della diffusione e dell’influenza punica in epoca antica, che andava ben oltre i confini della stessa Cartagine.