Gli archeologi dell’Università di Siviglia hanno scoperto una serie di rovine sommerse dalla laguna che potrebbero essere i resti del tempio di Ercole Gaditano, uno dei santuari più importanti delle province occidentali durante l’antichità.
I ricercatori dell’Università di Siviglia, in collaborazione con l’Istituto andaluso del patrimonio storico, hanno condotto un’indagine LiDAR a Cadice in un’area tra le località costiere di Camposoto e Sancti Petri, i cui risultati sono stati presentati in questi giorni.
Il LIDAR (acronimo dall’inglese Light Detection and Ranging o Laser Imaging Detection and Ranging) è una tecnica di telerilevamento che permette di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie utilizzando un impulso laser, ma è anche in grado di determinare la concentrazione di sostanze chimiche nell’atmosfera e nelle distese d’acqua, nonchè – come in questo caso – di evidenziare strutture sommerse.
L’area dell’ indagine spagnola che ha portato alla scoperta della struttura è costituita da un paesaggio semisommerso, dominato da una serie di paludi e dal Caño de Sancti Petri, un canale poco profondo della provincia de Cádiz, in Andalucía, a sud- ovest della Spagna.Lo studio ha rivelato un nuovo paesaggio costiero con la presenza di possibili frangiflutti, ormeggi, un porto interno e la scoperta di diversi grandi edifici monumentali.
Combinando i dati delle precedenti scoperte nella regione, il team ha tracciato una linea che delimitava un’area tra le pendici dell’isolotto che separa il canale dall’Atlantico. Lì hanno trovato una struttura sommersa rettangolare che misura 300 metri per 150 metri e potrebbe avere una correlazione con le informazioni fornite dagli autori antichi, tuttavia, questa nuova scoperta contrasta ancora con altre teorie proposte per l’ubicazione del tempio. Gli archeologi intendono condurre indagini archeologiche dettagliate dell’area (terrestre e sottomarina) per determinare la cronologia e la funzione di ciascuna delle strutture rilevate e ricostruire la storia dell’area.
Il tempio romano di Ercole sorse sviluppando e trasformando un precedente edificio sacro fenicio-punico di Melqart. Secondo il testo contemporaneo, un tempio a Melqart (divinità principale di Tiro e di due delle sue colonie) era situato vicino all’antica città di Gadir (l’odierna Cadice). .
La prima testimonianza del santuario proviene dagli scritti dello storico greco Polibio (dal 200 a.C. al 118 a.C.), ma sarà poi citata dal filosofo stoico Posidonio (dal 135 al 51 a.C.) e da una visita del filosofo neopitagorico Apollonio di Tiana (dal 3 a.C. al 97 d.C. circa). Compiuto il geo-rilevamento, gli archeologi hanno fato convergere fonti storiche e archeologiche per raccogliere il maggior numero di informazioni, che consentiranno poi di svolgere campagne di scavo.
FONTE: https://twitter.com/unisevilla/status/1471102215527927809?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1471102215527927809%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Factualidad.rt.com%2Factualidad%2F414038-hallan-espana-posible-ubicacion-templo-hercules
e diretta Facebook di presentazione della scoperta.