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Coppia vende una vecchia maschera africana a 150 euro. L’acquirente la rivende all’asta e guadagna 4 milioni. Cause e polemiche. Ai coniugi spetta di più?


In una storia che mette in evidenza la complessità del commercio di oggetti d’arte e l’importanza di preservare il patrimonio culturale, una maschera che fu importata agli inizi del Novecento dal Gabon è diventata il fulcro di un caso giudiziario attentamente monitorato in Francia. L’intricata vicenda coinvolge un’anziana coppia, un commerciante di antichità e attivisti che chiedono il ritorno del manufatto al Gabon.

Tutto ha avuto inizio quando l’anziana coppia ha venduto una maschera al commerciante di antichità per 150 euro. Questo manufatto, inizialmente acquistato per un modesto prezzo, è poi stato messo all’asta dall’acquirente a Montpellier e ha raggiunto una cifra strabiliante: 4,2 milioni di euro. I coniugi, residenti in un paese a sud di Parigi, hanno deciso di chiamare in causa la corte di Nîmes per determinare quale risarcimento meritino.

Tuttavia, gli attivisti e la comunità al Gabon, un paese dell’Africa centrale colonizzato dalla Francia tra il 1885 e il 1960. Durante questo periodo, il Gabon ha subito saccheggi delle sue risorse naturali e dei suoi beni culturali. Molti manufatti gabonesi si trovano oggi in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. Ma certo qualcuno, anche in quell’epoca, potrebbe aver acquistato regolarmente gli oggetti da parte di chi ne era il detentore. Insomma: una bella situazione caotica.

La maschera in questione è stata trovata dalla coppia mentre ripuliva la loro proprietà in vista di una vendita degli oggetti che tenevano in cantina, accumulati dalla famiglia, nel tempo. La maschera è stata venduta a un commerciante locale nel settembre 2021. Mesi dopo, i pensionati hanno letto con sorpresa che la stessa maschera era stata venduta per milioni in un’asta a Montpellier. In queste settimane la vicenda finisce in tribunale. Che dirà il giudice? Chi vende un oggetto per 150 euro e lo vede poi rivendere per 4 milioni è stato truffato oppure l’acquirente ha compiuto un percorso di approfondimento, con l’aiuto di esperti, che hanno prodotto il plusvalore? L’acquirente deve qualcosa agli ignari venditori oppure no? Sarà interessante conoscere la non facile decisione dei giudici, che potrebbe andare in direzione dell’acquirente ma che, salomonicamente, potrebbero chiedere che chi ha comprato il pezzo compia un salomonico gesto di liberalità, considerato il forte guadagno.

La maschera in questione è una tradizionale maschera Fang del Gabon utilizzata in cerimonie di matrimonio, funerali e altri rituali. Queste maschere monumentali sono estremamente ricercate dai collezionisti, e solo poche istituzioni culturali al di fuori del Gabon possiedono esemplari simili.

Il catalogo dell’asta ha fornito dettagli sulla provenienza della maschera, sostenendo che era stata raccolta nel 1917 dal governatore coloniale francese René-Victor Edward Maurice Fournier (1873-1931), durante un tour in Gabon, sebbene le circostanze esatte siano sconosciute. Fournier era parente dei due coniugi.

Attivisti gabonesi hanno protestato all’asta, chiedendo che la vendita fosse annullata. Solange Bizeau, membro del Collectif Gabon Occitanie, ha dichiarato che il loro obiettivo non è solo un caso giudiziario tra le parti coinvolte, ma piuttosto la restituzione della maschera al Gabon. Ha sottolineato che queste maschere rappresentano non solo oggetti d’arte ma hanno anche un valore spirituale e culturale nel contesto della società gabonese.

La causa, che sarà discussa a partire da dicembre, solleverà anche importanti questioni sulla restituzione di oggetti d’arte a Paesi da cui sono stati sottratti durante periodi di colonialismo e saccheggio. Rappresenta anche un punto di svolta nella discussione sulla moralità e la dignità legate allo spoglio delle opere d’arte e al riconoscimento dei diritti delle comunità culturali.