Cosa significa “pittori bamboccianti” e chi era il Bamboccio. Il video delle opere

Durante il suo soggiorno a Roma, Van Laer è diventato anche una delle guide di Schildersbent o "banda di gilda" fondata nel 1623 dagli artisti olandesi, con sede nella città italiana, per proteggere i loro interessi. Intorno 1637 l'artista ha lasciato Roma per tornare nel Paese di origine, ma si ritiene che abbia compiuto un secondo viaggio nella città dei Papi, nel 1642, poco prima della morte. Soltanto una trentina di opere possono essere attribuite in modo sicuro a Pieter van Laer. Tra le caratteristiche della sua arte deve essere menzionata la pennellata a impasto materico, il naturalismo vivace e il gusto per il chiaroscuro drammatico. L'importanza del lavoro di Van Laeer dei bamboccianti era enorme. I suoi dipinti godevano di grande favore non solo sul mercato ordinario dell'arte, dove raggiungevano prezzi considerevoli, ma anche tra la nobiltà e l'alto clero. a bamboccio 2

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Pieter van Laer (Haarlem, h. 1599?, 1642), detto il Bamboccio, fu pittore, disegnatore e incisore olandese. Fu il membro più anziano del gruppo di artisti noti come bamboccianti, attivo a Roma nella prima metà del XVII secolo e dedicata a dipingere quadri di piccole dimensioni sulla vita popolare e contadina. Soggetti umili; scenette popolari; la verità di tutti i i giorni: pittura di genere. Poco si sa della sua prima formazione a Haarlem, anche se è possibile mantenere qualche contatto con Isaia van de Velde. Si ritiene che egli sia giunto a Roma nel 1625, dopo un soggiorno francese, città in cui si stabilì in Francia, con il fratello Roeland. Fu chiamato Il bamboccio (Il Fantoche, il pupazzo, diremmo noi) anche a causa di deformità del volto. Questo nome sarebbe stato a sua volta utilizzato in senso peggiorativo da artisti e teorici dell’arte classicisti come Andrea Sacchi e Francesco Albani, che considerava il lavoro del bamboccianti contro le regole della bellezza ideale e una minaccia per la loro lotta finalizzata ad elevare lo status dell’artista. E’ possibile che la convergenza tra la deformità del volto e l’interesse pittorico per piccole figure, i bambocci, appunto abbia favorito la nascita del soprannome.
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Durante il suo soggiorno a Roma, Van Laer è diventato anche una delle guide di Schildersbent o “banda di gilda” fondata nel 1623 dagli artisti olandesi, con sede nella città italiana, per proteggere i loro interessi. Intorno 1637 l’artista ha lasciato Roma per tornare nel Paese di origine, ma si ritiene che abbia compiuto un secondo viaggio nella città dei Papi, nel 1642, poco prima della morte. Soltanto una trentina di opere possono essere attribuite in modo sicuro a Pieter van Laer. Tra le caratteristiche della sua arte deve essere menzionata la pennellata a impasto materico, il naturalismo vivace e il gusto per il chiaroscuro drammatico. L’importanza del lavoro di Van Laeer dei bamboccianti era enorme. I suoi dipinti godevano di grande favore non solo sul mercato ordinario dell’arte, dove raggiungevano prezzi considerevoli, ma anche tra la nobiltà e l’alto clero.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa