Deturpata la cinquecentesca facciata affrescata di palazzo Geremia di Trento. Task force per il restauro. La storia dell’edificio

Costruito alla fine del XV secolo come dimora di Giovanni Antonio Pona, figlio del nobile Geremia Pona di Verona, e sua moglie Elisabetta Calepini, il palazzo presenta lo stemma dei Pona Geremia, raffigurante un braccio armato di pugnale, che compare due volte sulla facciata e in vari spazi interni. Questo stemma si unisce alle insegne araldiche di famiglie trentine imparentate come Prato, Calepini, Mirana, Galasso, e Firmian
La scritta con vernice spray rossa sull’intonaco affrescato del palazzo @ Foto Comune di Trento

Trento, 04 gennaio 2024 – La Soprintendenza per i beni e le attività culturali ha richiesto che la scritta “Free Palestine”, realizzata con vernice rossa sulla facciata di palazzo Geremia a Capodanno, venga rimossa al più presto da esperti restauratori. Il Comune, dopo aver scoperto l’atto di vandalismo il cui responsabile è ancora sconosciuto, si è attivato per intervenire rapidamente. Per ripulire la vernice rossa, è stato coinvolto il personale specializzato in pittura e restauro, coordinato dall’ufficio Beni archeologici della Soprintendenza. L’operazione dovrà tener conto della sovrapposizione della scritta all’affresco protetto sulla facciata, richiedendo la predisposizione di un progetto prima dell’inizio effettivo dei lavori.

Il palazzo di Trento che segna il passaggio, in Trentino, dal Gotico al Rinascimento. Gotiche le mensole del tetto, rinascimentale l’impianto dell’edificio, i loggiati, le finestre e il portale @ Foto Redazione Trentino Cultura

Palazzo Geremia, un gioiello del periodo di transizione dal Gotico al Rinascimento, funge attualmente da sede rappresentativa per il Comune di Trento.

Costruito alla fine del XV secolo come dimora di Giovanni Antonio Pona, figlio del nobile Geremia Pona di Verona, e sua moglie Elisabetta Calepini, il palazzo presenta lo stemma dei Pona Geremia, raffigurante un braccio armato di pugnale, che compare due volte sulla facciata e in vari spazi interni. Questo stemma si unisce alle insegne araldiche di famiglie trentine imparentate come Prato, Calepini, Mirana, Galasso, e Firmian.

L’edificio è composto da tre corpi distinti: il principale su Via Belenzani, il corpo mediano separato da un cortile con un ampio androne e porticato, e un terzo edificio più basso su via delle Orfane e affacciato sul giardino. I primi due corpi sono il risultato delle trasformazioni apportate alla fine del Quattrocento, seguendo i canoni estetici del Rinascimento italiano.

Il porticato ospita un affresco con lo stemma di Udalrico Lichtenstein, principe vescovo di Trento dal 1493 al 1505, indicando gli estremi cronologici dell’ammodernamento architettonico. Il terzo corpo, con un portalino recante lo stemma di famiglia, fu probabilmente eretto qualche anno dopo.

Per oltre tre secoli, i Geremia furono residenti attivi nel palazzo, partecipando al governo cittadino come consoli. Dopo l’estinzione della famiglia, il complesso passò alla famiglia Tevini, che lo cedette ai Podetti poco dopo il 1880. Nel 1912, l’amministrazione comunale ne divenne proprietaria, trasformandolo nella sede rappresentativa. Nel corso degli anni, il palazzo ha subito varie ristrutturazioni e restauri, l’ultimo dei quali, diretto dagli architetti Michelangelo Lupo e Massimo Deutsch, è stato completato nel 1993.

Attualmente, Palazzo Geremia – come dicevamo – ospita uffici comunali e viene utilizzato per assemblee pubbliche, convegni ed eventi espositivi.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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