Donna con collane, amuleti e un ricchissimo corredo funebre di 2300 anni fa trovata sotto la piazza di Chieti

Il ritrovamento è avvenuto in un punto poco distante dalla cisterna domestica scoperta lo scorso luglio davanti la sede storica del Comune, a pochi passi dall’area dove, nel mese di aprile era stata recuperata parte di una possente colonna romane della stessa tipologia di quella che nella cripta sorregge il busto Patrono. Lo scavo riprenderà dopo l'Epifania

La tomba di una donna dotata di un ricco corredo di stile ellenistico – risalente al IV-III sec.a.C. – è stata trovate, nei giorni scorsi, nel sottosuolo dell’attuale piazza di Chieti, in Abruzzo. Il ritrovamento è avvenuto in un punto poco distante dalla cisterna domestica scoperta lo scorso luglio davanti la sede storica del Comune, a pochi passi dall’area dove, nel mese di aprile era stata recuperata parte di una possente colonna romane della stessa tipologia di quella che nella cripta sorregge il busto Patrono. Lo scavo riprenderà dopo l’Epifania.
Nel sottosuolo della piazza è stata trovata recentemente anche la testa scolpita di una Venere – che vediamo qui sotto in una foto della Soprintendenza – che rientra nelle riproduzioni in scala minore delle più grandi sculture ellenistiche dell’epoca giulio-claudia e che presenta una capigliatura simile a quella dell’Afrodite di Doidalsas.

Numerose sono quindi le scoperte che si susseguono, durante i lavori di riqualificazione della piazza.

“La tomba tagliata nel banco geologico argilloso – si legge nella nota diffusa dalla soprintendente Rosaria Mencarelli – si presenta ora a pochi centimetri dalla superficie a causa degli sbancamenti che hanno interessato in passato Colle Gallo ed è miracolosamente scampata ai vari tagli in profondità effettuati per la costruzione delle cisterne (romana e ottocentesca), per la realizzazione di fosse granarie, di buche d’albero, di trincee delle canalizzazioni e dei sottoservizi, di fondazioni di strutture edilizie che interessano la zona orientale della piazza”.

“Inusuale per la forma quasi quadrangolare definita nel perimetro da lastre e blocchetti di arenaria – prosegue la soprintendente Rosaria Mencarelli – la struttura funeraria risulta doppia nell’estensione rispetto alle normali sepolture, ed appare finora unica nel contenuto: una donna piuttosto minuta nelle proporzioni, ma robusta nell’ossatura, è accompagnata nel viaggio ultraterreno da un ricchissimo corredo di vasi bronzei e ceramici, questi ultimi di importazione; il suo abbigliamento ed il suo corpo erano decorati da fibule, da elementi di bronzo, da vaghi in pasta vitrea e da amuleti”.

“L’inumazione, singola e supina, occupa il lato meridionale della fossa ed è rivolta ad ovest, mentre nella metà settentrionale, a destra dell’inumata, sono stati sistemati e deposti gli oggetti del ricco corredo. Terminato lo scavo, solo lo studio dei materiali, le analisi antropologiche e quelle condotte sul contenuto dei diversi vasi, le indagini sull’intero contesto tombale e sui processi post-deposizionali di alterazione dello stato iniziale, oltre a quelle topografiche dovranno chiarire, se possibile, la struttura della necropoli che occupava questa parte del colle. Si potrà così chiarire la definizione di una fase lontana della nostra storia: la Teate del IV secolo a.C. ha ancora pochi elementi documentati, ma quelli recenti già suggeriscono una realtà ricca, con una società ed un’economia basate su contatti con altri ambiti e conseguenti importazioni, ricettiva ad apporti esterni, già preminente nel contesto territoriale marrucino. Ri-cominciare l’anno e gli studi con il ricordo di una donna ricca e rispettata ci sembra di buon auspicio per le ricerche e per l’intera storia teatina”.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz