E’ morto Jean-Paul Belmondo (Neuilly-sur-Seine, 9 aprile 1933 – 6 settembre 2021), il Magnifico. Con questo titolo Le Figaro annuncia la morte di un attore-icona per il cinema mondiale e figura di alta rappresentatività per il popolo francese. Veniva dal mondo dell’arte, questo attore intenso, guascone, ironico, profondo. Nato in Algeria, dove si erano trasferiti i genitori, era figlio di Paul Belmondo, scultore d’origine piemontese e della pittrice Sarah Rainaud-Richard
Il suo esordio cinematografico avvenne nel 1956 con il cortometraggio Molière di Norbert Tildian. Nonostante avesse interpretato già pellicole di un certo rilievo – come A doppia mandata (1959) di Claude Chabrol e La ciociara (1960) di Vittorio De Sica – il film che lo consacra come uno dei maggiori attori francesi presso pubblico e critica è Fino all’ultimo respiro (1960) di Jean-Luc Godard, che lo aveva già diretto precedentemente nel cortometraggio Charlotte et son Jules. Dalla nouvelle vague al cinema popolare: un infinito numero di film e di successi.
Dopo il terribile ictus che lo colpì nel 2001, attraversò un lungo periodo di riabilitazione. La lunga convalescenza gli permise di recuperare buona parte della motilità. Nel 2019 una brutta caduta lo riportò in condizioni difficili.