La ricerca, infatti, ha portato alla luce che i famosi elmi scoperti a Viksø, in Danimarca, 80 anni fa, risalgono al 900 a.C. circa. La società vichinga, però, si è sviluppata solo nel IX secolo d.C. e non è stato scoperto alcun segno che i vichinghi indossassero davvero elmi con le corna. Gli elmi con le corna verrebbero, quindi, attribuiti erroneamente al popolo vichingo dato che sembrano essere originari dell’età del Bronzo (quasi 2.000 anni prima dei Vichinghi) e la loro provenienza sarebbe la Sardegna.
Il nuovo studio dell’archeologa danese Helle Vandkilde ha utilizzato un dato ineccepibile: la datazione al radiocarbonio del catrame di betulla trovato su uno dei corni dell’elmo per provare in modo più preciso la loro età. Come spiegato alla CNN dall’archeologa Vandkilde: “Per molti anni nella cultura popolare le persone hanno associato gli elmi di Veksø ai vichinghi, ma la nostra ricerca conferma che furono lasciati nelle paludi di quell’area danese nel 900 a.C., ossia quasi 3000 anni fa, molti secoli prima che i vichinghi o i guerrieri norreni dominassero la regione”.
Secondo lo studio, infatti, immagini simili di elmi con le corna sono state identificate dall’età del bronzo in Sardegna, in Iberia sud-occidentale e in Scandinavia meridionale. Durante l’età del bronzo in Sardegna, i simboli di creature con le corna avevano un significato religioso e venivano spesso usati per decorare le tombe neolitiche. Sostiene ancora la Vandkilde: “Il nostro studio mostra che le raffigurazioni scandinave di guerrieri cornuti sono molto simili a immagini rinvenute in Sardegna e nel sud-ovest della Spagna. Ciò testimonia gli stretti legami tra le grandi civiltà dell’Europa dell’età del bronzo.”
Oggi il quotidiano La Nuova Sardegna, fa il punto della situazione nell’ambito della ricerca sulla diffusione dei materiali di cultura sarda nel Bacino del Mediterraneo. Oggetti provenienti dalla Sardegna sono disseminati in centri importanti anche lontani, come Cipro, nell’interlocuzione con commerci a vasta raggio che coinvolgevano l’Europa e l’Egitto. Un movimento consistente di mariali e della cultura ad essa legati, che portarono lo stile nuragico, anche in luoghi molto lontani dalla Sardegna. “Diversi centri urbani e scali portuali potenziarono il loro ruolo di mediatori tra l’Egitto ed il vicino oriente, ma anche con l’occidente. – scrive La Nuova Sardegna – Risalgono a questo periodo i ritrovamenti di stoviglie di uso quotidiano in alcune strutture abitative e sepolture di Cipro (Pyla Kokkinokremos e soprattutto Hala Sultan Tekke) l’analisi dei materiali, le argille e il piombo usato per ripararle, dicono che provengono dalla Sardegna». Sono oggetti di uso comune, non preziosi regali e sono state accettate nei riti funerari locali. A chi appartenevano? Sardi che si erano trasferiti a Cipro? O a schiavi che servivano le élites cipriote?”