[A]mmontano ad oltre 60 i beni d’arte (alcuni oggetti e opere, in questa pagina), di prevalente natura ecclesiastica, sequestrati dal Comando CC TPC nel contesto di un’attività investigativa condotta tra Lazio, Campania e Basilicata.
Le opere, costituite da argenti sacri, dipinti e sculture , provengono da 26 furti in gran parte consumati (tra il 2001 e il 2007) in diverse Chiese e Basiliche di Roma, Cattedrali e Abbazie site in altre località del Lazio, nonché in noti negozi d’antiquariato e case d’aste della Capitale.
Eseguendo il decreto di restituzione emesso dalla Procura della Repubblica di Roma, oggi, nel corso di una cerimonia che si è tenuta presso la sede del Rep. Operativo CC TPC, alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Massimo Bray, il Gen. B. Mariano Mossa ha consegnato i beni di proprietà ecclesiastica a S.Em. Card.Agostino Vallini, Vicario del Santo Padre per la Diocesi di Roma e Presidente della Conferenza Episcopale Laziale.
Tra le opere di maggior pregio recuperate, spiccano per importanza storico-artistica:
- un calice in argento dorato fuso e cesellato, del XIX sec., con applicazioni di putti, scene della Passione e di tre statue raffiguranti le Virtù Teologali; opera dell’argentiere Stefano Sciolet II (Roma 1808, attivo fino al 1870), rubato dalla Chiesa dei SS. Biagio e Carlo ai Catinari di Roma;
- un calice in argento dorato cesellato e traforato, con applicazioni di pietre colorate e micro mosaici contenenti simboli Cristologici, opera di ignoto argentiere romano del XIX sec. (1882), rubato nel 2005 dalla Basilica di San Lorenzo in Lucina di Roma;
- quattro candelieri in bronzo dorato del XVII sec., recanti nella base lo stemma della famiglia Pamphili (colomba con il ramoscello d’olivo in bocca), rubati nel 2005 dalla Chiesa di Sant’Agnese in Agone di Roma;
- un dipinto olio su tela raffigurante Madonna in preghiera del XVII sec. (copia da Guido Reni), rubato nel 2004 dalla Basilica di Santa Francesca Romana in Roma;
- un dipinto olio su tela raffigurante Madonna con Bambino e S. Giovanni Battista del XVIII sec., rubato nel 2005 dalla Chiesa di Santa Maria in Vallicella di Roma;
- coppia di candelabri da parete in argento e pietre dure, epoca XVII sec., rubati nel 2005 (dalla Cappella di San Filippo Neri) nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella di Roma;
- nove pastori da presepio vestiti con preziosi abiti d’epoca del XVIII sec., trafugati nel 2005 dalla Chiesa di Santa Maria in Via di Roma;
- un calice in argento e oro fuso e cesellato, con applicazioni varie di figure della Madonna, Santi e cherubini, opera di ignoto argentiere romano del XVIII sec., rubato nel 2001 dalla Cattedrale di San Pancrazio in Albano (RM);
- un reliquiario della Santa Croce, in lamina d’argento, decorata con putti e pietre colorate (comprensivo di reliquia), opera di ignoto argentiere romano del XIX sec., rubato nel 2002 dalla Chiesa di S. Paolo Apostolo in Genazzano (RM);
- un ostensorio in argento e oro, lavorato a sbalzato, cesello e fusione, con un angelo che sorregge la raggiera, opera dell’argentiere romano Giuseppe Martellini del XVIII sec., rubato nel 2004 dal Duomo di Sant’Andrea in Vetralla (VT);
- coppia di reliquiari in legno dorato, del XVIII sec, rubati nel 2005 dalla Cattedrale di San Lorenzo in Viterbo;
- un dipinto olio su tela raffigurante le nozze di Isacco e Rebecca, dell’autore Hendrik Franz Van Lint (1683 – 1763), rubato nel 2006 da un negozio di antiquariato di via del Babuino a Roma;
- un dipinto olio su tavola raffigurante natura morta con fiori, del pittore Giuseppe Recco (1634 – 1695), rubato nel 2004 da un altro negozio di antiquariato di via del Babuino a Roma.
Singolare, per la provenienza da chiese attigue alle sedi romane del Comando CC TPC, è il ritrovamento di una coppia di candelieri in metallo dorato del XIX sec. e di un candelabro a tre fuochi in legno intagliato e dorato del XVII sec., rispettivamente rubati nel 2005 e nel 2006 dalle chiese di Sant’Ignazio di Loyola e di San Francesco a Ripa.
Desta particolare interesse anche il recupero di un’epigrafe in marmo trafugata dalla Chiesa di Santa Cecilia. L’insegna recava un’iscrizione dedicatoria alla Regina Clementina SUBIESCKI IACOBI, la quale dimorò presso il Monastero di Santa Cecilia tra il 1725 ed il 1727.
LE INDAGINI
L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, s’inquadra nell’ambito delle attività svolte dal Comando Carabinieri TPC per contrastare il traffico illecito di opere d’arte sottratte al patrimonio culturale ecclesiastico italiano.
Le investigazioni sono iniziate nel 2011, a seguito di controversie sorte per la spartizione di un’eredità lasciata da un avvocato, il quale aveva investito ingenti capitali nell’acquisto di una collezione di centinaia di opere d’arte, tra cui un presepio napoletano del XVIII sec. ed una importante collezione di dipinti, mobili, sculture e argenti sacri.
La successiva commercializzazione di alcuni beni di pregevole fattura, collocati sul mercato antiquariale dall’erede in linea diretta, destava l’interesse dei militari operanti.
Con l’insostituibile ausilio della Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Comando CC TPC, con la fattiva collaborazione della Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici di Roma e del Lazio e degli Uffici Diocesani dei Beni Culturali (fanno capo all’Ufficio dei Beni Culturali Ecclesiastici della C.E.I.), è stato possibile individuare l’origine furtiva dei beni.
Le attività di recupero, tuttavia, sono state complicate dal fatto che i beni erano stati distribuiti in varie abitazioni e magazzini dall’erede e dai suoi familiari, proprio per ostacolarne il rintraccio.
Le indagini consentivano di individuare la preziosa refurtiva e di recuperare beni provento di altri numerosi furti. L’intero tesoro artistico ha un valore stimato in € 1.000.000.
Sono state deferite alla Procura della Repubblica di Roma, dieci persone per ricettazione, tra cui un mercante d’arte della Capitale, ritenuto il principale ricettatore della preziosa refurtiva sacra.
IL FENOMENO DEI FURTI NELLE CHIESE: ANALISI
L’attività investigativa, nel suo complesso, consente di effettuare una brevissima riflessione sugli eventi delittuosi in danno dei luoghi di culto, che si confermano ancora tra gli obiettivi più colpiti.
Nei primi otto mesi del 2013, gli eventi delittuosi perpetrati in danno di Chiese rappresentano circa il 56,4% del numero complessivo perpetrati sul territorio nazionale, con 213 furti (asportando complessivamente 1115 oggetti).
Tuttavia si è registrato un calo del 32,6% rispetto ad analogo periodo dell’anno precedente (in cui erano stati asportati 4162 oggetti).
I beni sottratti sono quelli di facile occultamento e trasporto, quali candelieri, ex voto, pissidi, reliquari e crocifissi.
Nell’intero anno 2012, a Roma, sono stati denunciati 20 furti in cui sono stati asportati 2372 oggetti.
Nei primi 9 mesi del 2013, a Roma, sono stati denunciati 7 furti in cui sono stati asportati 104 oggetti, con un calo del 95,4%.
In riferimento all’intera Regione Lazio, nei primi 9 mesi del 2013:
- sono stati perpetrati 20 furti, con un calo del 61,5% rispetto ad analogo periodo dell’anno precedente;
- gli oggetti asportati sono 184 (2734 nel 2012), con un calo del 93,2%.
Nell’anno in corso, il Comando CC TPC in campo nazionale ha recuperato 198 oggetti ecclesiastici, con un aumento del 53,48% rispetto ad analogo periodo del 2012.
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