Giovan Francesco Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese. 120 opere in mostra a Verona

La formazione artistica di Giovan Francesco avviene a cavallo tra il XV e il XVI secolo: periodo in cui i rapporti artistici tra Verona e Mantova erano intensi. Vasari ricorda una primo apprendistato nella bottega di Liberale da Verona, seguito da un trasferimento a Mantova per seguire il maestro Andrea Mantegna.

Oltre 120 opere provenienti da alcune delle più prestigiose collezioni italiane e internazionali, per un percorso espositivo articolato in nove sezioni, che comprende anche tre istallazioni multimediali. E’ la mostra ‘CAROTO e le arti tra Mantegna e Veronese’ – aperta fino al 2 ottobre 2022, al Palazzo della Gran Guardia – a presentare Giovan Francesco Caroto (1480 circa – 1555) dalle passioni giovanili al riconosciuto ruolo di artista. Attraverso una serie di interventi conservativi sostenuti per la mostra e un’estesa campagna di analisi diagnostiche, l’esposizione è diventata anche l’occasione per dare un contributo alla salvaguardia della sua opera e per approfondire la conoscenza dell’operatività tecnica del pittore.

Giovan Francesco Caroto (1480 ca – 1555) nasce tra Caravaggio e Mozzanica, regione a est dell’Adda che diede i natali a un impressionante numero di artigiani e artisti. Alla morte del padre la famiglia si trasferisce a Verona instaurando un legame con la città sull’Adige dove i Caroto continueranno a risiedere negli anni a seguire.
La formazione artistica di Giovan Francesco avviene a cavallo tra il XV e il XVI secolo: periodo in cui i rapporti artistici tra Verona e Mantova erano intensi. Vasari ricorda una primo apprendistato nella bottega di Liberale da Verona, seguito da un trasferimento a Mantova per seguire il maestro Andrea Mantegna.

Grazie ai frequenti viaggi tra Verona e i territori del Ducato milanese, Giovan Francesco rimane aggiornato sui fatti artistici di un ampio territorio. Dopo il 1512, quando attende agli affreschi della cappella Spolverini nella chiesa di Santa Eufemia, si inserisce un più lungo soggiorno lombardo e in seguito alla corte dei Paleologi a Casale Monferrato, dove incontra il favore del marchese Guglielmo (1516), assumendo il ruolo di pittore di corte.

Lascia la corte casalese nel 1523 quando è ormai un affermato pittore e al suo rientro a Verona risulta ben inserito nella società veronese; qui si dedica anche all’attività di speziale nella bottega aperta per il figlio in piazza delle Erbe. Caroto esercita con disinvoltura la pittura, la miniatura, il disegno naturalistico, la medaglistica, la statuaria, dimostrando una grande abilità nella realizzazione di figure di dimensioni minute. L’artista diventa quindi un punto di riferimento nella pittura di paesaggio per un’ampia generazione di artisti veronesi, tra cui Domenico Brusasorci e Paolo Caliari detto il Veronese. Nei successivi anni proseguono i suoi contatti con Mantova e la corte gonzaghesca, per via dell’intesa con la duchessa Margherita Paleologa, figlia dei suoi mecenati casalesi.

CAROTO, esposizione frutto della ricerca. Il progetto espositivo nasce da ricerche che hanno coinvolto vari istituti del sistema museale veronese. Dal Museo di Castelvecchio, in qualità di capofila, al Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle, Museo Archeologico al Teatro Romano, Museo Lapidario Maffeiano e Museo di Storia Naturale. Il tutto sostenuto da un’ampia rete di collaborazioni interistituzionali e prestiti nazionali e internazionali, con un ruolo cruciale svolto da due partner scientifici, i musei di Palazzo Ducale di Mantova e di Castello Sforzesco di Milano, testimoni del valore dell’esperienza itinerante di Caroto, che esercitò la sua attività artistica proprio tra le città di Verona, Mantova e Milano.

Curatori dell’esposizione, promossa dai Musei civici veronesi, Francesca Rossi Direttore dei Musei civici, Gianni Peretti Storico dell’arte ed Edoardo Rossetti Scuola Universitaria Professionale Svizzera Italiana – SUPSI Lugano.

Co-prodotta da Civita Mostre e Musei e realizzata con la collaborazione del Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona, l’esposizione ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Cultura e della Regione del Veneto ed è sostenuta da contributi di Airbnb, Fondazione Città Italia, Soroptimist – Club di Verona e la sponsorizzazione tecnica di ERCO.
Il percorso espositivo è articolato in sezioni che evidenziano momenti particolari della carriera di Caroto e significativi aspetti dei suoi interessi e della sua personalità artistica.

All’interno delle sezioni è possibile sperimentare modalità innovative per la narrazione, in particolare tramite tre installazioni multimediali, progettate in collaborazione con l’impresa creativa Culturanuova, per favorire l’accessibilità e l’approfondimento dei temi proposti anche attraverso l’utilizzo di tecnologie che permettono una fruizione immersiva da parte del pubblico.

Inoltre, è disponibile un percorso di visita accessibile tramite App a cura di Civita Mostre e Musei. Un itinerario speciale, dedicato alle persone non vedenti, realizzato con il contributo di Fondazione CittàItalia, che è stato sviluppato intorno a dodici opere appartenenti alle collezioni civiche con il possibile reimpiego futuro nel percorso museale di Castelvecchio.

CAROTO, contesto storico. L’arte a Verona nella prima metà del XVI secolo, fiorita tra i due giganti Mantegna e Caliari, è un periodo ancora per molti aspetti da indagare. Non mancarono in quegli anni figure di grande qualità e di personalità inconfondibile, soprattutto nel campo della pittura e della miniatura, come Girolamo Dai Libri, Francesco Morone, Paolo Morando detto il Cavazzola, Francesco Torbido detto il Moro, Nicola Giolfino, e molti altri. Anche nel campo dell’architettura si assiste a un rapido adeguamento linguistico sulle formule più moderne grazie a personalità come Gian Maria Falconetto e Michele Sanmicheli.

Tra tutte queste figure di artisti, Giovan Francesco Caroto emerge come la più interessante e la più complessa. Il profilo a lui dedicato da Giorgio Vasari permette di seguire il suo percorso di formazione artistica. Intelligente, curioso, spiritoso, vagabondo, fu a Mantova, alla corte dei Gonzaga, sotto l’egida di Mantegna; a Milano, al servizio di Antonio Maria Visconti; a Casale Monferrato, alla corte del marchese Guglielmo IX Paleologo. Conobbe e apprezzò la pittura fiamminga e nordica (tra Milano, Verona e Venezia), ma anche Raffaello e i suoi seguaci, tanto da rendere credibile l’ipotesi di un suo viaggio di studio a Roma. Esercitò la pittura, la miniatura, il disegno naturalistico, la medaglistica, la statuaria. Si dedicò soprattutto alla pittura devozionale pubblica e privata (pale d’altare, Madonne con il bambino), ma raggiunse forse i suoi esiti più personali e felici nel ritratto e nella pittura di paesaggio.

CAROTO, attività collaterali. A cura dell’azienda ARtGlass la realizzazione di un gioco didattico. Una speciale caccia al tesoro in realtà aumentata attraverso le sale espositive, che i giovani visitatori, tra gli 8 e i 12 anni, ma anche i loro genitori e accompagnatori, avranno modo di seguire su un tablet incluso nel biglietto di ingresso.

A questi strumenti tecnologici, viene affiancato anche un programma di attività educative e didattiche a cura della Segreteria Didattica dei Musei Civici – Cooperativa Le Macchine Celibi, con il coordinamento dei servizi a cura di Civita Mostre e Musei: sono in programma visite guidate gratuite settimanali, visite per gruppi e scolaresche, oltre a laboratori a tema per bambine e bambini dai 6 agli 11 anni.

Alla mostra si collega una rete di itinerari artistici nelle chiese cittadine per le quali Caroto ha operato. Un progetto realizzato in collaborazione con la Diocesi di Verona, l’Università di Verona, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza e la fondazione Verona Minor Hierusalem.

La mostra è accompagnata da una monografia e da un catalogo editi da Silvana Editoriale.
Info e orari
13 maggio > 2 ottobre 2022
Palazzo della Gran Guardia
piazza Bra, Verona

Da martedı̀ a domenica dalle 10.30 alle 19.30
La biglietteria chiude un’ora prima
Chiuso il lunedı̀
Aperto il 15 agosto

Info mostra e prenotazioni
Infoline Tosc: 0458537339
(da lunedì a venerdì ore 9 – 18, il sabato ore 9– 13)
infocivita@tosc.it

La prenotazione è obbligatoria per gruppi e scuole ed è consigliata per i singoli

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Biglietti
(comprensivi di audioguida disponibile in italiano, inglese)

intero 12€
ridotto 10€ (gruppi di minimo 15 persone, visitatori dai 15 ai 30 anni, studenti universitari con tesserino sino ai 30 anni, over 65, militari, volontari servizio civile universale, iscritti all’Università dell’Educazione Permanente di Verona, titolari della Verona Card, titolari di apposite convenzioni)
ridotto scuole 1 € scuole scuole, minori tra 8 e 14 anni se accompagnati da adulto
gratuito per minori di 7 anni, persone con disabilità e il loro accompagnatore, tesserati ICOM, guide turistiche munite di tesserino, giornalisti con tesserino, 2 insegnanti per scolaresca, 1 accompagnatore per gruppo, soci associazione Amici dei Civici Musei di Verona, appositi soggetti autorizzati
diritto di prenotazione:
1€ a persona
0,50€ a studente

Attività didattica, laboratori e visite guidate
Segreteria Didattica dei Musei Civici di Verona Cooperativa Le Macchine Celibi
dal lunedì al venerdì
ore 9 – 13 e 14 – 16
sabato ore 9 – 13
tel. 0458036353 – 045597140
segreteriadidattica@comune.verona.it

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Maurizio Bernardelli Curuz
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