Gli archeologi inglesi stanno trovando questi strani oggetti romani. Cosa sono, a cosa servivano, come funzionavano

L'ingegnosità degli antenati. L'imitazione del granito. Il bordo ribassato che permetteva di versare i liquidi

ROMA – Fu certamente la capacità rapinosa dei romani di osservare quello che gli altri facevano e di migliorarlo, parte del successo dell’italica civiltà. La sperimentazione, il miglioramento, sono parti riconosciute del nostro essere italiani. Anche oggi. E davvero ingegnosi risultavano anche alcuni accorgimenti domestici dei nostri antenati e dei popoli – in gran parte europei – che diedero forma a una romanità diffusa e profonda.

Da giorni, gli archeologi inglesi, impegnati in scavi preventivi, in vista della realizzazione di miglioramenti viabilistici sulla A428 Black Cat per Caxton Gibbet stanno trovando strani pezzi ceramici. I ritrovamenti avvengono soprattutto a livello di fossati di antichi insediamenti romani di natura agricolo. In alcuni casi questi oggetti presentano pietruzze che ne butterano la superficie. Sono mortai. Mortai nel senso di oggetti da cucina, anche se, nel passato, questi utensili venivano usati anche dagli artigiani, come gli imbianchini o i pittori, per polverizzare i pigmenti. Noi, generalmente, pensiamo ai bellissimi mortai quadrilobati, in pietra. Invece spesso, nei luoghi discosti della romanità, troviamo pezzi di mortai in terracotta. Non di pietra, quindi, con la tradizionale forma di vaso, che perdurò fino al Medioevo e al declino della civiltà contadina, ma strutture piuttosto leggere che, evidentemente, facevano parte delle masserizie da trasporto. Spostare un mortaio di pietra diventava impossibile. E il mortaio era molto utile in cucina, fosse solo per tritare il sale grosso. Poi, in realtà, questo utensile domestico veniva utilizzato come un rudimentale “frullatore”.

Ed è questa particolare forma di mortaio che gli archeologi inglesi hanno trovato durante gli scavi in corso sulla tratta britannica. Il fondo del contenitore chiaro è cosparso di pietruzze nere taglianti – simili alla selce – che permettevano, ad esempio, di usare l’utensile come una grattugia. Chissà, forse per questa realizzazione gli artigiani hanno pensato di imitare il granito. “Questo tipo di ceramica che troviamo sul futuro percorso delle autostrade nazionali – affermano gli archeologi inglesi – si chiama mortaria, ed è uscito direttamente da una cucina romana. Un mortaio era un vaso a forma di ciotola. Come potete vedere in grado di individuare, l’interno del mortaio era dotato di numerose taglienti asperità. Questo ha reso una superficie ruvida per macinare e mescolare gli ingredienti insieme”

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Redazione
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