Un team di archeologi scopre una collezione di giochi di quasi 1.000 anni tra cui un pezzo degli scacchi, pezzi da gioco a forma di rose o rosoni romanici, e dadi ben conservati. Analisi di laboratorio mostrano che una delle parti era colorata di rosso. I risultati di laboratorio consentono anche di trarre conclusioni – grazie all’ingrandimento dei punti di usura – sulla sorprendente continuità delle regole del gioco. L’analisi dettagliata dei reperti promette approfondimenti sul mondo dei giochi della nobiltà medievale e sulle origini del gioco degli scacchi europeo.
I reperti saranno esposti per la prima volta a partire da giugno 2024, tra qualche giorno. C’era un collegamento tra il dado, gli scacchi e le fiche? Probabilmente si trattava di giochi diversi che potevano, originariamente essere conservati insieme, in una scatola o in un sacchetto. Poi, a causa delle perdite dei diversi pezzi è probabile che siano diventati più semplici giochi di bambini. Quando il muro crollò essi dovettero restare in una nicchia.
Se il dado mostra una continuità ultramillenaria – era il gioco più praticato anche dai romani – il cavallo stilizzato per gli scacchi, risulta uno splendido e raro antenato di tutti i cavalli che avremmo trovato sulle nostre scacchiere. Un pezzo stilizzato, ma molto elegante. E’ evidente che esso dovette essere usato in un ambito padronale. La presenza di tracce di rosso da contatto reiterato, lasciano pensare che il colore della quadra avversa fosse il rosso, a mano che non si supponga che il rilascio di colore fosse avvenuto dalla belle rose d’osseo, anch’esse, originariamente, color minio. E se gli scacchi fossero stati un gioco per machi e il gioco della rosa – da portare avanti con i dadi, una sorta di gioco dell’oca giocato con dadi e segnacoli? Forse la versione esatta è ancora più semplice. Le rose – per quanto ingombranti, potevano essere utilizzate per il gioco più femminile della dama – la vincitrice poteva così accumulare un “mazzo” di fiori – mentre il dado aveva una funzione autonoma.
“Oltre 1000 anni fa il gioco degli scacchi arrivò dall’Oriente all’Europa”. – dicono gli studiosi dell’Università di Tubinga – I primi pezzi di scacchi prodotti all’avvio dell’attività ludica in Europa sono molto rari. Durante gli scavi archeologici in un castello dimenticato nel sud della Germania, è stato scoperto un pezzo di cavallo-cavaliere ottimamente conservato. Il ritrovamento fa parte di una collezione di giochi unica, che comprende una sorta di fiche molto elaborata e un dado. Un team internazionale di esperti dell’Università di Tubinga, dell’Ufficio statale per la conservazione dei monumenti del Baden-Württemberg (LAD) e dell’Istituto archeologico tedesco (DAI) sta ora esaminando queste prove della prima cultura del gioco. Le analisi di laboratorio sui residui di colore mostrano che una delle parti ha giocato con il rosso. Tipiche tracce di usura d’uso indicano che il cavaliere veniva sollevato come lo è oggi durante un movimento, indicando una sorprendente continuità nelle regole del gioco”.
Reperti archeologici ben conservati di pezzi degli scacchi e di altri giochi da tavolo risalenti a prima del XIII secolo sono molto rari nell’Europa centrale. “Nel Medioevo gli scacchi erano una delle sette abilità che un buon cavaliere avrebbe dovuto padroneggiare. Non sorprende quindi che i reperti conosciuti provengano soprattutto da castelli”, spiega il dott. Jonathan Scheschkewitz (LAD). “La scoperta di un’intera collezione di giochi dell’XI/XII secolo è stata per noi una vera sorpresa, e il pezzo del cavaliere a forma di cavallo è un vero highlight”, ha detto il dottor Lukas Werther (DAI). Perché gli scacchi erano considerati un gioco della nobiltà? Perché con essi si creavano categorie di azione che si sarebbero rivelate molto utili nell’arte della guerra. Non solo la potenza dello scontro quindi. Ma la conoscenza completa del campo di battaglia e delle peculiarità di ogni specializzazione militare. Ma soprattutto gli scacchi creavano una mentalità nuova. Osservare sempre il contesto e agire con razionalità, senza finire nel cul de sac di un comportamento impetuoso. E costruire anche alcune trappole in cui portare l’avversario, sorprendendolo in imboscate.
I reperti sono stati scoperti durante gli scavi del Centro di ricerca collaborativa DFG 1070 Resource Cultures e del LAD in un castello precedentemente sconosciuto – perchè crollato e coperto dal terreno – nel sud della Germania (Baden-Württemberg, distretto di Reutlingen). “Giacevano sotto le macerie di un muro dove furono persi o nascosti nel Medioevo”, ha detto il dottor Michael Kienzle (Università di Tubinga). Tale copertura ha contribuito all’eccezionale conservazione superficiale dei manufatti. “Al microscopio si può vedere la tipica lucentezza dovuta alla presa e allo spostamento dei pezzi”, ha spiegato la dott.ssa Flavia Venditti (Università di Tubinga). Oltre al pezzo degli scacchi sono stati ritrovati quattro oggetti da gioco a forma di fiore – che per ora non sono riconducibile a un gioco specifico, se non volessimo inquadrarli nell’ambito di eleganti fiches- e un dado con sei occhi. Erano scolpiti a partire dalle corna di animali, affinché fossero massimamente solidi e lucenti.
“Gli occhi e la criniera del cavallo alto 4 cm hanno una forma vivida. Questo design elaborato è tipico dei pezzi degli scacchi particolarmente pregiati di questo periodo. – dicono gli studiosi dell’Università di Tubinga – I residui di vernice rossa rinvenuti sui pezzi a forma di fiore sono attualmente in fase di analisi chimica. Analizzando i reperti in dettaglio, speriamo di ottenere una serie di approfondimenti sul mondo del gioco della nobiltà medievale e sulle radici degli scacchi europei.
I reperti saranno presentati per la prima volta al pubblico nel 2024 nella grande mostra nazionale “THE hidden LÄND” (Stoccarda, dal 13 settembre 2024, Link) e nella mostra speciale “Ausgegraben! Ritter und Burgen im Echaztal / Scavato! Cavalieri e castelli nella valle di Echaz” (Pfullingen, dal 15 giugno 2024, Link).