“Celebriamo San Valentino con uno dei graffiti a tema amoroso più noti della città antica. – dice il Parco archeologico di Pompei, in un post dedicato alla giornate degli innamorati – «Amantes ut apes vita(m) mellita(m) exigunt» [CIL IV 8408a] è stato inciso da un liberto greco o da un colto proprietario a margine di un quadretto con anatre affrescato sul fondo del peristilio della elegante Casa degli Amanti; un appassionato verso che paragona gli amanti alle laboriose api, che trascorrono la maggior parte della loro esistenza nella dolcezza del loro prodotto, il miele”. (“Gli amanti, come le api, esigono una vita dolce come il miele”).
“Sotto questa scritta romantica, un’altra mano, più sincera e realista ha scritto «VELLE» [CIL IV 8408b] , “Mi piacerebbe”. – proseguono gli archeologi pompeiani – E ancora più sotto, ancora una mano diversa: «Amantes amantes cureges» [CIL IV 8408c], che stando all’interpretazione di Matteo Della Corte, è traducibile con Amanti, amanti, (siete) bisognosi di cure, riflessione per certi versi ancora più beffarda”.
Gli innamorati a Pompei, prima dell’eruzione. Sui muri scritta romantica. Poi corretta da una mano speranzosa. Poi da un cinico
«Amantes ut apes vita(m) mellita(m) exigunt» [CIL IV 8408a] è stato inciso da un liberto greco o da un colto proprietario a margine di un quadretto con anatre affrescato sul fondo del peristilio della elegante Casa degli Amanti; un appassionato verso che paragona gli amanti alle laboriose api, che trascorrono la maggior parte della loro esistenza nella dolcezza del loro prodotto, il miele