Goya e il processo creativo. Straordinari bozzetti del maestro inseriti nel percorso del Prado

“Amico, è giunto il momento per il più grande sforzo pittorico che sia stato offerto a Madrid, ed è perché Sua Maestà ha stabilito che i dipinti siano realizzati per la chiesa di San Francisco el Grande [di] questa corte, e si è degnato di nominarmi" scriveva Goya a Martín Zapater, il 25 luglio 1781

Dal 15 febbraio 2022 al 19 febbraio 2023 il Museo del Prado, a Madrid, offre un percorso di straordinario interesse rispetto alla fonte primaria dell’atto creativo di Goya.: i bozzetti.

La nuova proposta espositiva per l’opera di Goya si inserisce in un nuovo percorso tematico che offre al visitatore un approccio più panoramico e suggestivo alla creazione artistica di Goya. Inoltre, la modifica architettonica di questi ambienti ha permesso di ampliare lo spazio espositivo del Majas e di instaurare dialoghi innovativi tra le opere più apprezzate della produzione del maestro aragonese e Venere che si ricrea con Amore e Musica di Tiziano , come riflesso della decorazione di uno degli armadietti del palazzo del degno Manuel Godoy.

Ad arricchire questo intenso viaggio, nella sala 34, sono esposti i primi due bozzetti preparatori che Goya realizzò per la tela d’altare di una delle cappelle della Basilica reale. La predicazione di san Bernardino da Siena davanti ad Alfonso V d’Aragona. Di proprietà della Fondazione Tatiana Pérez de Guzmán el Bueno, il primo dei bozzetti è stato esposto l’ultima volta più di cento anni fa, mentre il secondo viene presentato al pubblico per la prima volta. Entrambi i dipinti ad olio sono stati recentemente restaurati presso il Prado Restoration Workshop.

“Amico, è giunto il momento per il più grande sforzo pittorico che sia stato offerto a Madrid, ed è perché Sua Maestà ha stabilito che i dipinti siano realizzati per la chiesa di San Francisco el Grande [di] questa corte, e si è degnato di nominarmi”. scriveva Goya a Martín Zapater, il 25 luglio 1781

Il 20 luglio 1781 Goya ottenne l’incarico reale di realizzare una delle sette tele d’altare destinate alla nuova basilica di San Francisco el Grande a Madrid, una delle più grandi costruite nel XVIII secolo. Gli altri dipinti furono eseguiti dai pittori da camera Andrés de la Calleja, Antonio González Velázquez, Francisco Bayeu e Mariano Salvador Maella, oltre che da Gregorio Ferro, accademico di merito come Goya, e da José del Castillo, allora ancora senza titolo . Le opere, ancora oggi nella basilica, mostrano temi della vita di San Francesco d’Assisi e dei suoi seguaci, oltre a temi mariani. Goya rappresentò la predica che San Bernardino da Siena dedicò alla Vergine nel 1444 all’Aquila, davanti ad Alfonso V d’Aragona, Re di Napoli, durante la quale una delle dodici stelle mariane discese dal cielo e lo illuminò.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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