Grafemi sulla fronte della Gioconda. L’analisi delle immagini dopo l’individuazione dei fori da spolvero

Abbiamo, a livello di Stile arte, analizzato le immagini del francese Cotte che offrono sia l'azione dello spolvero - il disegno veniva riportato su un foglio o su un cartoncino che veniva forato con un chiodo lungo le linee del disegno stesso e trasferito con la punta o con una spolverata di carboncino sull'imprimitura della tavola sottostante - che grafemi di grande interesse, che avevamo già rilevato - nella tipologia, diffusi in tutto il dipinto - con la lettura di analisi all'infrarosso, radiografie e spettografie. Lo scritto è composto sia da caratteri numerici che alfabetici.

Su richiesta del Museo del Louvre, il ritratto della Gioconda è stato digitalizzato con la fotocamera multispettrale ad alta risoluzione Lumiere Technology.

Il referto delle indagini compiute dai due studiosi francesi nella foto elaborata dallo stesso Cotte

I dati di questa ricerca digitalizzata, compiuta per conto del Louvre hanno rivelato per la prima volta, dopo anni di indagini, lo spolvero (una tecnica di trasferimento del disegno) del ritratto. Il fisico Pascal Cotte ha iniziato a studiare la Gioconda nel 2004, quando il Louvre gli ha chiesto di digitalizzarla con il suo sistema multispettrale ad alta risoluzione Fotocamera Lumiere Technology. Cotte ha quindi utilizzato il metodo di amplificazione dello strato, che consente di amplificare i segnali infrarossi deboli e rivelare nuovi dettagli sui dipinti, per rilevare le tracce del disegno nascosto.
Alla fine, Cotte ha acquisito più di 1.650 scansioni fotografiche. Ha passato gli ultimi 15 anni ad analizzare questi dati con l’aiuto del coautore dello studio, Lionel Simonot, un fisico dell’Università di Poitiers.
La scoperta è stata pubblicata in questi giorni del 2020, attraverso un saggio dei due studiosi, su Science Direct Journal of Cultural Heritage www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1296207420304362 .

Abbiamo, a livello di Stile arte, analizzato le immagini del francese Cotte che offrono sia l’azione dello spolvero – il disegno veniva riportato su un foglio o su un cartoncino che veniva forato con un chiodo lungo le linee del disegno stesso e trasferito con la punta o con una spolverata di carboncino sull’imprimitura della tavola sottostante – che grafemi di grande interesse, che avevamo già rilevato – nella tipologia, diffusi in tutto il dipinto – con la lettura di analisi all’infrarosso, radiografie e spettografie. Lo scritto è composto sia da caratteri numerici che alfabetici-

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Maurizio Bernardelli Curuz
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