“Ho trovato una brattea magica in un campo”. Secolo? VI. Oro. A cosa serviva? Cosa vedi nel medaglione? Ecco uno strumento antico per capire nel caos. Vuoi provare?

Ha incrociato lo sguardo con l’occhio dell’idolo. Tondo, luminoso, con variegate decorazioni. Aveva cercato, nei campi, camminando. E ora aveva dritto davanti a sé, nel terreno, quello splendore inquieto. Un occhio, al centro del pendaglio. Il nucleo esplosivo della divinità. L’ha portato verso di sé e ha notato strane figure e il segno ripetuto del triscele, una sorta di elica.

Il pendente anglosassone d’oro, un bratteato, è stato trovato in un campo nella cittadina di Bungay, nel Suffolk, in Inghilterra. Questo prezioso manufatto, rinvenuto da un cercatore di metalli, ha già attirato l’attenzione del Bungay Museum, che si sta attivando per acquisirlo e renderlo accessibile al pubblico.

Cosa sono i bratteati?

I bratteati sono pendenti d’oro sottili e leggeri o monete con una sola faccia, prodotti principalmente durante il periodo della Migrazione (tra il IV e il VII secolo d.C.) nelle regioni dell’Europa settentrionale e centrale. Il termine deriva dal latino bractea, che significa “foglia d’oro” o “lamina”, a sottolineare la tecnica di fabbricazione basata sull’uso di sottili lamine d’oro martellate. Questi manufatti, spesso decorati con motivi simbolici o astratti, erano ispirati ai medaglioni romani e avevano una funzione sia ornamentale sia cerimoniale. Per intenderci, facciamo un paragone che certo è “abbassante” ma che ci fa comprendere bene cosa sono le brattee. Pensate ai “soldi d’oro” del periodo natalizio che racchiudono il cioccolato. I gioielli bratteati sono ricavati in una lamina di metallo prezioso che viene punzonata o pressata contro uno stampo.

Significati simbolici e iconografici

I motivi decorativi sui bratteati variano, ma frequentemente includono immagini astratte, figure umane stilizzate, animali e simboli di potere. Si ritiene che alcuni di essi avessero significati magici o religiosi, connessi alle credenze germaniche precristiane. Per esempio:

  • Bratteati di tipo A: rappresentano spesso un volto umano stilizzato o una testa.
  • Bratteati di tipo C: raffigurano scene più complesse, talvolta con figure di animali e elementi mitologici.

Un esempio celebre è il bratteato di Vadstena (Svezia), che mostra un cavallo accompagnato da rune, un’immagine associata al dio Odino e al suo destriero Sleipnir. Ma anche l’oggetto da poco trovato presenta il suggerimento di immagini complesse che dall’astratto richiedono una sintesi figurativa.

Pratica divinatoria – E’ assai probabile che i gioielli bratteati fossero utilizzati anche come “specchi” predittivi. Osservare dentro questo cerchio d’oro le figure che si creavano grazie ai suggerimenti del timbro del triscele – simbolo trinitario precristiano delle forze cosmiche – significava scrutare in se stessi e nell’Aldilà, ricavando elementi di orientamento. In termini magici ciò è definita chiaroveggenza, cioè la capacità di vedere con chiarezza nella complessità del reale. Fermarsi un istante per osservare ciò che sta in un punto situato oltre il caos del momento. Avere la chiarezza delle visione. Qualcosa di simile è utilizzato in psicologia – a scopi “diagnostici” – con le cosiddette Macchie di Rorschach per le quali il paziente è chiamato a descrivere ciò che vede. La visione proietta all’esterno ciò che sta all’interno.

La tecnica di produzione

I bratteati venivano creati attraverso un processo raffinato. Una lamina d’oro veniva sottoposta a martellatura e decorata con un disegno inciso su una matrice in negativo. La decorazione veniva impressa sulla lamina d’oro con un punzone, creando il rilievo caratteristico. Una volta completato il motivo, il pendente veniva dotato di un anello per poter essere indossato.

Questo metodo, sebbene apparentemente semplice, richiedeva abilità notevoli, sia nella lavorazione del metallo che nella creazione dei motivi decorativi. I bratteati sono testimonianze della sofisticata maestria orafa del periodo. E’ probabile che per alcuni bratteati non si giungesse all’uso del martello, ma essi fossero ricavati dalla fusione di oro, che veniva colato in uno stampo, come la farina liquida dell’ostia.

Il segreto del “nostro” bratteato

Il bratteato rinvenuto a Bungay è databile tra il 450 e il 650 d.C. ed è in buone condizioni, con poche piegature. Esso presenta segni di usura, nella parte destra dell’oggetto – a sinistra, per chi guarda – con una riduzione, per strofinamento, delle parti in evidenza, in quell’area. La decorazione presenta un disegno astratto, realizzato attorno a un occhio centrale. Le figure vengono suscitate, in modo indiretto dai triscele, elementi ad elica che abbiamo segnato in rosso.

I triscele sono stati impressi come segno del divino, che è in grado di “produrre” immagini

Abbiamo segnato, a titolo esplicativo – qui sopra – alcune figure. Prova a vedere tu. Qui sotto.

La scoperta è considerata di estrema rilevanza per comprendere meglio la presenza anglosassone nella regione, e il Bungay Museum spera di acquisirlo attraverso una raccolta fondi attiva sia in loco che online.

Bungay: una cittadina ricca di storia

Bungay, situata nel cuore del Suffolk, è una cittadina di mercato con una storia antica. Le prime testimonianze di insediamenti risalgono all’epoca romana, ma fu durante il periodo anglosassone che la città acquisì maggiore importanza. Il nome stesso di Bungay deriva dall’antico inglese Bunincga-hæg, che significa “recinto dei Bunna”, un nome di origine germanica.

Nel Medioevo, Bungay divenne un centro rilevante grazie alla sua posizione strategica lungo il fiume Waveney, che favorì il commercio e la crescita economica. Oggi la cittadina è nota per i suoi edifici storici, tra cui la Chiesa di Santa Maria, dove si terrà un evento per raccogliere fondi destinati all’acquisizione del bratteato.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz