Chi ha partecipato a scavi archeologici sa quanto la curiosità e il desiderio canino di interrelazione con gli umani porti spesso i “quattrozampe”, come “pensionati curiosi”, ai limiti dei cantieri. Attratti dalle voci degli archeologi e dal gruppo di lavoro, rassicurati dal profumo dei pranzi al sacco, da carezze e parole pronunciate con tono rassicurante le simpatiche bestiole divengono spesso mascotte dello scavo stesso. Sembrano sincerarsi che tutto proceda senza intoppi. Simpatica la foto scattata in queste ore a un testimone canino che fa visita al cantiere dell’anfiteatro romano di Volterra, una possente struttura scoperta solo alcuni anni orsono e progressivamente scavata.
“Cani da scavo…o scavo da cani? Questo è il dilemma …” scrivono sui social con ironia e autoironia tutte toscane gli archeologi de L’Anfiteatro Che Non C’era impegnati nell’impresa. Certo è il fatto che queste presenze sono considerate di buon auspicio. Lo scorso anno, in Veneto, un grosso cane si presentava con regolarità al cantiere di scavo della villa romana, dove svolgeva anche il ruolo di allegro padrone di casa per l’accoglienza degli ospiti.